Articolo pubblicato il 6 Maggio 2025 da Vittorio Pigini
Quello di Città del Vaticano resta ad oggi lo Stato sovrano più piccolo al mondo, tanto per popolazione quanto per estensione territoriale. Eppure, da millenni, il Vaticano e la Santa Sede continuano a plasmare il credo di più di 1 miliardo di fedeli, nonché le inevitabili ripercussioni sociali, politiche ed economiche in campo internazionale. A guidare lo Stato vi è il Papa, con la figura del Sommo Pontefice che, nel corso dei secoli, è stato soggetto, bersaglio e supporto anche e soprattutto nell’Arte, nella Letteratura ed ovviamente nel Cinema. Ecco di seguito la classifica dei migliori film con il Papa, presentati in ordine cronologico.
I migliori film con il Papa: l’uomo che plasma Politica, Arte e Spiritualità
La fine del 2024 e l’inizio del 2025 hanno segnato mesi cruciali e molto particolari per lo stretto legame tra cinema e Vaticano: il “profetico” Conclave di Edward Berger e la quasi immediata scomparsa di Papa Francesco. Ciononostante, la figura del Sommo Pontefice sul grande schermo non nasce sicuramente nel XXI secolo, ma affondala sua storia in radici antichissime, proprio agli albori della Settima Arte. Una delle primissime pellicole esistenti oggi in Italia è infatti Sua Santità papa Leone XIII, il cortometraggio del 1896 diretto da William Kennedy Laurie Dickson. Il filmato viene definito un “documento cinematografico di eccezionale interesse storico”, per quasi 2 minuti di visione che acquistano un significato poderoso fuori dallo schermo.
Il Papa viene infatti scortato dalle guardie svizzere e dal loro Comandante (che accolgono il Pontefice con saluto militare), viene seguito da monsignor Rafael Merry del Val e si accinge a benedire i presenti. Cinema (Arte), Politica e Spiritualità vengono racchiuse in 2 minuti di cortometraggio, rappresentando il vero fulcro d’interesse della figura del Papa e del Vaticano. Un solo uomo ed una misera porzione di globo che, nel corso dei millenni, hanno acquistato un potere ed un’importanza storica, sociale, politica ed economica tale da portare all’inevitabile rappresentazione sul grande schermo. Ecco i migliori film con il Papa, presentati in ordine cronologico.

Il tormento e l’estasi, di Carol Reed – 1965
Ad inaugurare questa speciale classifica ci pensa uno degli ultimi film diretti dal regista britannico Carol Reed, autore del rinomato Il terzo uomo con Orson Welles nonché di Oliver!, premio Oscar al Miglior Film nel 1969. Trattasi dunque di un nome di altissimi profilo, con i protagonisti di Il tormento e l’estasi che non sono sicuramente da meno, anzi. I leggendari Charlton Heston e Rex Harrison sono infatti rispettivamente Michelangelo e Papa Giulio II, con l’artista che viene incaricato dal Sommo Pontefice di realizzare un affresco sul soffitto della Cappella Sistina.
Il film, tratto dall’omonimo romanzo di Irving Stone, si concentra a descrivere uno dei più grandi artisti di sempre attraverso 2 speciali lenti. La prima vede Michelangelo immerso nel progetto di quello che sarà uno dei suoi più alti capolavori, il passaggio dalla scultura alla pittura e soprattutto il confronto con gli altri “colleghi” del suo tempo (Leonardo Da Vinci e Raffaello giusto per fare 2 nomi). Dall’altro lato, vi è il confronto/scontro proprio con la carismatica personalità di Papa Giulio II, pressato dal compito di difendere Roma e la Chiesa dai tumulti politici. 138′ dove a scontrarsi sono forti caratteri e pensieri sul mondo dell’Arte e della Fede, con le 2 stelle protagoniste che non falliscono l’occasione.
L’uomo venuto dal Kremlino, di Michael Anderson – 1968
Solamente 3 anni dopo la figura del Sommo Pontefice riappare sullo schermo, in un vero e proprio film di spionaggio diretto sempre da un regista britannico, ovvero Michael Anderson (autore di La papessa Giovanna, titolo da tenere a mente). Incarnando appieno i moti del suo anno di uscita, il 1968, L’uomo venuto dal Kremlino è una partita a scacchi politica tra Comunismo e Chiesa Cattolica, Oriente ed Occidente in piena Guerra Fredda.
La storia è quella del metropolita Kiril Lakota, liberato dopo 20 anni di prigionia nel gulag siberiano grazie ad un accordo tra la Santa Sede e proprio l’Unione Sovietica. Mentre il clima politico cinese sta per esplodere definitivamente, Lakota sarà incaricato di trovare il giusto equilibrio diplomatico tra le forze politiche internazionali, essendo destinato a diventare molto di più di un sottoposto del Papa.
