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Recensione – Raymond & Ray: due fratelli ed un’ultima richiesta

Tra i vari titoli disponibili sulle oramai sempre più diffuse piattaforme streaming spesso si celano, all’interno dei cataloghi, delle piccole perle che non riescono a raggiungere il grande pubblico. Il servizio d’abbonamento che si trova più volte di fronte a questo tipo di “problema” è senz’altro Apple TV+: una piattaforma che tra serie tv e film, ma con una grave mancanza a livello di pubblicità e marketing (almeno per quanto riguarda il mercato europeo), negli ultimi anni ha sfornato tanti piccoli capolavori e prodotti televisivi di altissima qualità. Tra i lungometraggi presenti in elenco, tra le produzioni di casa Apple, un altro titolo molto interessante è sicuramente “Raymond & Ray”, un film scritto e diretto da Rodrigo Garcia con protagonisti la coppia Ewan McGregorEthan Hawke. Di seguito la storia ed una breve analisi del film. 

La storia dei due fratelli 

Due fratelli, Raymond e Ray (rispettivamente interpretati da Ewan McGregor e Ethan Hawke), si incontrano per via della morte del padre, una figura terribile della loro burrascosa infanzia. Il suo funerale finisce per rappresentare un’occasione, forse l’ultima, per poter rimettere a posto i pezzi delle loro vite ed andare avanti, senza vivere un attimo di più all’ombra di quell’uomo. Raymond riesce a convincere Ray a seguirlo in questo viaggio tra sana follia, rabbia, amore e dolore. Due uomini completamente agli antipodi per carattere e modi di fare costretti ad eseguire ogni richiesta del padre: dalla struttura della bara e la veglia funebre alla buca nel cimitero che dovranno scavare proprio loro armati di pala e piccone. 

“Voglio sapere com’è lasciarlo andare via, ma ho paura di non potercela fare.”

La recensione di Raymond & Ray 

Raymond & Ray” è l’ennesima perla che si cela all’interno del catalogo della piattaforma Apple TV+. Rodrigo Garcia firma una sceneggiatura e poi realizza una messa in scena straordinaria attraverso la storia di due fratellastri in lutto. Due personaggi caratterialmente diversi con un legame di sangue che li porta ad affrontare la perdita di un uomo che entrambi vivono come una figura spregevole e terrificante. Una vita passata nella sua ombra che si intravede nei volti e nei gesti dei protagonisti: da un parte Raymond, il più pacato e pronto ad accontentare le ultime volontà del defunto, dall’altra il ribelle Ray, un uomo allo sbando e decisamente più irascibile del fratello. A rendere memorabili le due performance ci pensano Ewan McGregor ed Ethan Hawke, la classica coppia di ottimi attori che non ci si aspetta riesca a regalare una tale prova tanto coinvolgente quanto stratificata. Le due star hollywoodiane spesso si prestano a progetti più indipendenti ed, in questo caso, mostrano tutta la loro bravura incarnando alla perfezione tutte le sfaccettature dei due personaggi. Ogni loro confronto appare così naturale allo sguardo dello spettatore, il quale grazie anche alla maestria del regista si sente catapultato all’interno del racconto, una storia semplice, ma che fa di questa sua semplicità la sua forza più grande. 

 

I temi trattati sono tanti lungo la narrazione, dal tema della morte a quello della rinascita, senza lasciare pezzi lungo il cammino, ma navigando tra le debolezze, le paure ed i sentimenti dei protagonisti. Il film spesso si prende il suo tempo per elaborare i propri concetti e raggiungere i propri obiettivi. Il viaggio vale, però, il cosiddetto prezzo del biglietto: il risultato è un fantastico dramma dalle mille sfaccettature, proprio come i due fratellastri. La fotografia appare visivamente senza mordente, ma finisce per rispecchiare il vissuto dei personaggi, le ambientazioni sono poche, ma essenziali ai fini del racconto, il resto del cast finisce per confluire nel magico flusso che prende vita dalle sorprendenti interpretazioni della coppia McGregor – Hawke, infine, non mancano quelle situazioni più tragicomiche e qualche colpo di scena capace di strappare anche un sorriso. La prima parte del film rimane più descrittiva e funge da grande introduzione e costruzione del background dei protagonisti, mentre la seconda parte, inizialmente costretta ad un ritmo più compassato, finisce per concludersi con un paio di colpi di scena divertenti, ma che allo stesso tempo fanno riflettere. 

“Ti serve molto di più di una fossa nel terreno per togliertelo dalla testa.”

Un dramma familiare con un pizzico di black humor 

In fin dei conti “Raymond & Ray” non è altro che un dramma familiare che attraverso un pizzico di black humor si eleva e racconta tutto il dolore, la rabbia e l’amore di due fratelli nei confronti del loro defunto padre. Due personaggi molto diversi che si trovano ad affrontare un percorso, ma come già sottolineato il film, nonostante conservi tutte le caratteristiche del classico road movie o viaggio di formazione, è tutt’altro: non c’è una conclusione strappalacrime, non c’è un lieto fine, ma bensì una chiusura che rispecchia il cinismo e la sofferenza che i protagonisti vivono in prima persona lungo la loro avventura. L’epilogo, ambientato prevalentemente al cimitero, rappresenta in parte una metafora di passaggio attraverso la consegna delle ultime parole del padre ai suoi figli. Il cineasta colombiano riesce nell’impresa di incorniciare un racconto crudo, ma allo stesso tempo realistico che riesce ad uscire dai canoni delle classiche storie familiari. Uno spaccato sul tema del lutto ricco di spunti e colpi di scena, anche se il suo più grande difetto potrebbe essere la grande riluttanza nel confronto del “tanto amato” politically correct che, oramai, pervade questo genere di prodotti cinematografici e televisivi. 

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