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Oscar 2024: il commento delle fasi più salienti della cerimonia

La 96esima edizione degli Academy Awards si è conclusa. Nell’articolo il commento su tutti i momenti più salienti della cerimonia.
Il commento alla 96esima edizione degli Oscar

La novantaseiesima edizione degli Academy Awards si è definitivamente conclusa, lasciando vincitori e vinto come ogni anno. Ma quali sono stati i momenti più significativi della cerimonia? Di seguito il commento alla notte degli Oscar 2024.

Oscar 2024: Il monologo e gli interventi di Jimmy Kimmel

Per la quarta volta nella sua carriera, il comico Jimmy Kimmel ha condotto la serata degli Academy Awards, trasmessa negli Stati Uniti dall’emittente televisiva ABC. Durante il suo monologo di apertura ha toccato diversi argomenti, passando da una situazione all’altra, tra le più significative del 2023 cinematografico appena passato. Su tutti il fenomeno commerciale “Barbienheimer”, complice il grande successo al botteghino delle due pellicole, con riferimenti annessi alle esclusioni dalla lista dei candidati di Greta Gerwig per la regia e di Margot Robbie per attrice protagonista; sono seguite poi battute sulla durata media dei film hollywoodiani, sempre più alta, e non sono mancate due parole a proposito del lungo periodo di sciopero sia degli sceneggiatori sia degli attori, ironizzando sul futuro dell’intelligenza artificiale.

Per quanto riguarda l’umorismo, si pecca di discontinuità nella brillantezza delle gag comiche, non solo nel monologo, ma anche nel corso dell’intera serata, tra una consegna e l’altra, alternando momenti divertenti a situazioni al limite dell’imbarazzo, come il siparietto con Robert Downey Jr. Infine, nella fase ormai conclusiva, Kimmel simpaticamente legge in diretta il post su Truth Social dell’ex presidente Donald Trump, in cui critica aspramente il conduttore stesso. Quest’ultimo reagisce in maniera pungente alla provocazione, non mandandole certo a dire al tycoon americano, pronto a lanciarsi alla corsa della Casa Bianca il prossimo novembre.

Il commento alla 96esima edizione degli Oscar

Oscar 2024: Lo sketch con John Cena nudo(?)

Tra le presentazioni delle categorie, ha fatto e farà ancora parlare di sé lo sketch con John Cena: l’ex wrestler è salito sul palco del Dolby Theatre completamente nudo(?), annunciando i vari candidati per la statuetta a “Migliori costumi”, coprendosi i genitali con la cartellina del vincitore, per poi essere coperto con un vestito da Kimmel. Naturalmente la gag era finalizzata a far comprendere l’importanza del settore, troppo spesso relegato nelle fasce “minori” di una produzione cinematografica o comunque non particolarmente posta all’attenzione del grande pubblico. Da una parte c’è chi sostiene la vera nudità, dall’altra chi propende per una specie di protesi o intimo color carne; sicuramente gli addetti ai lavori giocheranno a mantenere l’alone di mistero, poiché tutto rientra nella gigantesca macchina del marketing, sempre in movimento e sempre affamata.

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Oscar 2024: i discorsi più sentiti

All’interno dei numerosi discorsi pronunciati dopo l’assegnazione dei singoli premi, ve ne sono tre che hanno principalmente catturato l’attenzione o si sono distinti per la loro solennità, in base al preciso contesto. Si comincia dall’inizio, con Da’Vine Joy Randolph vincitrice della statuetta per la migliore attrice non protagonista in The Holdovers – Lezioni di vita: fin da subito si è dimostrata commossa, ringraziando nel suo discorso la madre, riferendosi a quanto sia stato difficile per una ragazza afroamericana tentare d’intraprendere questo lavoro; la frase più emblematica è il suo «Grazie per avermi visto!».

Il secondo è quello di Jonathan Glazier, a seguito della vittoria del film La zona d’interesse per miglior film internazionale: il regista e sceneggiatore britannico ha sottolineato quanto la deumanizzazione sia la tematica fondamentale della sua pellicola; a tal proposito ha fatto riferimento al conflitto in Medioriente, ricordando sia le vittime israeliane della strage dello scorso 7 ottobre, sia le vittime palestinesi della conseguente rappresaglia, facendo riferimento proprio alla suddetta deumanizzazione, presente ancora oggi.

