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I Consigliati: SALVATE IL SOLDATO RYAN

Per la rubrica dei consigliati, parliamo oggi di Salvate Il Soldato Ryan, film di guerra del 1998 diretto da Steven Spielberg. Il film valse a quest’ultimo il secondo Oscar per la Miglior Regia (dopo quello ricevuto per Schindler’s List), e conquistò inoltre altre quattro statuette.

La pellicola è ispirata alla vera storia dei fratelli Niland, quattro fratelli che prestarono servizio militare durande la seconda guerra mondiale: nel 1944 una pericolosa spedizione di soldati guidata da un fantastico Tom Hanks attraversa gli ostacoli nemici alla ricerca di un giovane collega disperso, interpretato da Matt Damon.

Nel corso degli anni, si è elogiato di questo film il dramma realistico delle scene di azione, particolarmente della sequenza di apertura in cui vediamo lo sbarco su Omaha Beach in Normandia.

Uno spettacolo di morte.

Insomma, Salvate Il Soldato Ryan non è certo una visione semplice. Ti opprime emotivamente in una sorta di macabro documentario dalla fotografia desaturata. Spielberg ci mostra minuziosamente gli eventi di cui abbiamo potuto leggere solo nei libri di storia. È un film crudo che decostruisce con cura la figura dell’impavido soldato di guerra, ma senza spogliarlo della sua dignità.

Di fatto, non vi è alcun orgoglio o presa di coraggio dinanzi alla morte.

La videocamera mobile insegue freneticamente i soldati in campo, macchiandosi del loro sangue. Si avvicina cogliendo i loro volti disperati in primo piano. Quanti muoiono nel caos e nel panico totale, in agonia per le atroci ferite subite, tra urla e lacrime di fango. Soli. Per servire il proprio paese.

Qual è la ricompensa di questa morte?

Chi serberà il ricordo delle vittime donate alla Madrepatria?

È solo uno dei tanti… Un altro ancora…

Matt Damon in una scena del film.

La delicatezza delle musiche di John Williams allevia il peso della trama, combatte essa stessa contro un montaggio roboante di suoni. Persino la pioggia innocua ha il suono dei bombardamenti. Lo spettatore viene immerso nella narrazione al punto tale che anche il suo udito diventa confuso.

Eppure in una parentesi così disumana, c’è sempre una scintilla di speranza. Anche in nome della bandiera al vento che chiude la poetica del film.

La volontà la crea l’uomo. Siamo noi i padroni delle nostre scelte.

Ecco perché salvare il soldato disperso e riportarlo a casa.

Ecco perché riconsegnare la lettera dell’amico tragicamente deceduto.

Ecco perché porre fine alla guerra.

Per meritarsi la vita, per meritarsi una redenzione.

Paola Perri

Voto: 8