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Recensione – Avengers: Infinity War, il crossover evento diretto dai fratelli Russo

Recensione - Avengers: Infinity War

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Avengers: Infinity War
Genere: Azione, Fantascienza, Supereroistico
Anno: 2018
Durata: 149′
Regia: Joe e Anthony Russo
Sceneggiatura: Christopher Markus, Stephen McFeely
Cast: Robert Downey Jr, Chris Evans, Scarlett Johansson, Mark Ruffalo, Benedict Cumberbatch, Tom Holland, Chris Pratt, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Chadwick Boseman, Josh Brolin
Fotografia: Trent Opaloch
Montaggio: Jeffrey Ford, Matthew Schmidt
Colonna Sonora: Alan Silvestri
Paese di produzione: Stati Uniti d’America

La resa dei conti della Saga dell’Infinito passa per lo scontro contro Thanos in Avengers: Infinity War, primo tassello della guerra contro il Titano Pazzo ed uno dei film di punta della Fase Tre del Marvel Cinematic Universe. Ecco la recensione di Avengers: Infinity War, film del 2018 diretto da Joe e Anthony Russo.

La trama di Avengers: Infinity War, diretto dai fratelli Russo

Dopo aver decimato il pianeta Xandar per recuperare la Gemma del Potere, la mastodontica nave spaziale di Thanos (Josh Brolin) attacca il vascello asgardiano di Thor (Chris Hemsworth), Loki (Tom Hiddleston) e Bruce Banner (Mark Ruffalo) in rotta verso la Terra. Gli asgardiani vengono brutalmente decimati dall’Ordine Nero di Thanos, Thor viene soggiogato da quest’ultimo e Loki, prima di morire, consegna di sua spontanea volontà il Tesseract, permettendo al Titano di aggiungere un’altra Gemma alla sua collezione in cambio della vita di suo fratello. Poco prima dell’esplosione della nave, Banner (in versione Hulk) viene spedito sulla Terra da un morente Heimdall (Idris Elba), lo scienziato precipita nel Sancta Sanctorum di Stephen Strange (Benedict Cumberbatch) avvertendolo del pericolo imminente. Lo Stregone Supremo, su indicazione di Bruce, avvisa a sua volta Tony Stark (Robert Downey Jr): tuttavia non c’è il tempo per ragionare sul da farsi, gli sgherri di Thanos si palesano sulla Terra per prendere con la forza le due Gemme custodite da Strange e da Visione (Paul Bettany). Intanto nello spazio i Guardiani della Galassia recuperano il corpo di Thor alla deriva: dopo aver salvato il Dio del Tuono, Gamora (Zoe Saldana) spiega al gruppo le intenzioni del suo patrigno. Con le sei Gemme al completo, al Titano Pazzo basterebbe un singolo schiocco di dita per dimezzare la vita dell’intero universo.

Recensione - Avengers: Infinity War

La recensione di Avengers: Infinity War, il conflitto finale contro Thanos

“Umani… non sono i codardi e vili che ci avevano assicurato! Combattono, insorgono, pertanto non possono essere governati! Sfidarli è lusingare la Morte.” La premessa citata nella scena post-credit di The Avengers, nel 2012, faceva presagire un futuro non certo roseo per gli Eroi più potenti della Terra. Thanos, uno dei villain più potenti e temibili di tutto il panorama fumettistico Marvel, sarebbe presto arrivato per mettere il bastone tra le ruote a Captain America e soci, pronto a distruggere qualsiasi cosa si fosse messa in mezzo tra lui e il suo folle piano di conquista. Il personaggio interpretato in motion capture da Josh Brolin, dopo una fugace apparizione nella post-credit di Avengers: Age of Ultron e un cameo più corposo nel primo lungometraggio dedicato ai Guardiani della Galassia, fa finalmente la sua apparizione come antagonista a tutto tondo nella prima parte di uno dei crossover più importanti degli ultimi anni. Avengers: Infinity War, uscito in concomitanza col compleanno decennale dei Marvel Studios, mette il punto sulla questione delle Gemme dell’Infinito, elevando la minaccia ad una scala nettamente superiore, tanto sul campo a livello fisico, quanto mentalmente a livello etico e morale.

 

La Guerra dell’Infinito sceneggiata dai veterani del MCU Christopher Markus e Stephen McFeely (scrittori della trilogia dedicata a Captain America e del deprecabile Thor: The Dark World) pone al centro degli eventi la ricerca delle Gemme da parte di Thanos, un antagonista sfaccettato che si autoproclama salvatore della patria nella sua lucida follia da dittatore. Al netto della pazzia del villain, che ha motivazioni apparentemente condivisibili, si contrappongono i Vendicatori divisi dalla Civil War scoppiata un paio d’anni prima, cinematograficamente parlando: i registi Joe e Anthony Russo riescono a gestire l’incredibile mole di personaggi che il film mette a disposizione in maniera coerente, dando il giusto spazio a tutti seguendo le orme del primo Avengers diretto da Joss Whedon, anche se in quel caso le forze in campo erano nettamente inferiori. Per riuscire nell’intento, gli autori della pellicola decidono di dividere i tanti protagonisti del film in squadre separate, ognuna con una missione ma tutti con il medesimo intento: fermare la marcia di Thanos a qualsiasi costo. Da questo punto di vista, i Russo riprendono degli stilemi narrativi tanto cari al cinema delle grandi saghe Hollywoodiane, prendendo spunto da prodotti leggendari come Il Signore degli Anelli: Le Due Torri e da L’Impero colpisce ancora, la coppia di fratelli gestisce perfettamente le  tre storyline separate tra loro: Iron Man, Strange, Spider-Man e buona parte dei Guardiani su Titano, Captain America e il suo team in Wakanda per salvare Visione, Thor insieme a Rocket e Groot per forgiare l’ascia ammazza-Thanos. Storie apparentemente diverse ma unite dal medesimo filo conduttore, in un tripudio di effetti visivi e combattimenti all’ultimo sangue, con alcune delle sequenze action più ispirate di tutto il Marvel Cinematic Universe.