Infine, riferendosi di nuovo alla realtà bellica, molto sentito è stato il discorso del regista Mstyslav Černov, autore del documentario 20 days in Mariupol, vincitore nella categoria ad esso dedicata, in cui confida al pubblico che avrebbe fatto volentieri a meno di vincere questo premio, se ciò avesse significato l’impedimento dell’invasione russa in Ucraina, avvenuta il 24 febbraio 2022, un discorso carico di desiderio di pace e di amore per la sua nazione, tutt’ora impegnata a difendersi dall’aggressore.

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Oscar 2024: l’esibizione delle canzoni candidate

Come da tradizione, tutte la canzoni originali candidate sono state cantate dal vivo, scaglionate in mezzo alle varie premiazioni: tra le esibizioni più emozionanti non può mancare la performance di Billie Eilish, accompagnata al piano dal fratello, autori della canzone vincitrice intitolata What Was I Made For? (Barbie), senza dimenticare la Osage Nation, portatrice sul palco della canzone Wahzhazhe (A Song for My People) composta per il lungometraggio di Martin Scorsese Killers of the Flower Moon.

A rubare la scena però è stata sicuramente la coreografia e lo show di Ryan Gosling in occasione del brano I’m just Ken (Barbie), in cui dimostra doti canore non indifferenti, ma soprattutto traspare molta simpatia e leggerezza, in modo da soddisfare i milioni di fan, a cui la pellicola di Greta Gerwig è piaciuta molto. Ad accompagnare il protagonista sul palco durante l’esibizione, erano presenti anche le altre versioni di Ken viste nel film, tra cui quelle interpretate da Simon Liu e Kingsley Ben-Adir.

Il commento alla 96esima edizione degli Oscar

Oscar 2024: Il momento In Memoriam

Altro momento tradizionale tipico della cerimonia degli Oscar è la parte in cui si ricordano gli addetti ai lavori defunti, durante l’anno appena trascorso: in questa edizione c’è anche un po’ d’Italia, giacché sono stati chiamati sul palco Andrea Bocelli e suo figlio Matteo, per intonare Con te partirò. Peccato durante questo solenne momento, si sia data continuità agli errori delle edizioni passate, rendendolo di fatto il meno convincete di tutta la serata.

Dal punto di vista registico, si cerca di mantenere nella stessa inquadratura: lo schermo, i cantanti e i ballerini, causando difficoltà nella lettura dei nomi; alcuni poi risultano completamente persi, sacrificati per dei primi piani sulla coppia canora. Di fatto si assiste ogni volta ad una gerarchizzazione dei morti, privilegiando la parte attoriale rispetto alle altre meno quotate; comportamento discutibile che continua a destare perplessità, portando a chiedere se ha ancora senso proporre ricorrenze del genere, se poi non si è in grado di gestirle come si deve.

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Oscar 2024: le sorprese e i grandi assenti

A livello di premiazioni non ci sono state sorprese eclatanti, l’unico caso in cui forse si può parlare di vittoria non prevista è a proposito di Emma Stone, capace di portarsi a casa l’Oscar per la miglior attrice protagonista (Povere creature!), dato che la favorita di turno era Lily Gladstone (Killers of the Flower Moon) soprattutto perché ci si attendeva il primo riconoscimento in assoluto ad un’attrice di etnia nativo americana. Sotto certi aspetti anche la vittoria de Il ragazzo e l’airone, nella categoria “Miglior film d’animazione”, è andato oltre i più sicuri pronostici; il dispiacere è stato non vedere nessuno dello Studio Ghibli salire sul palco per ritirare il premio, data l’assenza di Miyazaki e Suzuki.

Così facendo è passato un po’ in sordina lo straordinario bis compiuto dal Maestro e dalla casa di produzione giapponese, l’unica straniera ad aggiudicarsi tale riconoscimento, esattamente ventun anni dopo la prima vittoria. Grande assente anche Wes Anderson, vincitore per il suo cortometraggio La meravigliosa storia di Henry Sugar, presentato in anteprima all’ottantesima edizione della Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, prima statuetta per il regista, in passato candidato per le sue pellicole animate Fantastic Mr. Fox (2009) e L’isola dei cani (2019). Riconoscimento capace forse di compensare un minimo la mancata inclusione del suo ultimo lungometraggio Asteroid City, completamente ignorato dalla corsa alle candidature.