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Golden Globe 2024: trionfo di Oppenheimer, che “cappotta” Barbie

L’imprevedibilità sacrificata in nome della meritocrazia: i Golden Globe 2024 riportano il valore al centro in un’edizione in cui Oppenheimer batte 5 a 1 (o 2?) Barbie.
Golden Globe 2024: trionfo di Oppenheimer, che "cappotta" Barbie

La notte dei Golden Globe 2024 rappresenta il primo grande impegno cinematografico della stagione a premi, che culminerà con gli Oscar 2024 ma che – intanto – si arricchirà di numerosi contributi da parte delle gilde e di tanti altri riconoscimenti. Un viatico certamente importante, dal momento che – se fino a questo momento erano stati soltanto pochi giornalisti a votare per le vittorie di questo o quell’addetto ai lavori – per la prima volta il pubblico accede a pieno merito ad un contesto in cui si ripeteranno spesso gli stessi nomi, fino a consegnare un responso definitivo. I Golden Globe 2024 affondano il primo colpo ed è tutt’altro che banale: una notte piena di risultati previsti (sembra quasi clamoroso) e in cui il distacco tra alcuni titoli appare così tanto netto da rendere difficile il parlare di outsider.

Il trionfo di Oppenheimer: 5 Golden Globe vinti e dominio nelle principali categorie

Che i Golden Globe siano il primo grande premio della stagione è un dato di fatto e, negli ultimi anni, ciò ha lasciato margine per acquisire una determinata condotta soprattutto per quanto riguarda l’assegnazione di determinati premi ad attori e/o registi. Il 2024 non poteva che essere più scontato di così, in una notte in cui tutti i risultati più prevedibili si sono tramutati in premio: ma si tratta davvero di un fattore negativo? A dire il vero, la decisione di premiare ciò che doveva essere premiato rappresenta un atteggiamento così tanto atipico, negli ultimi anni, da sorprendere, ma il 2023 ha consegnato allo spettatore titoli così tanto imbattibili da non rendere possibile un ragionamento altro.

Oppenheimer è senza dubbio il film dell’anno: non avrà vinto al box office nel tanto decantato Barbienheimer, ma possiede senz’altro tutti gli elementi che permettono di formalizzare un discorso che lascia spazio a ben poche interpretazioni: è un film che adatta una materia storica, sulla base di tre ore e parzialmente in bianco e nero, per cui c’erano tutte le carte in regola per realizzare un prodotto che potesse essere respingente ma che – data la sapiente mano di Christopher Nolan, qui in un’inusitata sfida di sottrazione con se stesso – riesce a centrare il punto e divenire perfetto. Le 5 vittorie ai Golden Globe 2024 sono, allora, il giusto premio che il film poteva ottenere nelle sue categorie: miglior film drammatico, miglior attore protagonista e non protagonista in un film drammatico, migliore regista e migliore colonna sonora.

Christopher Nolan realizza finalmente la sua macchina perfetta, servendosi di interpretazioni magistrali e riuscendo a generare un film in cui tutto appare ideale, a partire dal montaggio e fino a giungere al senso del tempo; contestualmente, i premi dati agli attori sono anche il giusto riconoscimento in un momento in cui è fondamentale analizzare il frutto di una carriera importantissima: tanto Cillian Murphy quanto, soprattutto, Robert Downey Jr. arrivano ad un momento della carriera in cui c’è un vero e proprio tutto per tutto, per cui – in barba ad altre tipologie di ragionamento, che avrebbero portato il premio a Colman Domingo o Ryan Gosling – è giusto che l’esito sia stato tale.

Povere creature! sbaraglia la concorrenza dopo il Leone d’Oro

Nelle categorie in cui Oppenheimer non poteva vincere, la concorrenza è stata sbaragliata da Povere creature! di Yorgos Lanthimos. Il film ha già ottenuto il Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia 2023 e, in un anno in cui sono indubbiamente usciti al cinema grandi titoli, continua a guadagnare spazio soprattutto nelle categorie che gli competono. Un film che non soltanto omaggia il cinema e mostra il senso più puro del cinema attraverso il suo sguardo, ma che mostra tutto l’indiscutibile talento del regista greco che – ormai – rappresenta uno dei picchi di pregio anche nel mercato internazionale: la seconda collaborazione con Emma Stone per Yorgos Lanthimos (non sarà l’ultima) comporta una vittoria per l’attrice che trionfa nella categoria di miglior attrice protagonista in un film commedia o musicale, mentre nella categoria di miglior film drammatico la vittoria va a Lily Gladstone.

