La recensione del decimo ed ultimo episodio di Shōgun, serie tv ideata da Rachel Kondo e Justin Marks e tratta dall’omonimo romanzo del 1975 di James Clavell. La serie – iniziata lo scorso 27 febbraio ed arrivata ora al termine – è stata distribuita su Disney Plus con un nuovo episodio alla settimana. Detto ciò, segue la trama di Shōgun e la recensione di Un Sogno Dentro un Sogno.

La trama di Shōgun, nuova serie tv disponibile su Disney Plus

Prima di addentrarsi nella recensione ed analisi di Un Sogno Dentro un Sogno, è bene parlare in primis della trama di Shōgun. Questa nuova serie tv è disponibile in Italia su Disney Plus come Star Original ed è l’adattamento televisivo dell’omonimo romanzo scritto da James Clavell nel 1975: ambientata nel 1600, essa racconta l’ascesa al potere di Yoshi Toranaga (Hiroyuki Sanada), primo Shōgun dal termine delle guerre civili e del suo rapporto con John Blackthorne, mercante olandese naufragato proprio in Giappone. Tra lotte di potere e religione, la serie segue dunque il rapporto tra due ma anche il modo in cui lo stesso paese del Sol Levante si è evoluto e trasformato nel tempo.

La recensione del decimo ed ultimo episodio di Shōgun, serie tv tratta dall’omonimo romanzo di James Clavell

Sipario. Dopo settimane di programmazione, ecco che si conclude la prima stagione di Shōgun. Come spesso accade, anche in questo caso il penultimo episodio è quello che ha sorpreso maggiormente il pubblico e che ha risposto a tanti degli interrogativi che ogni spettatore si era posto durante le puntate precedenti. Per esempio, abbiamo capito che il cielo cremisi così spesso citato da Toranaga non era un piano per distruggere il castello di Osaka ed il consiglio, uccidendo tutti coloro che avrebbero tentato di mettergli il bastone tra le ruote, ma qualcosa di più sottile. Il cielo cremisi era la stessa Mariko, l’asso nella manica di un Toranaga sempre più solo e pieno di nemici. Ed ha funzionato.

La missione di Mariko, conclusasi tragicamente, è infatti servita ad avere dalla propria parte Ochiba nella grande guerra contro Ishido, ma questo vantaggio è costato più di quanto chiunque avesse mai potuto pensare. Oltre a Mariko, ci hanno infatti lasciato Nagakado e Toda Hiromatsu e, in quello che è forse il momento più toccante e sconvolgente di Un Sogno Dentro un Sogno, anche Kashigi Yabushige che, in un lungo dialogo con Toranaga, dopo aver compreso il proprio destino, decide di fare seppuku, pratica dal profondo significato, comparsa più volte nel corso di questa stagione e di cui abbiamo parlato più volte. Toranaga è dunque solo, accecato ed ormai sulla via di non ritorno, con un chiaro obiettivo in mente: diventare Shōgun.

Ad esser precisi, non è proprio solo. Sì perché il vero finale del decimo ed ultimo episodio di Shōgun riguarda Toranaga e John Blackthorne, l’Anjin, lo straniero che diventa così l’unica persona a cui il futuro Shōgun sembra tenere e che, come scopriamo in questa conclusione di stagione, ha affondato la sua nave per evitare che partisse. Il rapporto tra i due, idealmente così distanti eppure accomunati da tanti sentimenti e, forse dal destino stesso, è un po’ lo specchio dell’intera serie e quello a cui abbiamo assistito è stato il perfetto finale per un racconto che, col passare degli episodi, non ha fatto che migliorarsi. Soprattutto dal punto di vista narrativo infatti, Shōgun ha trasposto sì in maniera fedele il romanzo di James Clavell, ma ha anche modificato alcuni aspetti, piegati al volere di sceneggiatori ed ideatori, al fine di rendere la storia più moderna. Una commistione tra passato e presente, antico e moderno totalmente riuscita.

Resta dunque tutto aperto, dal loro rapporto alla guerra contro Ishido ma, per quanto possa apparire come un ottimo cliffhanger, è molto difficile che una seconda stagione venga realizzata, dunque questa storia potrebbe non vedere mai una fine. Questo sarebbe un grande peccato perché Shōgun ha dimostrato, settimana dopo settimana, di essere uno dei prodotti televisivi più interessanti ed importanti del 2024.