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Recensione – On the Rocks: diretto da Sofia Coppola

Di seguito la recensione di On the Rocks, film di Sofia Coppola su Apple TV+

On the Rocks è un film del 2020 co-prodotto dalla A24 e dalla Apple, motivo per il quale la commedia è stata distribuita sulla piattaforma di Apple TV+. Si tratta di un film commedia dalle sfumature drammatiche, scritto e diretto da Sofia Coppola, regista che con questo è al suo settimo lungometraggio, non contando lo speciale natalizio. On the Rocks presenta una durata di circa 94 minuti, e nel cast figurano Bill Murray (candidato ai Golden Globe come Miglior attore non protagonista), Rashida Jones, Marlon Wayans, Jenny Slate, Jessica Henwick, Barbara Bain, Nadia Dajani, Musto Pelinkovicci, Jules Willcox, Alexandra Mary Reimer, Evangeline Young, Ximena Lamadrid, Grayson Eddey. Di seguito la trama e la recensione di On the Rocks, scritto e diretto da Sofia Coppola. 

La trama di On the Rocks, scritto e diretto da Sofia Coppola

Ecco la trama di On the Rocks, settimo film scritto e diretto da Sofia Coppola, in streaming su Apple TV+:


“Il film racconta il rapporto delicato tra un padre e una figlia, Felix (Bill Murray) e Laura (Rashida Jones). Lei è sposata con Dean (Marlon Wayans), un uomo d’affari di successo spesso in viaggio per lavoro e che s’intrattiene in ufficio a volte fino a notte fonda. Suo padre, invece, è sempre stato un playboy e al tempo stesso un gentiluomo d’altri tempi, avvezzo a conquistare e corteggiare le donne. Quando Dean inizia a passare troppo tempo lontano da casa, in compagnia della sua nuova e bellissima assistente, Laura comincia a insospettirsi. La donna decide così di chiedere consiglio al padre, esperto di relazioni extraconiugali, e insieme a lui indagare (e pedinare il malcapitato) per scoprire se Dean la stia davvero tradendo. La loro ricerca li porterà a intraprendere un’avventura tra le strade di New York, durante la quale avranno modo di legare come mai avevano fatto prima d’ora.”

Di seguito la recensione di On the Rocks, film di Sofia Coppola su Apple TV+

La recensione di On the Rocks: una commedia fin troppo piatta

On the Rocks sembra evidenziare, in maniera approssimativamente autobiografica, una crisi creativa che tocca effettivamente da vicino la Coppola, giunta a questo suo settimo film forse con le idee un po’ confuse e poco incisive. Le famose dilatazione del nulla, tanto malinconiche quanto inquietanti, presenti in Somewhere, qui in realtà assumono una piega così tangibili da finire per respingere lo spettatore. La maschera di Bill Murray è il meglio che il film ha da offrire, poiché il padre da lui incarnato è paradossale nel suo essere allo stesso tempo un gentleman sofisticato e un playboy instancabile, fin troppo vecchio stampo e quindi poco contemporaneo, talvolta fastidioso. Siccome il nucleo portante del film è nuovamente il rapporto padre-figlia, tema importantissimo all’interno del cinema della cineasta, un personaggio come quello di Felix rende frizzante l’intera vicenda, poiché pregno di interessanti contraddizioni che, inevitabilmente, si riflettono sulla figlia. Infatti, Laura è una donna in piena crisi esistenziale, poiché ha il famoso blocco dello scrittore e per di più dubita di suo marito, sentendosi indesiderata. Per On the Rocks pare che la Coppola si sia ispirata al racconto di un’amica, la quale ha davvero intrapreso un viaggio con suo padre per scoprire la verità sull’ipotetico tradimento del partner.

 

Tuttavia, se la premessa di un viaggio on the road può sembrare un modo per innescare situazioni e relazioni burrascose tra i vari personaggi, in realtà questo elemento è annacquato e poco ispirato. La narrazione risulta stantia e tende a mostrarsi ripetitiva, poiché i dialoghi abbondano, ma le immagini non ammaliano come nei precedenti film della regista, e la comicità è eccessivamente schematica e fintamente ricercata. I richiami alla commedia sofisticata (presenti in Lost in Translation) e alla screwball comedy non fanno altro che respingere l’empatia dello spettatore; il risultato è un’emulazione posticcia degli stilemi “alleniani”. Proprio da Woody Allen sembra provenire quella voglia di rendere protagoniste le stradine di New York, così come i locali luccicanti dove padre e figlia consumano una bevanda o un dolce condiviso mentre conversano sul passato, di come sono arrivati al tempo presente, toccando anche argomenti legati alle differenze di genere. Tale patina, purtroppo, è solo fumo e niente arrosto, perché On the Rocks non riesce mai a scavare oltre la superficie e non indaga mai nel reale, apparendo enormemente fittizio e poco sincero, citando perfino il cinema di qua e di là giusto per parlarne.

 

Il rapporto personale che c’è tra Laura e suo marito è piuttosto meccanico, poiché lui non dà mai peso a ciò che lei dice, sembra costantemente distratto e si muove per inerzia, enunciando un “ti amo” forzato e adottando gesti piuttosto goffi. Certo, il fatto che Dean possa star tradendo dovrebbe giustificare ciò che si sta osservando, ma se è innocente (come in effetti è) perché allora non smentisce l’evidente gelosia palesata da sua moglie più e più volte? La semantica del film appare incerta, al netto di una regista ormai senz’altro matura, che però qui resta vittima di un desiderio inespresso di autorappresentarsi (probabilmente) in compagnia di suo padre, sia fuori che sul set. Di fatto i due personaggi sono irrisolti, e ciò ne veicola la forza, poiché entrambi finalmente si comprendono e hanno acquisito una maggiore consapevolezza, forse definitiva. Nonostante questo, è tutto il percorso della commedia a lasciare interdetti per quanto è piatto e ripetitivo

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