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Recensione – Fabbricante di lacrime, il nuovo film Netflix di Alessandro Genovesi

Fabbricante di lacrime è il nuovo film di Alessandro Genovesi, presente sulla piattaforma di streaming Netflix e con le interpretazioni di Caterina Ferioli e Biondo nei panni dei protagonisti. Ma qual è il suo risultato?
Recensione - Fabbricante di lacrime, il nuovo film Netflix di Alessandro Genovesi

Distribuito su Netflix a partire dal 4 aprile 2024, Fabbricante di lacrime è il nuovo film di Alessandro Genovesi che adatta uno dei più grandi successi di sempre sul BookTok, il trend dei libri consigliati su Tik Tok, tanto da diventare il romanzo più venduto in Italia del 2022; il libro omonimo, firmato Erin Doom, viene adattato sullo schermo grazie alle interpretazioni di Caterina Ferioli e Biondo, al suo quarto ruolo cinematografico. Ma qual è il risultato della pellicola in questione? Di seguito, tutto ciò che c’è da sapere a proposito della trama e della recensione del film di Alessandro Genovesi.

La trama di Fabbricante di lacrime, il nuovo film di Alessandro Genovesi

Prima di proseguire con la recensione di Fabbricante di lacrime, vale la pena sottolineare innanzitutto la trama del film che vede la regia di Alessandro Genovesi; il nome “fabbricante di lacrime” deriva da una leggenda secondo la quale questo soggetto sia colui che, in un mondo senza emozioni, permette alle persone di esprimere rabbia, tristezza o altri sentimenti semplicemente creando delle lacrime che possano rigare il volto di chi le chiede. Nica (Caterina Ferioli) perde i suoi genitori e viene affidata all’orfanotrofio conosciuto con il nome di Grave, dove vive una vita difficile a causa della rigidità della sua reggente: qui, tra gli altri, conosce lo scontroso Rigel (Biondo) che dietro la burbera apparenza sembra nascondere un segreto.

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La recensione di Fabbricante di lacrime: un progetto fallimentare fin dalle sue fondamenta

È davvero difficile e faticoso riuscire ad offrire una recensione di Fabbricante di lacrime che prescinda dalla natura del progetto. Uno dei motivi per cui i film si realizzano, a volte – come in questo caso – è bene specificarlo, è semplicemente quello economico. Non una pretesa artistica, non una volontà di diffondere la propria idea, non di certo la pretesa di raggiungere un determinato pubblico da erudire in qualche modo. Produrre, ottenere e gestire denaro nella maniera più veloce possibile, un mantra a cui non si sottrae di certo Netflix e che coinvolge il regista italiano Alessandro Genovesi, che i più conosceranno per la regia di Il peggior Natale della mia vita e La peggiore settimana della mia vita, film che – a confronto con questo – sembrano essere anni luce avanti sotto tutti i punti di vista.

Fabbricante di lacrime deriva dal medesimo lavoro di Erin Doom che, grazie al BookTok, ha conquistato un incredibile successo in Italia, diventando il romanzo più venduto nel 2022 con oltre 500mila copie. Basterebbe questo dato per dire tutto, soprattutto in un momento di profonda crisi dell’arte in cui – quella che in passato sarebbe stata una fan fiction destinata a soli forum – un libro del genere diventa il best seller del nostro paese. Come se non bastasse, Fabbricante di lacrime viene adattato in forma di film con un cast che non ha bisogno di essere osservato sullo schermo per saggiarne l’idea di interpretazione; il risultato è pessimo su tutta la linea, evidentemente, con orrori in termini di scrittura e di gestione dei dialoghi che, avvicinandosi alla natura del libro, appaiono profondamente infantili e banali. Ognuno dei personaggi presentati sullo schermo risponde a delle logiche costitutive ma non si smuove mai da quelle: così, presentando un ideale archetipico di eroe, antieroe, antagonista e deteuragonista, il film non fa altro che muovere – neanche con troppa sapienza – le sue pedine tentando di condurle verso il finale e accontentandosi di ribadire il medesimo concetto, tra lupi cattivi che diventano buoni e personaggi che farebbero bene ad allontanarsi da quelli.

Nota dolente è anche il trattamento del tema erotico, che dovrebbe essere dominante nel film ma che si risolve in forma di pettorali inquadrati con maggiore attenzione e una ridicola (nonché assente) tensione sessuale: è un risultato orrorifico, che però fa pensare anche ad un’altra cosa: è pur vero, si diceva, che si lavora anche – e soprattutto – per portare a casa il profitto e che Fabbricante di lacrime sia tutt’altro che un lavoro artisticamente ispirato, ma anche nell’arte di consumo esistono delle logiche, che il film sembra rifuggire. Per cui, a essere respinto dalla pellicola non è tanto chi scrive, ma il target (pre-adolescenti, con tendenza al pubblico femminile) di destinazione, che si ritrova di fronte ad un film acerbo per alcuni punti e, per altri, totalmente distante dalle esigenze di una persona che ha appena superato l’età dell’infanzia.

1,0
Rated 1,0 out of 5
1,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
Recensione - Fabbricante di lacrime, il nuovo film Netflix di Alessandro Genovesi
Fabbricante di lacrime
Fabbricante di lacrime

Fabbricante di lacrime è un film Netflix che vede la regia di Alessandro Genovesi e che adatta il romanzo di Erin Doom divenuto celebre sul BookTok.

Voto del redattore:

1 / 10

Data di rilascio:

04/04/2024

Regia:

Alessandro Genovesi

Cast:

Caterina Ferioli, Simone Baldasseroni (Biondo), Sabrina paravicini, Alessandro Bedetti, Roberta Rovelli, Orlando Cinque

Genere:

Drammatico, sentimentale, erotico

PRO

Nessuno
Le interpretazioni pessime degli attori presenti nel cast
La natura del progetto
La banalizzazione della scrittura e dei dialoghi
Il target del film inconsistente