In nome del Papa Re, di Luigi Magni – 1977
Dal punto di vista narrativo, rispetto al film di Anderson si effettua un balzo temporale al passato di quasi 100 anni esatti, all’ottobre del 1867. Attraverso la sua speciale trilogia, il regista romano Luigi Magni ha infatti affrontato le tematiche legate al rapporto tra il popolo della capitale e l’aristocrazia pontificia, durante il periodo dei moti risorgimentali. Secondo capitolo spirituale, del trittico con Nell’anno del Signore e In nome del popolo sovrano del 1990.
In nome del Papa Re del 1977 è forse quello che più di tutti riesce ad arrivare al cuore della spinosa questione politica, spirituale ed umana. Sullo schermo arriva poi l’intelligente regia e scrittura di un autore abile nel sferrare colpi velenosi attraverso una delicatezza fuori dal comune, con un eccezionale Nino Manfredi a guidare un grande cast. Tra gli esempi più emozionanti e necessari della c.d. “commedia all’italiana”.
Il marchese del Grillo, di Mario Monicelli – 1981
Citando forse il periodo storico più importante del cinema italiano, Mario Monicelli resta sicuramente uno degli esponenti di spicco. Tra le numerose pellicole di prestigio della sua filmografia, una in particolare sarebbe perfetta per questa speciale classifica, ovvero Il marchese del Grillo. Protagonista del film non è infatti il Sommo Pontefice, bensì l’iconico nobile romano alla corte di Papa Pio VII, interpretato da un “intoccabile” Alberto Sordi.
Nonostante ciò, la Santa Sede mantiene comunque un’importanza comprimaria, non solo a causa dell’invasione delle truppe di Napoleone nello Stato Pontificio, ma anche e soprattutto per la vicinanza “amichevole” proprio con il personaggio del Marchese. Quest’ultimo può infatti permettersi di mettere in atto scherzi audaci, come far credere al popolo la prematura scomparsa del Papa, con il tutto che acquista inevitabilmente un peso notevole sul piano allegorico. Nella spietata satira del cinema di Monicelli, quindi, si continua ad accendere luci ed ombre sul potere temporale della Chiesa e soprattutto sulle sue prevaricazioni.
Amen., di Costa-Gavras – 2002
Abbandonando completamente le stoccate ironiche e divertenti della commedia all’italiana, si resta tuttavia nella spietata critica politiche che, in Amen. di Costa-Gravas, risulta alquanto feroce. Torna infatti Papa Pio, ma non VII bensì XII, con il Sommo Pontefice nel periodo della Seconda Guerra Mondiale che non poteva non attirare su di sé aspre polemiche. Il film del regista di origini greche, con protagonista Ulrich Tukur nei panni di Kurt Gerstein, mira infatti al controverso rapporto tra la Germania nazista ed il Vaticano.
Nonostante fu infatti membro delle SS, Gerstein cercò di opporsi al genocidio, cercando aiuto anche fuori i confini tedeschi e venendo sostanzialmente respinto proprio dalle porte vaticane. A dir poco emblematica la “coraggiosa” locandina ufficiale del film di Costa-Gravas, ovvero un simbolo che fonde la croce cristiana alla svastica nazista e con le polemiche che non tardano ad arrivare. In Patria (Francia) Amen. Riesce a vincere il premio César alla Miglior Sceneggiatura, nonché quello Lumière al Miglior Film.

La papessa, di Sönke Wortmann – 2009
Fino ad ora sono stati presi in riferimento periodi storici diversi, stili quasi agli antipodi, ma mantenendo intatto un comun denominatore: IL Papa. Ma se il Sommo Pontefice non fosse sempre stato un uomo ma anche una donna? Il personaggio è stato precedentemente citato in occasione del film di Michael Anderson, con il collega tedesco Sönke Wortmann che riporta sul grande schermo il mito della papessa Giovanna.
Trattasi infatti di una figura leggendaria in epoca medievale, considerata tale dagli storici e creata sostanzialmente dal potere politico francese in opposizione al papato. Fatto sta che quella di Giovanna resta una figura misteriosa e dal fascino narrativo ed allegorico fortemente intrigante, con La papessa che percorre proprio il sofferto percorso dalla sua nascita al trono di Roma. Un’opera sicuramente non esente da punti critici, ma che si presta ad inevitabili riflessioni decisamente attuali oggi come allora.
Habemus Papam, di Nanni Moretti – 2011
A questo punto l’asse Roma-Parigi è sempre più solidificato, tornando in Italia con il film di Nanni Moretti presentato in Concorso al 64º Festival di Cannes (eletto miglior film dell’anno dai Cahiers du cinéma). Il satirico titolo Habemus Papam è già tutto un programma per l’opera diretta dal regista di Caro Diario, aprendosi infatti con la scomparsa del Sommo Pontefice e la conseguente organizzazione del nuovo conclave. Viene eletto a sorpresa il cardinale Melville ma quest’ultimo, surclassato dalla pressione sul nuovo ruolo da ricoprire, ha un violento attacco di panico ed evita la presentazione al pubblico di Piazza San Pietro.
