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Recensione – Arizona Junior: la prima screwball comedy dei Fratelli Coen

Arizona Junior di Joel ed Ethan Coen

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Arizona Junior (Raising Arizona) 
Genere: Commedia, Comico, Noir 
Anno: 1987
Durata: 94′
Regia: Joel ed Ethan Coen 
Sceneggiatura: Joel ed Ethan Coen 
Cast: Nicolas Cage, Holly Hunter, Trey Wilson, Lynne Kite, John Goodman e Frances McDormand 
Fotografia: Barry Sonnenfeld 
Montaggio: Michael R. Miller 
Colonna Sonora: Carter Burwell 
Paese di produzione: Stati Uniti d’America, Regno Unito

Tre anni dopo il sorprendete esordio, i fratelli Joel ed Ethan Coen tornano dietro la macchina da presa con il loro secondo lungometraggio “Arizona Junior” o “Raising Arizona”: una commedia poliziesca con protagonista Nicolas Cage e molto diversa dall’opera precedente. Un film che, una volta uscito nelle sale, non ha riscosso tanto successo, oltre a ricevere diverse critiche contrastati. Giocando tra il realismo ed il fantastico, i due cineasti realizzano, però, un altro piccolo gioiellino facente parte della loro incredibile filmografia. Di seguito la storia e la recensione del secondo film dei Fratelli Coen.

La trama di Arizona Junior, il secondo film dei Coen

Herbert I. “Hi” McDunnough (Nicolas Cage), un criminale rinchiuso in un penitenziario, durante il suo soggiorno forzato dietro le sbarre si innamora di Edwina (Holly Hunter), soprannominata “Ed”, una fotografa che si occupa delle classiche foto segnaletiche del carcere. Una volta uscito di prigione, Hi ed Ed decidono di sposarsi e metter su famiglia, ma i due scoprono loro malgrado di non potere avere un figlio, nemmeno tramite adozione visto i precedenti penali di lui. Il loro sogno sembra oramai in frantumi, ma dopo essere venuti a conoscenza della nascita di ben cinque gemelli figli di un venditore di mobili, scelgono di rapire uno dei bambini, il piccolo Nathan Junior. Una scelta che non fa altro che provocare una serie infinita di peripezie per la sfortunata coppia di coniugi.

Arizona Junior di Joel ed Ethan Coen

La recensione di “Arizona Junior” (1987) 

Arizona Junior” è una sorta di favola iperrealista che racconta la storia di un’improbabile coppia alle prese con un problema per nulla indifferente: non riuscendo ad avere un bambino, decidono di rapirne uno di un ricco imprenditore. Da qui in avanti si sviluppa una lunga sequela di eventi bizzarri che tormentano i poveri protagonisti. L’idea iniziale di Joel ed Ethan è stata quella di spostarsi immediatamente dal noir visto in “Blood Simple” (1984), il loro primo lungometraggio, affrontando una particolare tipologia di commedia che si muove tra quella più sofisticata e lo splastick. Entrambi i generi resteranno ricorrenti all’interno della filmografia dei Coen, rendendo spesso iconiche le loro incredibili storie. Anche questa volta non manca quella spigliata originalità che contraddistingue il loro cinema, una storia sicuramente più ottimista del film precedente, ma altrettanto curiosa ed a tratti anche drammatica (le atmosfere della dark comedy aleggiano ancora una volta lungo tutta la durata della pellicola). Inoltre, è possibile notare diversi elementi tratti dalle opere di Preston Sturges (“Il Grande McGinty”, “I Dimenticati”) oppure appartenenti ad altri media come i romanzi di William Faulkner e Flannery O’Connor, che hanno influenzato la realizzazione in fase di sceneggiatura di vari personaggi. 

 

Uno dei tanti punti di forza dei film dei Fratelli Coen è legato alla troupe e la produzione: spesso i due cineasti statunitensi stringono o hanno poi stretto durature collaborazioni con vari attori, direttori della fotografia, montatori, compositori, scenografi e produttori, ovviamente quando non si sono occupati loro direttamente di uno di questi ruoli. In “Arizona Junior” tornano, infatti, Barry Sonnenfeld (all’epoca d.o.p. e successivamente regista), l’attrice Frances McDormand in un piccolo ruolo, la scenografa Jane Musky ed il compositore Carter Burwell, storico collaboratore dei due fratelli. Al loro secondo film non mancano ovviamente delle new entry, a partire dal protagonista interpretato da un esuberante Nicolas Cage, perfetto per il ruolo e che trova la giusta alchimia con la sua controparte femminile interpretata da un’ottima Holly Hunter. Il resto del cast è composto da Sam McMurray, John Goodman, William Forsyth, Trey Wilson e Lynne Kitei. Una serie di interpretazioni eccentriche e quasi parodistiche che vanno a comporre una splendida commedia, un film che, nonostante un buon risultato al botteghino, non incanta subito gli spettatori, ma con il passare degli anni è finito per risultare un cult a tutti gli effetti. Un’altra prova più che positiva da parte di Joel ed Ethan, tanto da guadagnarsi la 31° posizione nella AFI’s 100 Years…100 Laughs, la lista dei film più divertenti del cinema americano. 

Arizona Junior di Joel ed Ethan Coen

La prima screwball comedy dei Coen 

Arizona Junior” è la prima screwball comedy realizzata dai Coen, una tipologia di commedia, in voga negli Stati Uniti durante gli anni ’30 e ’40, composta da personaggi bizzarri che affrontano situazioni o eventi ai limiti del paradossale, utilizzata spesso dai due fratelli lungo la loro carriera. Un genere che padroneggia lungo tutta la narrazione: a partire dalle scelte che prendono i personaggi fino ad arrivare alle situazioni che finiscono per vivere, come ad esempio la sequenza con protagonista Hi, alle prese con un furto di pannolini, che viene di conseguenza inseguito dal commesso, dalla polizia e da un branco di cani per tutto il quartiere. Inoltre, il film non si limita al solo ed unico utilizzo del paradosso, ma al suo interno i due cineasti inseriscono delle sfumature grottesche e oniriche, soprattuto sul finale e sull’ultima travolgente inquadratura. Questo secondo film di Joel ed Ethan Coen mostra al pubblico le loro incredibili capacità, dopo lo splendido ed interessante esordio di qualche anno prima. I due autori, anche se solo al secondo lungometraggio, riescono a dare una loro significativa impronta. Un film che pecca, forse, solo a tratti sull’eccessiva ilarità o divertimento, ma per un motivo o per un altro i Coen riescono spesso a mascherare possibili difetti grazie alla loro sorprendente unicità ed il meraviglioso sguardo che riescono a regalare ad ogni singola opera su cui mettono le mani, giocando ancora con una storia dai tratti inverosimili, ma che pare credibilissima dall’inizio alla fine. 

Voto:
3.5/5
Bruno Santini
3.5/5
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Rated 0,0 out of 5
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