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Che cos’è il Chakobsa, la lingua utilizzata in Dune?

Uno degli aspetti più interessanti di Dune è rappresentato dalla lingua, il Chakobsa: ma che cos’è, come funziona e quali sono le sue regole?
Che cos'è il Chakobsa, la lingua utilizzata in Dune?

Così come tante altre opere che tentano di rivoluzionare numerosi aspetti cinematografici, letterari e artistici, in Dune una delle componenti fondamentali è quella linguistica. Al di là di tutto ciò che interessa i singoli personaggi e i poter di questi ultimi, come ad esempio le Bene Gesserit, un aspetto importantissimo è determinato proprio dal modo in cui comunicano i vari personaggi tra loro. La lingua utilizzata in Dune è totalmente inventata dal suo creatore e fa affidamento ad un suo vocabolario e ad un certo utilizzo lessicale e fonetico: si parla del Chakobsa, che potremmo definire l’equivalente in Dune del Na’vi in Avatar o della lingua del sindarin, inventata apposta per Il Signore degli Anelli. Ma che cos’è questo linguaggio, quali sono le sue regole e come funziona?

Che cos’è il Chakobsa a cui si è ispirato Frank Herbert per Dune?

Il Chakobsa utilizzato da Frank Herbert per Dune può ritenersi una lingua inventata, ma non del tutto: in effetti, esiste un Chakobsa che trova collocazione geografica nel nord-ovest caucasico e che può essere ritenuto come un sottoprodotto del circasso. Anche conosciuta come “lingua della caccia”, il Chakobsa veniva utilizzata inizialmente soltanto da principi e nobili, prima di una diffusione che ha interessato anche le realtà più popolari, spesso attraverso un’inversione fonetica particolarmente complessa di alcuni termini che sono diventati di uso comune.

Tra le parole Chakobsa di cui si è tramandato nel corso dei secoli figurano termini come Paphle (occhio), Wup (fucile), Kaepe (cavallo), Naeghune (fuoco), Schufae (pelliccia); il glossario, per quanto striminzito, permette anche di comprendere le esigenze di una lingua semi-segreta che veniva utilizzata solo per un ambito proto-bellico. Del Chakobsa si è parlato anche intorno agli anni ’30 del Novecento, grazie alla pubblicazione di Lev Nussimbaum, il quale ha avuto modo di approfondire la lingua segreta offrendo alcune descrizioni di tale linguaggio, oltre che un insieme di termini che sono stati tramandati fino a The Sabres of Paradise del 1960, libro di Lesley Blanch a cui Frank Herbert era particolarmente appassionato.

Che cos’è e come funziona il Chakobsa in Dune

Per quanto non ci siano numerosi legami tra il Chakobsa di Dune e quello precedentemente menzionato (che al tempo di Herbert non era conosciuto del tutto, dal momento che lo si stava appena studiando), è importante comunque stabilire una connessione tra queste due lingue, a dimostrazione dell’enorme lavoro di ricerca che lo scrittore ha realizzato per dar vita al Ciclo di Dune. Appassionato di Medio Oriente e di culture che fossero lontane da quella Occidentale, Herbert scrive in piena guerra fredda e dà voce a tutte quelle culture e realtà globali che fanno parte geopoliticamente dell’est del mondo, veicolando il suo pensiero attraverso una coplessa opera sci-fi in cui si avverta il peso di tradizione linguistica globale (con greco e latino la cui base si fa sentire per numerose definizioni), a cui si affianca la tradizione letteraria araba, indiana, cecoslovacca, serbocroata e russa. A queste influenze si affiancano sicuramente quelle dell’arabo e dell’ebraico, da cui numerose parole utilizzate in Dune – come Kwisatz Haderach – derivano; infine, l’inglese antico e tracce di azteco completano la lingua ibrida conosciuta anche come linguaggio magnetico.

Il Chakobsa in Dune viene parlato da Fremen e Bene Gesserit, che elaborano un linguaggio sulla base di questa lingua più una forma modernizzata dell’arabo, soprattutto per stabilire delle connessioni segrete con una lingua che non sia compresa dagli Harkonnen e dalle Grandi Case. Il Chakobsa è, inoltre, anche il linguaggio di battaglia che viene utilizzato dagli Atreides nel momento in cui a governare sull’Impero è la Casa di Corrino, con l’Imperatore Shaddam IV e con sua figlia Irulan che minacciano il comando degli Atreides sul pianeta Arrakis. Tra le parole che vengono utilizzate nei libri e riprese nei film di Denis Villeneuve ci sono alcune in cui si avverte – data l’influenza araba – la costituzione strutturale che si appoggia molto ai suoni consonantici e che risulta essere molto gutturale: si tratta di parole come Prana, Kania, Ghafla, Ghola, Uhm, Shadout, Sayyadina, oltre che le già citate Mua’Dib e Kwisatz Haderach.