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Recensione – Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga: il film celebrativo del concorso canoro più famoso al mondo

Eurovision Song Contest la storia dei Fire Saga la recensione del film

In prossimità della 67a edizione dell’Eurovision Song Contest che – nonostante la scorsa edizione abbia trionfato l’Ucraina – quella del 2023 si terrà per ovvie ragioni presso la Liverpool Arena nel Regno Unito, torna alla mente il film del 2020 diretto da David Dobkin celebrativo del celebre concorso canoro. Ecco di seguito la recensione di “Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga” con Will Ferrell e Rachel McAdams.

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Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga, la Recensione: la trama del film

Musicista con il sogno di poter partecipare all’Eurovision Song Contest, Lars in coppia con l’amica di sempre Sigrit – segretamente innamorata di lui ma non corrisposta – forma il duo dei Fire Saga, tra l’ilarità generale del popolo di Húsavík. Rimasto vedovo da anni, il padre di Lars, Erick, recrimina al figlio di non cercarsi un “lavoro vero”, come il suo di pescatore e dei continui momenti di imbarazzo che la sua musica provoca nella città.


Come ogni anno però, i Fire Saga vengono scelti per partecipare alla selezione nazionale per poter partecipare al prossimo Eurovision Song Contest, ma vengono nuovamente resi in ridicolo a favore della prestazione della cantante più popolare in Islanda. In seguito alla vittoria della selezione, quest’ultima organizza una festa in yacht con tutti i cantanti della selezione, alla quale però i Fire Saga decidono di non partecipare per la vergogna. Una decisione che salverà e cambierà la loro vita.

Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga, la Recensione: il film di David Dobkin celebrativo del concorso canoro più famoso al mondo

L’Eurovision Song Contest è un festival musicale internazionale nato nel 1956, trasmesso ogni anno senza interruzioni in tutto il mondo – ad eccezione del 2020 – diventando uno dei programmi televisivi musicali di livello internazionale più longevi di sempre ed anche l’evento non sportivo più seguito al mondo. Un festival che ha visto trionfare artisti celebri – dagli ABBA a Céline Dion, passando per i “nostri” Maneskin e Toto Cotugno – e che, ogni edizione, assicura grande spettacolo e divertimento che non poteva prima o poi arrivare anche sul grande schermo (anzi, purtroppo, solo sul piccolo schermo di Netflix).

 

Nonostante il film dal piglio spiccatamente drammatico di “The Judge” del 2014, con Robert Downey Jr. e Robert Duvall, il regista e sceneggiatore statunitense David Dobkin viene riconosciuto specialmente per la realizzazione di commedie leggere, divertenti e senza troppe pretese come “2 cavalieri a Londra” (con Jackie Chan e Owen Wilson), “2 single a nozze” (Owen Wilson e Vince Vaughn) e la commedia di Natale “Fred Claus – Un fratello sotto l’albero”. Con “Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga” Dobkin rimane fedele a sé stesso e realizza una commedia leggera a braccetto con il demenziale, dai buoni sentimenti ed un film celebrativo al 100% dello spirito dell’omonimo e celebre festival, cercando di dare anche qualche stoccata di rilievo. Fuoriuscendo dal semplice intrattenimento infatti, il film presenta – oltre a tematiche comunitarie nel rispetto della propria tradizione e storia popolare – anche un’aperta denuncia istituzionale, dagli effetti tragicomici della visione, ma dal retrogusto amaro.

 

Quello che sta influenzando proprio l’edizione del 2023 è la questione riguardante quale Paese è tenuto ad ospitare annualmente l’Eurovision Song Contest. Come da tradizione infatti, quello di appartenenza dell’artista che vince il Festival, dovrà essere tenuto ad organizzare nel proprio territorio l’edizione dell’anno seguente, salvo particolari casi: nel 2022 vinse l’ucraina Kalush Orchestra, ma il Paese è stato dichiarato non in grado di ospitare l’evento nel 2023. Un impegno politico istituzionale non indifferente al pari di altre organizzazioni come le Olimpiadi, sebbene con evidenti elementi discordanti, che comporta tanto un’opportunità quanto un ingente investimento di risorse e responsabilità. Soprattutto quest’ultima emerge dal film di David Dobkin, dove il governo islandese vede di buon occhio mandare l’imbarazzante duo dei Fire Saga al Concorso per avere 0 possibilità di vittoria, privilegiando affari economici e commerciali rispetto alla valenza tanto artistica quanto la valorizzazione culturale del proprio Paese.