È sfida a due ormai da tempo per le due attrici ma, a seguito di questa manifestazione, si conferma tale con pochissimo (se non nullo) spazio per Carey Mulligan e Margot Robbie. Povere creature! vince, però, anche nella categoria di miglior film commedia o musicale: è il risultato massimo a cui il film poteva ambire (la vittoria di Mark Ruffalo con un RDJ presente era pura utopia), per cui la seconda grande soddisfazione della serata va al regista greco, con un film che darà fastidio agli Oscar 2024 ma che, in ogni caso, si conferma il meglio che il mercato statunitense potesse richiedere nel 2023.

Barbie si accontenta di un non-premio

Se si può parlare di trionfo di Oppenheimer ai Golden Globe 2024, si può fare lo stesso anche nel verso opposto: chi esce sconfitto dalla serata della manifestazione a premi è Barbie, che ottiene sì due trofei, ma per la migliore canzone a Billie Eilish e in una categoria che somiglia sempre più a un non-premio. Non che lo diventi nel momento in cui a vincere è stato Barbie, ma introdurre la categoria di miglior blockbuster rappresenta un ennesimo passo verso la concezione del cinema in quanto macchina solo, ed esclusivamente, strutturale e capitalistica ad ogni costo. Del resto, ad essere premiato è stato il film che ha guadagnato di più al cinema nel 2023, ma i criteri del premio non sono mai stati del tutto chiariti: tra i film candidati c’era Taylor Swift: Eras Tour, piuttosto sovrabbondante rispetto agli altri non trattandosi di un lungometraggio a tutti gli effetti, eppure forse addirittura più meritevole di Barbie nella categoria in questione, dal momento che – se si vuole premiare “l’intuizione che porta gente al cinema” e non soltanto il mero guadagno – il film-evento ha pur sempre ottenuto uno dei moltiplicatori più alti dell’anno, di fatto trattandosi di un concerto. Qualunque sia la motivazione o la dietrologia del premio, Barbie si conferma per quel che è stato in un 2023 da cui ci si aspettava molto anche dal film di Greta Gerwig: un fumoso evento di richiamo, ma che si concretizza in un nulla di fatto (miliardo a parte, si intende).

Corsa a due nel mondo della televisione

Nel mondo della televisione c’è poco da dire per una cerimonia che, anche in questo caso, si rivela piuttosto scontata rispetto alle previsioni. Si potrebbe parlare, certo, di una sconfitta su tutti i fronti per The Last Of Us (che non vince né come serie, né tra gli attori), ma il dato va analizzato secondo un altro aspetto: quello di Succession è un evento televisivo troppo grande per non essere premiato costantemente; i Golden Globe hanno dimostrato di non avere paura nel premiare – anche più volte – gli stessi volti e nel campo televisivo si fanno ben pochi ragionamenti di sorta per quanto riguarda la rappresentanza politica, sociale o identitaria. Vince ciò che è meglio rispetto ad un tema di evento mediatico e secondo criteri che appartengono alla critica statunitense, che ha sempre sostenuto il grandissimo successo di Succession, una delle serie che sono già state in grado di fare la storia.

Dall’altro campo c’è, invece, un grande avanzamento di The Bear: come si affermava in altri lidi, la serie creata da Christopher Storer ha compreso al momento giusto che il contesto frenetico della cucina è di per sé valido, ma non abbastanza; uscire dalla comfort-zone di quella ha permesso alla serie su Disney Plus di aprirsi ad altri aspetti, anche meta-cinematografici, consegnando allo spettatore un prodotto pregevole. Vince (di nuovo e per il secondo anno di fila) Jeremy Allen White, ma trionfano anche The Bear nella sua categoria e Ayo Edebiri tra le attrici nella comedy: un riconoscimento finalmente dovuto per l’attrice che, nella sua giovanissima carriera, ha sempre dimostrato una versatilità e una dedizione senza pari nel mondo della televisione e del cinema, e che ormai appare lanciata verso un futuro di grande importanza.

Corsa agli Oscar 2024 già definita?

Si dice sempre che i Golden Globe siano il viatico per gli Oscar, anche se ciò non è stato sempre vero nel corso degli ultimi anni: che fosse per un motivo celebrativo o per la previsione che certi volti (quello di Michelle Yeoh nel 2023, ad esempio) trionfassero agli Academy, i Golden Globe hanno iniziato ad intraprendere una strada autonoma che sembra influenzare sempre meno le future manifestazioni a premi. Nel 2024 sembra esserci un’inversione di tendenza da un lato per quella concretezza nelle scelte, dall’altro per una pista segnata per molti: Oppenheimer è un fenomeno praticamente imbattibile e 5 Golden Globe sono anche pochi, se si pensa a categorie come miglior montaggio, miglior sonoro e migliore fotografia in cui il film potrebbe trionfare agli Oscar. Se così dovesse essere, l’ultima grande lotta – come si diceva – rimarrebbe quella tra Gladstone-Stone, con un Killers of the Flower Moon che potrebbe rimanere a secco per le restanti categorie e con una manifestazione sì più scontata e prevedibile, ma finalmente anche più meritocratica.