Cerca
Close this search box.

Recensione – Alien: Covenant, il secondo prequel della saga con Michael Fassbender e Katherine Waterston

Recensione - Alien: Covenant

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Alien: Covenant
Genere: Fantascienza, Horror
Anno: 2017
Durata: 122′
Regia: Ridley Scott
Sceneggiatura: John Logan, Dante Harper
Cast: Michael Fassbender, Katherine Waterston, Billy Cudrup, Danny McBride, Demiàn Bichir
Fotografia: Dariusz Wolski
Montaggio: Pietro Scalia
Colonna Sonora: Jed Kurzel
Paese di produzione: Stati Uniti d’America, Regno Unito

Si conclude, almeno per il momento, la saga sullo xenomorfo più iconico del cinema di fantascienza con il secondo prequel della saga. Un film che riflette sul concetto di creazione e fede senza però dimenticarsi dell’horror più macabro. Ecco la recensione di Alien: Covenant, film del 2017 diretto da Ridley Scott con Michael Fassbender, Katherine Waterston e Danny McBride.

La trama di Alien: Covenant, diretto da Ridley Scott

Di seguito la trama di Alien: Covenant, secondo prequel della saga che vede il ritorno di Ridley Scott in cabina di regia:

 

“Anno 2104. L’astronave USCSS Covenant, in missione di colonizzazione planetaria, è in viaggio verso il pianeta Origae-6 con a bordo oltre 2.000 coloni in stato di ipersonno, 1.140 embrioni congelati e 15 membri di equipaggio. Un brillamento stellare, anticipato da una tempesta di neutrini, colpisce l’astronave provocando ingenti danni e la morte di 47 coloni, 16 embrioni, e quella del capitano Branson (James Franco). L’androide di bordo Walter (Michael Fassbender)  si ritrova così costretto a svegliare l’equipaggio dal sonno criogenico e Chris Oram (Billy Crudup), il primo ufficiale della Covenant, assume il comando della missione. Mentre sta riparando l’astronave, l’equipaggio intercetta una strana trasmissione radio proveniente da un vicino pianeta contenente, tra l’altro, le note di Take Me Home, Country Roads di John Denver. Il comandante decide di indagare sulla sua provenienza nonostante la contrarietà del suo secondo, Daniels (Katherine Waterstone). Giunti alla fonte del segnale, l’equipaggio farà la conoscenza di David (Michael Fassbender), l’unico superstite della sfortunata spedizione del Prometheus, avvenuta dieci anni prima.”

Recensione - Alien: Covenant

La recensione di Alien: Covenant, il sequel di Prometheus

Nel 2012, ai tempi dell’uscita di Prometheus, Sir Ridley Scott affermò senza troppi giri di parole che Alien aveva finito le frecce al suo arco e che era arrivato il momento di raccontare una storia inedita senza l’ausilio dello xenomorfo. “La bestia è morta, stracotta e con un’arancia in bocca” aveva dichiarato il regista di Blade Runner e Il Gladiatore, confermando le sue intenzioni di andare verso una strada diversa pur rimanendo saldamente ancorato al franchise originale. Parole che fecero discutere parecchio mettendo in apprensione i fans dell’alieno più famoso della Settima Arte, tanto che cinque anni dopo il buon Scott ritrattò le sue stesse dichiarazioni: “mi ero sbagliato con Prometheus, i fans erano frustrati perché volevano il mostro originale nel film”. Sebbene Sir Ridley, da un certo punto di vista, disconosce il valore artistico di Prometheus, il primo prequel della saga di Alien è fondamentale per le vicende narrate in questo sequel del 2017 che vede il ritorno dell’alieno con acido al posto del sangue, pronto come sempre a banchettare con le carni dei poveri umani presenti nella pellicola.

 