 

Al di là di questa stoccata socio-politica non indifferente, che comunque si pone a margine del film non inficiando sulla godibilità dell’intrattenimento, l’opera di Dobkin rimane pienamente ed esplicitamente celebrativo dell’Eurovision Song Contest nel suo spirito oltre che nella sua storia. Molte immagini d’archivio accompagnano la visione del film, soprattutto soffermandosi sulla passione di Lars verso gli ABBA, ma si va anche ed inevitabilmente ad incrociarsi con la storia recente, con un bel momento in particolare verso metà visione dove praticamente si mette in scena un vero e proprio videoclip al quale partecipano attivamente anche alcuni ex vincitori del Contest, come Loreen, Alexander Rybak, Conchita Wurst e Netta Barzilai. Molto cosiddetto fan-service all’interno del film dunque, anche nelle dinamiche direttamente sul palco principale, ma l’opera di Dobkin riesce a catturare lo spirito del Festival anche al di fuori di ciò. Soprattutto con la soluzione nella parte finale, il film porta all’unione tra i popoli, alla fratellanza e alla contaminazione, ma proteggendo e valorizzando la propria storia e la propria tradizione attraverso sempre la libertà d’espressione e la comune passione per la musica ed in generale per l’Arte.

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Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga, la Recensione: commedia musicale, demenziale e romantica che riesce a convincere

Film inevitabilmente celebrativo dell’Eurovision Song Contest – che, tra l’altro, non ha infatti mai visto trionfare l’Islanda – ma che sa andare oltre la “cartolina” e il fan-service, riuscendo comunque a raccontare una storia divertente, con spezzoni musicali che convincono, senza alzare l’asticella delle aspettative. L‘originale Netflix ha dunque una struttura sedimentaria della commedia, non brilla di chissà quali spunti originali degni di nota, così come gli aspetti più propriamente tecnici tra regia e fotografia che rimangono ancorati al mezzo televisivo. Ciononostante “Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga” sa fare ottimamente il suo, divertendo e regalando un sano intrattenimento.

 

Ci riesce innanzitutto per l’elemento che, vedendo il soggetto di partenza, non poteva essere che al centro del film, ovvero la musica. L’opera di Dobkin non è sicuramente un musical, ma una commedia musicale che riesce a comporre i suoi spezzoni canori con ottima dedizione. Le canzoni vengono inserite con il giusto tempismo all’interno della narrazione, con un buon ritmo, ottime le scenografie spettacolari che rievocano la visione del Contest originale e soprattutto grandi voci che sanno conquistare. Tra il folklore e il divertimento generale dei vari momenti canori – in particolar modo la sequenza all’interno della villa colpisce piacevolmente il fan – la canzone principale “Husavik” di Savan Kotecha, Fat Max Gsus e Rickard Göransson rapisce per la bellezza di testo e soprattutto voce, riuscendo ad aggiudicarsi anche una candidatura ai Premi Oscar come Miglior Canzone Originale.

 

Ciò che però convince maggiormente nel film di Dobkin è senza dubbio il mattatore della risata Will Ferrell. Il progetto del film nasce infatti proprio per volontà dell’attore che, oltre alla veste di produttore, ricopre anche il ruolo di co-sceneggiatore assieme al regista ed ovviamente di protagonista nel ruolo di Lars. Molte idee esilaranti in sede di sceneggiatura sembrerebbero fuoriuscire proprio dalla penna di Ferrell in piena continuità con il “suo” cinema, come la sequenza dell’incidente in barca, degli elfi o dei suggerimenti su come scegliere il proprio outfit durante un’esibizione. Oltre alla sceneggiatura però l’attore riesce ad imprimere anche la giusta interpretazione per un personaggio che, per sinergia, forma una coppia perfetta con quello interpretato da Rachel McAdams: due personaggi scritturati a dovere per la chimica tra i due e l’evoluzione praticamente costante, con buone interpretazioni che si contendono sentimentalismo, commedia e soprattutto presenza scenica. Non indimenticabili i personaggi di contorno – tra i quali figurano anche Pierce Brosnan, Dan Stevens e Demi Lovato – per un cast corale che comunque assesta i propri colpi minimalisti al momento più opportuno.

 

In conclusione, come 8° lungometraggio del regista David Dobkin, “Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga” è un il film celebrativo del famoso ed omonimo evento canoro dell’anno, nello spirito e nella sua storia, che si presenta come commedia sentimental-demenziale dalle giuste pretese e che pone come focus principale i suoi momenti musicali, esaltato dalla presenza e dalla prova della bella coppia formata da Will Ferrell e Rachel McAdams.

Valutazione
3.5/5
Andrea Boggione
3.5/5
Christian D'Avanzo
2.5/5
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