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Recensione – X-Men ’97 1×05: Ricordalo

La quinta puntata di X-Men ’97, intitolata Ricordalo, si spinge ancora più oltre di quanto i Marvel Studios abbiano mai fatto.
X-Men '97: la recensione del quinto episodio

I supereroi mutanti sono tornati con la nuova puntata della serie animata X-Men ’97. Dopo aver analizzato il quarto episodio, ora tocca al quinto, intitolato Ricordalo ed attualmente disponibile sulla piattaforma streaming Disney Plus.

La trama di X-Men ’97 1×05

Il quinto episodio di X-Men ’97 lascia in sospeso il cliffhanger con Tempesta in Vitamorte – Parte 1 e si concentra su un ulteriore lato del gruppo protagonista. Infatti la puntata ha come base la seguente trama:

“Dopo che la nazione Genosha è stata ammessa alle Nazioni Unite, Magneto, Rogue e Gambit si dirigono nel paese, dove quest’ultima coppia si riunisce con Madelyne e Nightcrawler, mentre Magneto incontra il consiglio dello stato, che desidera renderlo il loro leader. La proposta rivolta a Magneto potrebbe gettare nuove basi per quanto riguarda il rapporto tra lui e Rogue, il quale Gambit continua a guardare con gelosia. Nel frattempo, a casa degli X-Men, Scott e Jean affrontano una crisi, poiché il primo sente la mancanza di suo figlio e la seconda ha difficoltà a recuperare i suoi ricordi.”

Recensione - X-Men '97 1x05: ricordalo

La recensione del quinto episodio di X-Men ’97

La prima cosa che cade all’occhio durante la visione della puntata è indubbiamente la messinscena di Genosha: la città dei mutanti viene presentata come un autentico paradiso in cui tutte le persone diverse assumono la propria identità e si sentono libere di manifestarla. I mutanti si lasciano andare attraverso canti, balli, disegni e qualsiasi lavoro che manda avanti la loro vita. Le parti artistiche infatti mostrano delle danze che ricordano quelle europee ed afroamericane, sottolineando il lato politico di cui la serie vuole essere assoluta manifestante. L’immersione in una nuova cultura per aumentare l’immedesimazione degli altri popoli è perfetta.

Parlando dei personaggi, ci sono dei vecchi ritorni molto graditi, tra cui quello di Nightcrawler. Sorprende la personalità del monaco, dal momento che, diversamente dalla serie Insuperabili X-Men in cui appariva calmo e riflessivo, si mostra stavolta molto più energico e costantemente con la battuta pronta, nonostante non sia stato tolto spazio al suo lato religioso (compreso una bellissima riflessione sull’amore che non può esistere senza peccato). Inaspettate le presenze di Emma Frost e di Sebastian Shaw tra i membri del consiglio politico di Genosha: le loro figure potrebbero essere lo spunto per mostrare come anche una società nata per essere libera possa essere corrotta o afflitta dalle tentazioni e dalla brama del potere, dal momento che nella serie precedente entrambi i personaggi sono stati presentati come delle malvage figure avide. In particolare sono affascinanti i primi piani su Emma Frost, i quali mostrano che dietro di lei ci sia qualcosa di sinistro (tra cui il razzismo verso gli umani), a meno che non siano elementi fatti apposta per sviare lo spettatore.

Finalmente, dopo tante puntate in cui tutto è stato solamente accennato, viene approfondito il triangolo tra Rogue, Magneto e Gambit. Si avverte la disperazione di Rogue che non ha mai toccato nessuno durante la sua vita, per questo Magneto, che può sfiorarla senza morire, rappresenta l’unica via con il quale riesce a sfogare le sue repressioni sessuali. Dall’altra parte Gambit ha con lei un legame gigantesco che è molto difficile da cancellare, così il loro rapporto pone un’interessante interrogativo tra la forza del legame fisico e del legame dell’anima: quali dei due è veramente più forte in una relazione, specialmente quando il primo manca completamente per cause di forza maggiore? Splendida la caratterizzazione di Gambit che potrebbe essere semplicemente lo stereotipo del terzo incomodo che reagisce in maniera impulsiva, cosa che sarebbe anche adatta al personaggio, ma la comprensibilità con la quale accoglie tutto il tormento interiore di Rogue è davvero toccante.

X-Men '97: ricordalo

La confusione dei ricordi e dell’odio

Bisogna lodare l’intreccio realistico con cui vengono caratterizzati Scott e Jean dopo la crisi causata dal clone di quest’ultima: Jean preferisce scappare dalla confusione creata dai suoi ricordi sbiaditi e per questo è tentata da strade nuove e diverse, quasi come se Scott fosse una figura che deve rispettare più per schema che per scelta. Dall’altro lato Scott avverte ancora la forte mancanza del lato materno dato dal clone (che ora si chiama Madelyne), nonché di suo figlio, tanto che la sua rabbia repressa comincia a manifestarsi anche di fronte a persone che non hanno niente a che fare con la sua confusione interiore. La crisi di Jean e di Scott è una rappresentazione molto curata e struggente delle coppie che fanno fatica a recuperare dopo i momenti peggiori. Inoltre, parlando di recuperi, colpisce la rappresentazione di Madelyne che ora è diventata una persona distinta da Jean, tanto da ottenere la carica di membro del consiglio politico di Genosha, segno che tutte le persone hanno un’unica individualità e la possibilità di rifarsi una vita.

Quando la minaccia vera viene a galla e gli X-Men entrano in azione fisicamente, ci si sorprende di quanto gli showrunner della serie abbiano il coraggio di essere così tanto spietati con i loro personaggi, mettendoli in condizioni sempre più cupe e distruttive. La cattiveria che si presenta all’improvviso è il ritratto cinico di tutto ciò che non va nel mondo, dando una forma all’invasione ed allo sterminio. Tutti i concetti che hanno rappresentato razzismo, nazismo e guerra travolgono i protagonisti, dando un volto al terrore di innocenti che si ritrovano in un buco nero di malvagità inspiegabile. Non sorprenderebbe se gli showrunner si fossero ispirati ad eventi storici passati come l’11 Settembre 2001, ancora oggi un esempio perfetto e crudele di una violenza penetrata all’interno di una città nel modo più spietato, le cui sensazioni sembrano essere ricreate negli occhi delle figure protagoniste delle scene d’azione. Si avverte il sangue in scene spettacolari ma anche profondamente crude, con sequenze dinamiche che non solo acocmpagnano i movimenti dei protagonisti, ma fanno sentire la polvere delle macerie e delle esplosioni che creano smarrimento, mentre lo spettatore cerca di distinguere, invano, chi possa sopravvivere tra i civili schiacciati dall’odio.

La quinta puntata di X-Men ’97 fornisce, ancora una volta, un altro tassello che dimostra quanto la Marvel sia disposta a spingersi sempre di più per far capire allo spettatore quanto le battaglie sociali degli X-Men siano importanti, mostrando i lati più oscuri del mondo. Ricordalo non è soltanto la rappresentazione di figure che si sentono smarrite, ma è anche il ritratto più diretto ed assoluto della disperazione che mostra quanto l’umanità, mai come oggi, abbia ancora bisogno di tanto aiuto.

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