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Recensione – The Beekeeper, l’action thriller di David Ayer con Jason Statham

Jason Statham torna protagonista nel nuovo action thriller diretto da David Ayer, regista di “Fury” e “Suicide Squad”. Questa pellicola riesce ad essere una buona proposta d’intrattenimento?
La recensione di The Beekeeper, diretto da David Ayer, con Jason Statham

Distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 12 gennaio 2024, mentre in quelle italiane l’11 gennaio dello stesso anno. Diretto da David Ayer, con protagonisti: Jason Statham, Josh Hutcerson, Jeremy Irons e Emmy Raven-Lampman. Ma quale sarà stato il risultato di The Beekeper? Di seguito, la trama e la recensione del film.

La trama di The Beekeeper, diretto da David Ayer

Di seguito la trama ufficiale di The Beekeeper, diretto da David Ayer:

“Adam Clay è un uomo che vive una vita tranquilla, con un passato da ex agente di un’organizzazione potente e pericolosa conosciuta come “Beekeepers”, appunto “Apicoltori”. Il loro motto è “denuncia la corruzione. Combatti il sistema. Proteggi l’alveare”. Infatti lo farà, soprattutto per proteggere i deboli dall’avidità dei prepotenti. Una specie di cavaliere senza macchia e senza paura del ventunesimo secolo, capace di far fuori da solo un numero imprecisato di avversari.”

La recensione di "The Beekeeper", con Jason Statham e Jeremy Irons.

La recensione di The Beekeeper, con Jason Statham e Jeremy Irons

Nei dibattiti cinematografici esce spesso come argomentazione, per stabilire la riuscita o meno della pellicola discussa, l’intenzione più o meno elevata con cui il progetto è portato avanti. Di conseguenza c’è chi cambia metro di valutazione in base a quello che su trova davanti: il cosiddetto popcorn movie, realizzato esclusivamente per intrattenere, non dovrebbe essere analizzato con la stessa severità e attenzione rispetto ad altri prodotti, poiché seguendo questa logica, conta solamente l’aspetto esteriore e sensoriale. L’essere umano è dotato di un cervello pensante, decidere di non usarlo equivale ad insultare le capacità di cui è dotato, anche perché scavando nel profondo e prestando attenzione a quello che viene posto davanti agli occhi, ci si può accorgere che di intenzioni altre ce ne sono eccome. Dato il modo in cui si presenta il nuovo film di David Ayer, nessuno si stupisce della struttura e dei cliché narrativi presenti, perciò qualcuno potrebbe fare finta di nulla a proposito della completa inverosimiglianza della situazione; potrebbe chiudere un occhio sulla ridicola pretestuosità delle premesse con cui si dà inizio alla vicenda; potrebbe non dar peso alla totale assenza di caratterizzazione dei personaggi, a cui sono messi in bocca dialoghi semplicemente imbarazzanti, con estenuanti e ridondanti riferimenti alle api e al loro microcosmo.

Infine, potrebbe non tener conto della quasi totale incapacità attoriale del protagonista, tanto ciò che conta davvero è la sua capacità di rendersi credibile quando mena gente. È impossibile rimane indifferenti e neutrali nei confronti dell’ideologia alla base di un lungometraggio simile: The Beekeeper riporta le lancette dell’orologio indietro di trenta/quarant’anni, ben consapevole di proporre un soggetto in controtendenza con il percorso intrapreso dall’industria audiovisiva contemporanea. Oltre ad essere stantio nel rielaborare il concetto, discutibile e deprecabile, del farsi giustizia da sé, la pellicola risulta colpevole di mettere in discussione la rappresentazione odierna dell’uomo e della donna, manifestando sentimenti nostalgici per i tempi che furono, quando il becero machismo la faceva da padrone ed era considerato un punto fermo su cui partire. Il lungometraggio sembra, infatti, realizzato per quel pubblico maschile, gigante nella muscolatura ma lillipuziano nella cultura e nell’etica, terrorizzato e destabilizzato dal women empowerment cinematografico, ma non solo, che con sacrosanta convinzione si cerca di portare avanti.

Un’operazione ultraconservatrice mossa dal desiderio di una specie di “ritorno all’ordine”, in cui gli aspetti primordiali vengono messi in scena sacrificando ogni tipo di pudore, dando un significato diverso alla volgarità, che non si misura in base al linguaggio più o meno scurrile dei personaggi. La legge è inadeguata e inconsistente per tutta la durata, e guarda caso i suoi rappresentanti sono tutte figure femminili: dall’agente del F.B.I, al capo della C.I.A, fino alle alte istituzioni politiche; ognuna di esse risulta sconfitta, subordinata, accondiscendente o debitrice dell’uomo per l’ottenimento dei propri. Al maschio deve restare assegnato l’ingrato compito di sistemare i torti di questa vita, naturalmente servendosi della violenza, del sangue e del suo individualismo.

Il trailer ufficiale di The Beekeeper, diretto da David Ayer
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La recensione di The Beekeeper, diretto da David Ayer, con Jason Statham
The Beekeeper
The Beekeeper

Dal regista di "Suicide Squad" (2016), il nuovo thriller d'azione con protagonista Jason Statham: un apicoltore, ex agente segreto, tornato per vendicarsi della morte della sua vicina

Voto del redattore:

1 / 10

Data di rilascio:

11/01/2024

Regia:

David Ayer

Cast:

Jason Statham, Josh Hutcherson, Jeremy Irons, Emmy Raven-Lampman, Phylicia Rashad, Michael Epp, Bobby Naderi e Jemma Redgrave

Genere:

Thriller

PRO

Nessuno
La sceneggiatura, in tutti i suoi aspetti
L’ideologia maschilista alla base del progetto
Il cast