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#41TFF Recensione – Gianni Versace: l’Imperatore dei sogni

Fiction e documentario si incontrano in un profondo omaggio alla memoria di Gianni Versace nel nuovo film diretto da Mimmo Calopresti presentato in anteprima al 41° TFF.
Gianni Versace - L'Imperatore dei Sogni di Mimmo Calopresti

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Gianni Versace – L’Imperatore dei Sogni
Genere: Documentario
Anno: 2023
Durata: 70′ 
Regia: Mimmo Calopresti
Sceneggiatura: Mimmo Calopresti e Monica Zapelli
Cast: Leonardo Maltese, Vera Dragone, Antonio Oppedisano, Clio Calopresti e Francesco Caracciolo 

Fotografia: Federico Torres
Montaggio: Irene Vecchio
Colonna Sonora: Andrea Fornaciari
Paese di Produzione: Italia 

Tra i vari titoli Fuori Concorso presenti al 41° Torino Film Festival, più precisamente nella sezione denominata Ritratti e Paesaggi, si fa largo “Gianni Versace – L’Imperatore dei Sogni”, un docufilm diretto da Mimmo Calopresti (“La Seconda Volta”, 1995, “Preferisco il Rumore del Mare”, 2000 e “Aspromonte – La Terra degli Ultimi”, 2019). Un profondo e sentito omaggio al noto stilista ed imprenditore italiano Giovanni Maria Versace, detto Gianni (1946-1997), attraverso un rapido e frammentario excursus del suo percorso e della sua carriera, dal trasferimento a Milano alle prime sfilate, fino alla tragica scomparsa. Di seguito la trama ed una breve analisi del docufilm presentato al TFF. 

La trama di “Gianni Versace – l’Imperatore dei Sogni” di Mimmo Calopresti 

Gianni Versace nasce e cresce a Reggio Calabria tra il lungomare calabrese e la bottega da sarta della madre. Fin dall’infanzia mostra la sua grande ed innata passione per la moda, l’arte e la bellezza. La storia del geniale stilista italiano comincia, però, solo più avanti quando, nel 1971, si trasferisce a Milano in compagnia del fratello Santo e la sorella Donatella, i suoi futuri e più stretti collaboratori. È, infatti, la capitale milanese che permette al giovane Gianni di realizzare il suo sogno, ridisegnare il mondo della moda attraverso capi d’abbigliamento, disegni ed accostamenti di colori rivoluzionari. Tante sono le future top model che Versace cresce e lancia in passerella: Naomi Campbell, Carla Bruni, Claudia Schiffer, Linda Evangelista e molte altre ancora, senza dimenticare le numerose collaborazioni con fotografi e pubblicitari illustri. Un profondo viaggio attraverso ricordi, parole ed interviste che scandiscono e riportano alla luce l’uomo dietro l’artista, fino al momento più drammatico: la scomparsa prematura a Miami, il successivo funerale e la famosa commemorazione a cui presero parte diverse personalità di spicco molto vicine a Versace come la principessa Diana, Elton John e Sting. 

Gianni Versace - L'Imperatore dei Sogni di Mimmo Calopresti

La recensione del docufilm su Gianni Versace al TFF 

Gianni Versace – L’Imperatore dei Sogni” non è il classico documentario, infatti, il regista Mimmo Calopresti porta sul grande schermo una visione diversa ed originale del noto stilista italiano. Dovendo raccontare una storia che spazia dall’infanzia fino alla morte di Versace, il cineasta intraprende una strada particolare creando un mix tra il classico concept documentarista ed il cinema di finzione: si alternano fin dall’inizio del film interviste a persone ed amici di Gianni, riprese d’archivio ed una serie di scene realizzate con attori che interpretano il giovane Versace. Se strutturalmente il docufilm mantiene un buon ritmo lungo tutta la narrazione, alternando in continuazione le varie sezioni, è parte del contenuto del racconto che lascia, però, a desiderare: riproporre attraverso la fiction pedissequamente momenti ed avvenimenti realmente accaduti e vissuti dal protagonista stona vistosamente durante la visione del film. Il pubblico non può che rimanere spiaziato da prove recitative che appaiono completamente fuori contesto e che finiscono per “rompere la magia” di quella fetta documentaristica in parte artefatta, ma che appare reale e molto più interessante. Gli spunti più coinvolgenti si celano tra le parole e le dichiarazioni di chi ha per davvero conosciuto e condiviso momenti importanti con Gianni Versace, dalla sua famiglia al suo compagno, passando per tutti gli amici e collaboratori che hanno visto nascere una stella. Le interviste ed i vari reportage che mostrano agli spettatori lo stilista, le sfilate ed i primi vestiti che crea Gianni con il suo team e le modelle sono quei momenti di raccordo che permettono al film di proseguire il racconto, quel motore pulsante di un progetto affascinante, ma che non riesce a fare quel passo in avanti. Il cast composto da Leonardo Maltese, Vera Dragone, Antonio Oppedisano, Clio Calopresti e Francesco Caracciolo dovrebbe teoricamente riportare alla luce quei momenti che non sono stati all’epoca documentati: il rapporto tra Versace e sua madre, i suoi primi sguardi e le sue prime interazioni con chi lo circonda, come nasce in lui il desiderio di mollare gli studi e decidere di aiutare la famiglia con la bottega, aprendo ed ampliando il negozio con una vera e propria boutique, per poi fare il grande salto. Spostarsi a Milano con l’obiettivo di perseguire il suo sogno resta l’elemento principale che cattura l’attenzione del pubblico, il fascino e la creatività di un uomo considerato e considerabile fuori dal comune. 

Gianni Versace - L'Imperatore dei Sogni di Mimmo Calopresti

Un profondo omaggio a Gianni Versace 

Gianni Versace – L’Imperatore dei Sogni” è la storia ed il vissuto di un uomo estremamente curioso, geniale ed innovativo. Una serie di caratteristiche che sono ben visibili sul grande schermo, ma principalmente per l’incredibile carisma e talento del protagonista e delle riprese reali e d’archivio, rispetto alle continue sezioni di fiction. Essendo, però, un profondo omaggio al solo Gianni ed al suo viaggio, manca quell’approfondimento rispetto al rapporto con i suoi fratelli, quel lato più oscuro che, probabilmente, avrebbe reso ancor più interessante l’intera opera, ma sicuramente difficilmente proponibile sul grande schermo dopo i problemi per l’esclusione del film dall’ultima edizione alla Festa del Cinema di Roma. Il focus è differente e l’attenzione del regista punta verso un altro obiettivo: mostrare l’estro rivoluzionario di un’artista bizzarro e particolare, delle sue fragilità e della sua consapevolezza di poter raggiungere ogni traguardo. Nonostante evidenti difetti, questo docufilm resta un titolo molto interessante di una delle sotto-sezioni del Festival cinematografico torinese. 

Voto:
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