Articolo pubblicato il 23 Maggio 2024 da Christian D’Avanzo
Scelto come film che possiamo sottolineare il tema della lotta alla mafia e dell’importanza della legalità, Mascaria è un lungometraggio molto importante, soprattutto per la storia che racconta. Trattasi, innanzitutto, di un film che aderisce molto alle sue radici siciliane, come si può notare dal titolo del lungometraggio, e che presenta un finale tutt’altro che banale, degno di spiegazione. Quando si inizia il film, però, ci si rende conto anche di un avviso del lungometraggio: Mascaria è liberamente ispirato a una storia vera. Ma di quale si parla? Di seguito, la storia vera di Rocco greco che ha ispirato il film in questione.
La storia vera di Rocco Greco che ha ispirato Mascaria
Nel definire qual è la storia vera che ha ispirato Mascaria, film che racconta di una ritorsione da parte della mafia a seguito della denuncia di un uomo, è importante sottolineare, innanzitutto, un elemento: per quanto possa esserci un soggetto che ha ispirato il film, il lungometraggio è, in realtà, dedicato a tutti coloro che ogni giorno vivono una vita difficile, soprattutto nel rapporto con la criminalità organizzata. Come tante persone, infatti, all’interno del film Pietro è costretto a pagare il pizzo per mandare avanti la sua attività, finché non decide di ribellarsi. Questa è una triste condizione di tutti coloro che operano in un territorio difficile, che si tratti di mafia, di camorra o di ‘ndrangheta, e che giorno per giorno affrontano delle difficoltà sociali ed economiche tutt’altro che irrilevanti.
La storia da cui attinge Mascaria, però, è quella di Rocco Greco. L’imprenditore, infatti, nel 2007 decise di denunciare i suoi estorsori, a seguito di anni in cui viveva grandi difficoltà in virtù del pagamento del pizzo per mandare avanti la sua attività: per creare una testimonianza che fosse credibile, Rocco Greco decise di convincere sette colleghi imprenditori a fare lo stesso ma, quando arrivò la vittoria in tribunale contro i Boss della Stidda e di Cosa Nostra di Gela, venne accusato di avere rapporti con la mafia. Nonostante non ci fossero prove che supportassero tale accusa, in tribunale Rocco Greco affrontò grandi difficoltà, soprattutto per l’azione piuttosto lenta e prolungata della burocrazia, che portò lo stesso imprenditore a vivere dei veri e propri disastri economici, che l’hanno costretto a licenziare 50 operai. Alla fine, Rocco Greco è stato assolto con formula piena ma, per tutti i problemi vissuti dal punto di vista sociale ed economico, decise di suicidarsi il 27 febbraio del 2009, sparandosi alla sua tempia. Il figlio Francesco, che nel film interpreta Riccardo, porta avanti ancora oggi la sua attività e ha deciso di rendere viva la memoria del padre proprio attraverso la sua interpretazione nelle lungometraggio.