Alien: Covenant prosegue la marcia iniziata nel film del 2012, con il concetto di fede e creazione come tematiche principali del film. Già dallo splendido prologo che vede protagonisti Michael Fassbender e Guy Pearce si capisce dove la pellicola, scritta da John Logan e Dante Harper, vuole andare a parare: il neonato David riceve le direttive dal suo creatore, Peter Weyland, riflettendo sulla sua nascita e sulla sua ideazione con il “padre”, in uno scambio di battute destinate ad essere il vero fulcro narrativo dei due prequel di Alien. David, nella sua lucida follia, decide quindi di sperimentare le sue capacità creative compiendo un autentico genocidio di massa, nel nome dell’invenzione pur di dimostrare a suo padre che aveva torto. “Io sono Ozymandias, Re dei Re, guardate alle mie opere, o potenti, e disperate”, in questo famoso estratto del sonetto di Percy Bysshe Shelley è racchiusa tutta la megalomania di un androide pieno di se e con un ego smisurato, Michael Fassbender interpreta il doppio ruolo di David e Walter in maniera sublime e senza sbavature di sorta, l’attore irlandese grazie anche ai suoi lineamenti facciali duri e, per certi versi, robotici riesce ad esprimere al meglio i due diversi caratteri dei sintetici in questione. Servire e proteggere nel nome del dovere per Walter, dividere e conquistare per una pura mania di grandezza:  le due facce della medaglia di un personaggio ambiguo e sfaccettato.

 

L’equipaggio della Covenant, nel suo essere sacrificabile e completamente allo sbaraglio, è l’altro elemento vincente di una sceneggiatura che sottolinea gli errori e la fallibilità dell’essere umano, vero e proprio leitmotiv di tutta la saga. Nella loro natura da esploratori, un buon cast formato da caratteristi di tutto rispetto (tra i quali troviamo Billy “Dottor Manhattan” Cudrup) vengono insidiati dall’ansia e dalla paura più profonda, il più delle volte sbagliando anche le cose più elementari ma riuscendo, però, a trasmettere quel senso di frustrazione necessaria per empatizzare con lo spettatore. I rapporti personali che si costruiscono a bordo, soprattutto nella prima parte dell’opera, sono fondamentali per il costrutto narrativo di questo secondo prequel: Daniels (un’ottima Katherine Waterston), da poco rimasta vedova, non si fida dei freddi ragionamenti del nuovo capitano, un uomo estremamente religioso che non crede al caso e che pensa che tutto sia dovuto ad un volere superiore: non un’opera di Dio in quanto tale ma in questo caso di un essere (David) che si crede divino a tal punto da generare dei mostri per il solo scopo creativo. Il ritorno dello xenomorfo è a tutti gli effetti magistrale e terribile nella sua brutalità: il mostro creato da H.R. Giger è violento più che mai e senza freni inibitori, un perfetto organismo non offuscato da nessun tipo d’illusione di moralità, nonostante la sua presenza sia (in gran parte) relegata alla seconda parte del film, in pochi minuti l’alieno mette tutti a tacere con una presenza scenica sempre mastodontica. Ridley Scott tratta la bestia con riguardo, fotografandone la bellezza visiva in una danza macabra fatta di sangue e splatter senza freni, in un autentico ritorno in pompa magna che aveva bisogno del tocco originale del suo creatore (per rimanere in tema) per poter eccellere.

Recensione - Alien: Covenant

Alien: Covenant, le considerazioni finali e dove vederlo in streaming

L’entrata degli Dei nel Valhalla, con questo brano tratto da L’oro del Reno di Richard Wagner il buon Fassbender accompagna i fruitori di Alien: Covenant in uno dei plot twist meglio riusciti degli ultimi vent’anni. L’allegoria musicale non è solo dovuta al folle desiderio di superiorità dell’androide ribelle, è anche un introduzione all’incubo di Ripley iniziato ormai quarantaquattro anni fa: l’alieno, come forma di vita nettamente sovrastante in tutto, entra di prepotenza in quello che sembrerebbe un ipotetico paradiso perduto cercando di comandare col pugno di ferro della violenza, una divinità che viene venerata per la sua brutalità, implacabile nella sua spietatezza. Il pensiero di David in questo film è anche una metafora su quello che Alien (come saga) è riuscito a trasmettere al cinema di fantascienza moderno, cambiando le carte in tavola ed introducendo un orrore malvagio ed apparentemente incomprensibile agli occhi umani. Ridley Scott, alla veneranda età di 80 anni, con Alien: Covenant (disponibile su Disney+) comunica esattamente questo, la bestia è tornata ed è qui per restare. Il finale apertissimo, che lascia presagire un terzo e conclusivo capitolo, potrebbe chiudere definitivamente il cerchio iniziato nel 1979: non resta che incrociare le dita e sperare che Sir Ridley decida di regalarci l’ennesimo capolavoro fantascientifico.

Voto:
4.5/5
Andrea Boggione
4.5/5
Gabriele Maccauro
4.5/5
Riccardo Marchese
4/5
Alessio Minorenti
4/5
Vittorio Pigini
4/5
Giovanni Urgnani
3.5/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

PRO