Recensione - Avengers: Infinity War

A partire dal combattimento su Titano contro Thanos in persona, fino alla maxi rissa contro una razza aliena non ben definita in Wakanda, il ritmo dell’azione è forsennato ed esageratamente sopra le righe con una CGI a farla da padrona ma non sempre all’altezza del compito. Ci sono sbavature, sul fronte del comparto grafico, non da poco per un prodotto del genere: al netto della meravigliosa performance capture di Thanos, quasi fotorealistica in certi punti, la patinatura delle armature di Iron Man e Spider-Man gridano vendetta, con la Hulkbuster indossata da Bruce Banner a dare il colpo di grazia ad una computer grafica buona ma non del tutto eccezionale. Un difetto non da poco che fa a cazzotti con l’epica e la magnificenza che il film ha per larga parte delle sue due ore e mezza di fruizione.

 

Se sul fronte visivo Infinity War scricchiola, a reggere il peso del film ci pensa lo script di Markus e McFeely; il dilemma morale che il film pone allo spettatore è emblematico: “noi non scambiamo vite” dice Chris Evans alias Captain America alla richiesta di Visione di distruggere la Gemma della Mente e con essa la sua umile figura robotica. Al contrario, Thanos non si farebbe scrupoli a sterminare metà dell’universo per mettere in atto il suo piano. L’altruismo contro l’egoismo totalitario più assoluto, un confronto tra le parti dove solitamente il buono vince ma in questo caso gli sceneggiatori sottolineano la fallacia degli eroi, dove persino un essere umano ligio al dovere come Rogers perisce sotto i colpi della triste realtà di Thanos: “the death of one is a tragedy, the death of millions is just a statistic”, cantava Marilyn Manson nel brano “The Fight Song”, un ragionamento decisamente folle ma assolutamente veritiero che il Titano Pazzo fa suo con tutta la convinzione che ne consegue.

Recensione - Avengers: Infinity War

Avengers: Infinity War, le considerazioni finali e dove vederlo in streaming

Il diciannovesimo film del Marvel Cinematic Universe, disponibile nel catalogo di Disney+, è la riunione condominiale dei Marvel Studios: ci sono tutti, ma proprio tutti, in Avengers: Infinity War, terzo crossover corale diretto dai fratelli Russo. I registi di The Winter Soldier e Civil War prendono in mano le redini lasciate da Joss Whedon con Age Of Ultron, presentando al mondo l’antagonista cosmico per eccellenza in maniera convincente e senza troppi giri di parole. Thanos è terrificante nella sua spietata brutalità, eppure nonostante la violenza delle sue azioni queste ultime riescono ad essere motivate da una mentalità brillante e astuta ma malata nella sua follia, un essere talmente potente sia fisicamente che intellettualmente che neppure la mente eccelsa di Tony Stark e il coraggio di Steve Rogers riescono a fermare. Nonostante una CGI traballante, Infinity War è un grande e grosso baraccone che intrattiene e diverte al punto giusto, una Royal Rumble di personaggi che nasconde, in realtà, un acuta riflessione morale dove (finalmente) gli eroi vengono messi a dura prova. Una guerra di nervi che avrà un unico vincitore, un essere talmente amorale che quasi si fa il tifo per lui: Thanos è lo specchio del cinismo moderno, un egoista che prevale sul giusto altruismo del singolo individuo mostrando comunque un’umanità fuori dal comune per gli standard classici dei villain cinefumettistici. Di tutto questo dramma se ne fa carico lo spettatore, Infinity War vince e convince non solo per quanto riguarda l’azione ma anche (e soprattutto) per sequenze filo-drammatiche non banali, orchestrate sapientemente da un duo di registi decisamente sul pezzo e da una colonna sonora di Alan Silvestri che sa aggiungere le giuste note alle sequenze più evocative. “La fine è parte del viaggio”, dirà qualcuno in futuro, ebbene la traversata verso la resa dei conti finale è, al netto dei pochi difetti, uno dei migliori cinecomics prodotti dai Marvel Studios dal 2008 ad oggi.

Voto:
4/5
Andrea Barone
4.5/5
Andrea Boggione
4.5/5
Christian D'Avanzo
4/5
Emanuela Di Pinto
4/5
Matteo Farina
4/5
Gabriele Maccauro
2.5/5
Alessio Minorenti
4/5
Vittorio Pigini
4/5
Giovanni Urgnani
4/5
Bruno Santini
3/5
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