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Eternals: la maturità c’è ma Kevin Feige non la applica

Bisognerebbe dare un Oscar alla lungimiranza (con un bel pizzico di fortuna) di Kevin Feige nello scritturare la allora semi-sconosciuta Chloe Zhao per il capitolo sulla carta più ambizioso e rischioso del nuovo corso dell’MCU. Scommessa a dir poco ripagata dato che oggi Eternals può vantare di essere il primo film Marvel diretto da un premio Oscar alla regia e non è un caso se le aspettative, dato anche gli splendidi Trailer di lancio, fossero da parte mia, che non sono certo un fan sfegatato della saga, a dir poco alte. Aspettative ripagate? Andiamo con ordine.

Si inizia subito con una rapida, metodica, a tratti didascalica, presentazione dei nuovi eroi, d’altro canto sono tanti, da soli bastano per riempire un Avengers 5, ma sono tutti da subito riconoscibili e ben caratterizzati. Sembrerebbe quasi che il film non voglia perdere troppo tempo a farci fare la loro conoscenza per passare subito all’azione e invece no! Invece da lì in poi si soffermerà nell’approfondirli e nel dare il giusto spazio a tutti in quello che ricorda tanto il viaggio di Jake e Elwood per rimettere insieme la banda. 

Le intenzioni di voler portare su schermo una pellicola più “matura” e (passatemi il termine) d’essai c’erano tutte. La crudezza del film è tangibile, sin dalla prima inquadratura. Mai l’MCU aveva portato su schermo uccisioni tanto violente, così come mai si era concesso a scene di sesso così esplicite. Sia chiaro! Non siamo di fronte a Game of Thrones, sebbene cast e compositore dicano il contrario, ma quelle brevi incursioni in quei lidi colpiscono e sorprendono lo spettatore abituato alla solita asettica leggerezza da Disney+. Eternals è un film di prime volte che per primo sceglie  un’attrice muta per interpretare un ruolo “non disabile” e per primo, in un blockbuster, ci mostra una famiglia arcobaleno con una piacevole e per niente stucchevole normalità.

È proprio nella caratterizzazione dei personaggi però dove il film riesce di più e dove mostra ancor più maturità. Dimenticatevi una netta distinzione tra bene e male, buoni e cattivi. Sebbene inevitabilmente la storia ci porti a patteggiare per una parte, tutti in scena hanno le proprie motivazioni, tutti i loro dubbi, le loro crisi interiori, tutti sono fallibili, tridimensionali, veri e in quanto tali a volte incoerenti. D’altro canto la posta in gioco e le tematiche affrontate sono troppo alte e quando è così, giusto e sbagliato si intrecciano e si confondono, perché a domande complesse seguono inevitabilmente risposte complesse e non basta una Civil War a risolverle. 

Quindi aspettative ripagate? Purtroppo no! 

Perché se le intenzioni c’erano tutte (e si vede) poi arriva l’MCU, quello classico, ad appiattire e confondere ogni cosa. Simpatica la linea comica ma troppo demenziale e troppo ingombrante (avete presente il cameo di Elton John in Kingsman che la prima volta è stupendo ma già dalla seconda dici “ok, Basta”?). La Zhao come regista non viene mai veramente fuori, nei titoli di testa avrei potuto leggere un qualsiasi altro nome e il film sarebbe stato lo stesso. Le scene d’azione non sono mai incisive e sicuramente prive di personalità. Manca quella sequenza veramente memorabile, quella che ti fa dire: “Caspita! Che brava la Zhao!”. La colonna sonora firmata Ramin Djawadi è funzionale ma anonima e dimenticabile, senza un tema che rimanga e che scuota l’animo. La fotografia, sebbene viri un minimo su toni più cupi, rimane piatta e poco incisiva. Tutti fanno il proprio compitino senza rischiare sconvolgere troppo la continuità estetica dell’MCU.

E la continuità narrativa? Bho! Troppe energie si perdono nella testa di chi guarda per inserire tutte queste nuove informazioni, tutta questa nuova mitologia, nel grande database dedicato alla serialità Marvel, tornerà tutto? Tornerà la timeline? Troppe domande ci distraggono durante la pellicola. Troppe domande che sarebbe stato meglio non farsi. Così come sarebbe meglio non farsi le tante domande che vengono in mente sul “realismo” di ciò che ci viene raccontato. Mai prima d’ora un cinecomic aveva fatto vacillare così tanto la mia sospensione dell’incredulità. Troppe problematiche di coerenza interna alla storia, troppi elementi che farebbero vacillare tutto sono volutamente non considerati in favore della spettacolarità e del dover incastrare la pellicola nella continuità della saga. In altre occasioni li avrei perdonati, qui no! Eternals è un film che vuole essere maturo ed impegnato ma che necessita inevitabilmente di un approccio bambinesco e distratto dello spettatore per poter funzionare. Un film cervellotico che ci chiede di spegnere il cervello. Uno strano ibrido frutto di una Marvel che post Endgame vorrebbe sperimentare, ma non ha il coraggio di farlo fino in fondo. Eternals temo che resterà nulla più di un nuovo (e presto vecchio) episodio, una vera occasione sprecata che se non altro ha saputo introdurci tanti nuovi personaggi che sarà un piacere rincontrare in futuro.

voto: 7/10

  • Carlo Iarossi
Andrea Barone: 10
Andrea Boggione: 9
Christian D’Avanzo: 8,5
Paolo Innocenti: 9
Paola Perri: 8,5
Giovanni Urgani: 8,5
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