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La sala professori: la spiegazione del finale del film candidato agli Oscar 2024

La sala professori di lker Çatak, candidato agli Oscar 2024 come miglior film internazionale, si conclude con un epilogo simbolico: ma qual è la spiegazione del finale?
Di seguito la spiegazione del finale de La sala professori, il film di Ilker Çatak candidato agli Oscar 2024

Tra i finalisti candidati come miglior film internazionale alla 96esima edizione degli Oscar 2024, La sala professori (The Teacher’s Lounge) del regista tedesco Ilker Çatak è un film drammatico del 2023 distribuito nelle sale italiane a partire dal 29 febbraio 2024. Incentrato sapientemente sulla costruzione progressiva della tensione intorno alle vicende riguardanti la docente protagonista e il mondo della scuola, il film La sala professori presenta un finale silente, che sembra solo apparentemente lasciare a bocca asciutta senza una vera soluzione. Di seguito il finale e la spiegazione de La sala professori, il film di Ilker Çatak candidato agli Osacr 2024.

Il finale de La sala professori, il film di Ilker Çatak candidato agli Oscar 2024

Prima di andare ad affrontare la spiegazione del finale del film La sala professori di Ilker Çatak, occorre soffermarsi su ciò che accade alla fine. Nelle scene finali de La sala professori, vediamo la professoressa Nowak in classe parlare direttamente e apertamente a tutti i suoi alunni, quando vede entrare Oskar, il figlio della segretaria sospettata dei furti, che era stato sospeso per aver spaccato il vetro della porta del ripostiglio della palestra e gettato nel fiume il computer della professoressa Nowak, contenente la prova del furto, dopo essere stato offeso da un compagno.

Per quanto la professoressa Nowak, aiutata dal resto dei suoi colleghi, provi a convincere Oskar di andarsene perché non può rimanere a scuola in quanto sospeso o sarà costretta a chiamare la polizia, lui non vuole alzarsi dal banco e allora la professoressa decide di chiudersi dentro la classe sola con lui, seduta accanto al bambino. Nella scena finale vediamo Oskar tirare fuori un cubo di Rubik e risolverlo in poche mosse. Da sfondo ai titoli di coda, vediamo Oskar trasportato di peso, ancora seduto sulla sedia, sulle spalle di due agenti di polizia, portato via come se fosse un re trionfante sul suo trono.

La spiegazione del finale de La sala professori: l’alunno e il maestro allo specchio

Nel finale de La sala professori assistiamo a quello che sembra essere a tutti gli effetti uno scontro pacifico, volto a risolvere le incomprensioni e gli spiacevoli eventi accaduti tra la professoressa Nowak e il suo alunno. Oskar, non senza esitare a lungo, riesce finalmente a cedere e porre fine al suo mutismo, non rivolgendosi però direttamente alla sua insegnante, ma con un gesto ben più significativo di mille parole. Oskar infatti tira fuori dal suo zaino il cubo di Rubik che gli era stato precedentemente regalato proprio dalla Nowak, perché in quanto sua insegnante, ha fin da subito riconosciuto in lui un talento che va ben oltre il normale. Il fatto di vedere nel bambino un potenziale straordinario, criticato dal resto dei suoi compagni poiché visto come un atteggiamento da secchione, Oskar si sente finalmente compreso da qualcuno e capisce di poter portare rispetto e riporre fiducia nella figura della sua insegnante.

Il legame così consolidato inizia a sfaldarsi nel momento in cui la Nowak accusa sua madre, la segretaria della scuola, dei furti accaduti all’interno delle mura scolastiche, perché in possesso di un video che ne attesta la prova. Oskar comincia dapprima a essere isolato dai suoi compagni per paura di essere derubati da lui, e poi anche dal resto del corpo docenti che vorrebbero cacciarlo da scuola per la sua eccessiva aggressività scaturita dalla pressione psicologica di cui è vittima. Come vediamo nella scena finale, la professoressa Nowak è davvero l’unica figura che può mediare con Oskar su quanto successo, proprio perché già dapprima dell’accaduto aveva costruito insieme al suo alunno un legame profondo fatto di umanità e fiducia reciproche.

L’atto ufficiale che suggella il loro legame ha luogo quando la Nowak concede a Oskar di tenere il cubo di Rubik fino a quando non lo ha risolto, e così è stato fatto dal bambino, avvalorando sia il talento dell’alunno che la promessa che si erano fatti. In questo senso, l’inquadratura finale in cui professoressa e alunno sono ritratti l’uno di fronte all’altra rappresenterebbe metaforicamente il loro riflettersi reciprocamente, la loro profonda somiglianza da cui deriva il comprendersi vicendevolmente. Questo a rammentare il messaggio sotteso nel film per cui non conta dunque scoprire la verità o il colpevole, l’importante è preservare un rapporto umano e di fiducia tra maestro e alunno, l’unico canale di comunicazione a cui ci si dovrebbe aggrappare per far trapelare ogni forma di educazione e di sapere per combattere discriminazioni, stereotipi, pregiudizi e la violenza e l‘odio che ne derivano.