Cerca
Close this search box.

Recensione – Bitconned: il documentario Netflix sulla truffa delle crypto

A seguito di Crypto Boy, Netflix continua il suo lavoro sulla denuncia delle truffe con le criptovalute con Bitconnect, documentario che racconta la prima grande truffa dei Bitcoin.
Recensione - Bitconned: il documentario Netflix sulla truffa delle crypto

A seguito della distribuzione del film Crypto Boy, che raccontava i possibili effetti di una truffa delle criptovalute attraverso la prospettiva di una persona che era stata tesa in inganno, Netflix torna a parlare delle crypto e delle loro componenti negative attraverso il documentario Bitconned di Bryan Storkel, che racconta una delle prime grandi truffe di criptovalute avvenuta nel 2017, ad opera di Ray Trapani. Ma quale sarà stato il risultato? Di seguito, la trama e la recensione di Bitconned.

La trama di Bitconned, il documentario Netflix sulla truffa delle crypto

Nel considerare la recensione di Bitconned, il documentario di Netflix diretto da Bryan Storkel che racconta la truffa di Ray Trapani, si indica innanzitutto la sua trama, che segue attraverso la sinossi fornita dallo stesso servizio di streaming:

Fin da giovane, Ray Trapani aveva sempre desiderato essere un criminale. Nel 2017 il mondo dell’economia era in fermento per il boom dei bitcoin e per i truffatori non esisteva nulla di meglio delle criptovalute. Così, quando un amico gli ha proposto di creare un’apposita carta di debito, Ray ha colto l’occasione al volo. C’era solo un problema: non aveva idea di come fare. Ma grazie a falsi profili LinkedIn, al sostegno di diverse celebrità e all’insaziabile desiderio della comunità online di “arricchirsi in fretta”, Centra Tech ha presto iniziato a incassare milioni di dollari al giorno. Era tutto vero? No. Ma ha funzionato? Forse. In questo documentario trasgressivo e dal ritmo incalzante del regista Bryan Storkel (produttore di The Legend of Cocaine Island e regista di The Pez Outlaw: il fuorilegge delle caramelle), Ray stesso guida gli spettatori attraverso gli alti e bassi del suo drammatico percorso insieme alla sua famiglia, agli ex amici e al giornalista che ha denunciato Centra Tech come la prima frode di vasta portata dell’era della criptovaluta.

La recensione di Bitconned: un’analisi riuscita (ma fin troppo catchy)

Alla fine del 2023 Netflix aveva distribuito, in tutti i paesi in cui è attualmente disponibile il servizio, il film Crypto Boy, in grado di raccontare – anche se non perfettamente, con un certo appiattimento nella narrazione specie nella sua componente di denuncia – gli effetti della truffa delle criptovalute. A distanza di qualche mese il servizio di streaming esordisce nel 2024 con Bitconned: la truffa di una criptovaluta, documentario diretto da Bryan Storkel che racconta una delle prime grandi truffe nel mercato dei Bitcoin, ad opera di Ray Trapani. Prosegue, così, il lavoro di Netflix che tenta di mostrare gli effetti negativi di un mercato incontrollato, soggetto costante di speculazione e di truffa, che può essere alla base di vere e proprie tragedie tanto economiche quanto sociali; come si diceva anche per Crypto Boy, un lavoro di questo genere può dirsi intelligente e, in effetti, Bitconned non sbaglia nel centrare il punto e nel raccontare una componente reale, vissuta da migliaia di persone: tuttavia, emerge ancora una volta – dalla visione complessiva del progetto – un certo tipo di passività rispetto ad una volontà di raccontare, in maniera estremamente lucida, il mondo delle criptovalute. Il documentario, benché sia ben realizzato in numerose delle sue componenti, appare ancora una volta incapace di distinguere la truffa dal fenomeno delle criptovalute, preferendo l’inserimento di ogni possibile elemento in un medesimo calderone, che stigmatizza il mondo delle crypto e che (a quanto pare) non sembra prevedere degli scenari positivi.

Quello delle crypto è un mondo vasto e ricco di determinazioni, che dà lavoro e opportunità di vita ma che, come spesso accade per una nuova realtà che ha ancora bisogno di un’accurata regolamentazione, dà spazio a truffe di ogni genere. Bisognerebbe ragionare, in maniera lucida, sulla differenza che si pone tra il mercato delle criptovalute – generato sulla base di transazioni verificate e crittografate, dunque inattaccabili – e un qualsivoglia schema Ponzi, un modello di truffa che esiste da prima che il Bitcoin nascesse e che continuerà a perdurare anche oltre la storia della moneta virtuale. A dire il vero, la prospettiva presentata all’interno del documentario è addirittura terza rispetto alle dinamiche precedentemente citate, per cui sarebbe stato certamente più netto un risultato che punta sull’identificazione di taluni comportamenti in assenza di una volontà maggiormente estetizzante. Lo sguardo complessivo del documentario cede al catchy: la storia raccontata viene arricchita da font attrattivi, orpelli estetici, colonna sonora vibrante e montaggio cadenzato, che genera ritmo nella narrazione. Se, da un punto di vista legato prettamente all’intrattenimento, il risultato è positivo, con un documentario che – nonostante il suo tema – riesce ad essere “vissuto” velocemente da parte dello spettatore, non si può dire lo stesso di quegli aspetti morali che appaiono secondari rispetto alla volontà di confezionare un prodotto esteticamente impeccabile. Il Ray Trapani presentato, allora, corre il rischio di trasformarsi – da criminale qual è – in un moderno prometeo del web, per effetto di numerosi (troppi) interventi incensatori anche quando si parla di truffa e condotta criminale.

La percezione globale è quella di un documentario riuscito, che sa identificare la fonte del problema e che, grazie all’intervento della componente giornalistica, sa affrontare l’intera dinamica in maniera lucida, non riuscendo a restituire il medesimo risultato quando si tratta di parlare del giovane Ray Trapani. Ne è un emblema l’intervento finale della madre, che attacca l’intervistatore nel momento in cui quest’ultimo sembra alludere a denaro nascosto dal criminale nonostante i 12 reati commessi. È importante, allora e specie in prodotti di questo genere, compiere un lavoro documentaristico che vada oltre il mero intrattenimento (lo si ribadisce, riuscitissimo grazie soprattutto a montaggio e gestione del materiale d’archivio) e si concentri più sull’oggetto primo di quello che prodotti del genere devono offrire: informazione.

0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Bitconned: la truffa di una criptovaluta
Bitconned: la truffa di una criptovaluta

Bitconned: la truffa di una criptovaluta è un documentario Netflix che racconta la prima grande truffa nel mondo delle criptovalute realizzata nel 2017, in un'epoca di grande successo per il Bitcoin e per il mercato delle blockchain.

Voto del redattore:

5 / 10

Data di rilascio:

01/01/2024

Regia:

Bryan Storkel

Cast:

Ray Trapani, Robert Farkas, Sohrab Sharma, Sam Bankman-Fri, Damian Williams

Genere:

Documentario

PRO

La ricostruzione di una delle truffe finanziarie più celebri della storia
Il ritmo cadenzato ottenuto grazie ad un montaggio intelligente
L’estetizzazione quasi compiaciuta del criminale
Si dà fin troppo spazio a interventi complici della truffa
L’incapacità di distinguere la truffa dal mondo legale delle criptovalute