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Che cosa avremmo visto in The Movie Critic di Quentin Tarantino

The Movie Critic è stato ufficialmente cancellato, ma il decimo e ultimo film di Quentin Tarantino aveva ambizioni certamente elevate: che cosa avremmo visto, dunque, nel film in questione?
Che cosa avremmo visto in The Movie Critic di Quentin Tarantino

È ormai ufficiale che Quentin Tarantino ha rinunciato all’idea di rendere The Movie Critic il suo decimo e ultimo film, di fatto cancellando l’intero progetto che era stato sviluppato, almeno in termini di pre-produzione e di selezioni degli attori all’interno del cast. Il regista ha scelto di virare su un’altra idea, probabilmente ritenendo quella di The Movie Critic “debole”. Ma che cosa avremmo visto all’interno del lungometraggio in questione?

Di che cosa avrebbe parlato The Movie Critic di Quentin Tarantino

Nel corso dei diversi mesi, nel parlare della possibile trama di The Movie Critic prima che questo fosse cancellato, era stato possibile scoprire di che cosa avrebbe parlato il film in questione. In un primo momento si pensava che il lungometraggio fosse ispirato alla figura di Pauline Kael, critica e saggista da sempre molto schierata nei suoi giudizi (basti pensare alla sua stroncatura di 2001: Odissea nello Spazio). Quentin Tarantino, in un’intervista realizzata alla Quinzaine de Réalisateurs, ha spiegato di cercare un attore di 35 anni per ricoprire il ruolo di un critico che ha davvero conosciuto, quando lavorava come addetto ad un distributore automatico. Maleducato e cinico, così descritto da Tarantino, tale critico scriveva recensioni di film porno con uno stile da 55enne, benché avesse soltanto 30 anni, ma in qualche modo ha plagiato il suo stile. 

Il Tarantino Cinematic Universe in The Movie Critic?

Al di là della trama del film e di ciò che si sarebbe visto in The Movie Critic, l’elemento fondamentale del lungometraggio sarebbe stato il ritorno di numerosi personaggi dei film di Tarantino nell’ultimo film. Un possibile “Tarantino Cinematic Universe”, in cui sarebbe stato possibile rivedere alcuni attori iconici – come John Travolta o Samuel L. Jackson – in ruoli che li hanno consacrati nella loro carriera; l’idea, presumibilmente nata per offrire come omaggio un ultimo grande ruolo a Bruce Willis, era già nota per quanto riguarda il personaggio di Cliff Booth di Brad Pitt, già vincitore di un Oscar per il suo ruolo in C’era una volta a… Hollywood, e si sarebbe estesa anche ai vari Vincent Vega o Black Mamba.

L’unico neo relativo a tale ragionamento riguardava, ovviamente, la compresenza di realtà temporali differenti, tra cui quella della schiavitù nera in Django o quella della seconda guerra mondiale in Bastardi Senza Gloria. Dal momento che quel revisionismo storico scelto da Tarantino nei suoi film, però, non ha mai lasciato spazio alla reale fedeltà storica – con Hitler trucidato in un cinema o Sharon Tate salvata -, non sarebbe stato tuttavia sorprendente decontestualizzare totalmente i vari Django o Hans Landa, immaginando (anche in forma di cameo evocati dalla penna di un giornalista) una loro compresenza sul grande schermo.