Secondo le regole del diritto canonico, infatti, l’intero conclave non potrà sciogliersi finché il neoeletto Papa non completi la cerimonia ufficiale, con la Santa Sede che fa convocare uno psicoanalista per cercare di aiutare Melville, tra lo scetticismo generale. L’irriverente cinema di Nanni Moretti arriva così nelle sale più intime del Vaticano, per un film sulla depressione e sulla costrizione del dovere quando non nasce spontaneamente. Emozionante la prova da protagonista di Michel Piccoli.
I due papi, di Fernando Meirelles – 2019
Un neoeletto Papa in giro sui mezzi pubblici di Roma, o una donna arrivata alla Santa Sede, ma l’episodio forse più “bizzarro” è quello della storica concomitanza delle figure di 2 pontefici. L’11 febbraio 2013, infatti, Papa Benedetto XVI ha dato ufficialmente le sue dimissioni da pontefice, il primo in età moderna e contemporanea, l’ottavo della storia.
Immediata l’elezione del nuovo vescovo di Roma, Jorge Mario Bergoglio, con I due papi di Fernando Meirelles che porta sul grande schermo l’incontro/scontro tra due caratteri e due personalità profondamente diverse. Oltre alla spiccata somiglianza fisica ai rispettivi personaggi, la coppia protagonista Jonathan Pryce-Anthony Hopkins dà vita ad un botta e risposta che non fa sconti su politica e fede, tradizione e progresso, umano senso di colpa e perdono divino.
Rapito, di Marco Bellocchio – 2023
Dopo Pio VII e Pio XII ecco arrivare anche Papa Pio IX, ovvero quello di un mefistofelico Paolo Pierobon nello splendido Rapito di Marco Bellocchio. Continuando a mettere le sale vaticane sotto una luce non particolarmente lusinghiera, il film del 2023 è ispirato al libro Il caso Mortara e porta sullo schermo l’omonimo accaduto che vede protagonista un bambino ebreo di Bologna, sottratto alla propria famiglia dalla polizia papalina nel 1858.
Nel contesto storico degli infuocati anni del Risorgimento, il film di Bellocchio non è solo un affresco stilistico ed artistico di assoluta bellezza, ma anche un racconto sofferto di una famiglia in cerca di giustizia e verità, non tralasciando anche una linea thriller che riserva colpi di scena. Una messa in scena eccezionale ed un cast straordinario portano Rapito a vincere 5 David di Donatello su 11 candidature, nonché anche 6 Nastri d’Argento tra cui Miglior Film.
Conclave, di Edward Berger – 2024
Si giunge così al termine di questa speciale classifica e non poteva concludersi se non con un decesso, proprio quello del pontefice. All’improvvisa morte di papa Gregorio XVII ecco che il collegio cardinalizio, guidato dal decano Thomas Lawrence, è chiamato ad eleggere il nuovo vescovo di Roma. Successivamente a Niente di nuovo sul fronte Occidentale, ecco che il regista austriaco Edward Berger realizza un nuovo war-movie, ambientato nelle cupe sale del Vaticano.
Nella corsa al potere temporale e spirituale, ne nasce un’incalzante partita a scacchi tra tutti i suoi “papabili”, combattuta colpo su colpo e con qualsiasi mezzo a disposizione. Dai toni gialli e di spionaggio, elevati dalle stoccate della colonna sonora, Conclave porta in scena un thriller esaltante e con un cast straordinario che vede un gigante come Ralph Fiennes in una delle sue prove più memorabili. Quando la sceneggiatura intelligentemente verbosa sembrerebbe esaurirsi verso il finale del film, ecco che speculazioni e profonde riflessioni politiche, sociali e morali possono dilagare con il colpo di scena che conclude il film di Edward Berger.

Bonus – The Young Pope, di Paolo Sorrentino – 2016
Ovviamente non un film, ma nella classifica che celebra i migliori “Papi” sullo schermo non poteva mancare l’opera ideata e diretta da Paolo Sorrentino. Co-produzione internazionale tra Sky, HBO e Canal+, The Young Pope narra dell’affascinante arcivescovo di New York Lenny Belardo eletto a sorpresa nuovo Sommo Pontefice. Scelto strategicamente proprio per via della sua giovane età ed inesperienza, con l’obiettivo di venire manovrato con facilità, quello interpretato da un ormai iconico Jude Law si rivelerà essere un personaggio assai più carismatico ed intransigente di quanto previsto.
Rinnovando lo stile e la tradizione della Santa Sede, ne nasce una visione di 10 episodi fuori dagli schemi, diretti dalla rigorosa mano di un regista come Paolo Sorrentino e con una schiera di grandiosi interpreti come Jude Law, Silvio Orlando e Diane Keaton. 4 anni dopo ecco arrivare anche un sequel, The New Pope con protagonista John Malkovich, forse anche migliore del prequel.