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Recensione – True Detective: Night Country 4×02

Continuano le indagini da parte delle agenti Danvers e Navarro riguardo la scomparsa ed il successivo ritrovamento dei corpi congelati di un gruppo di ricercatori, tra nuovi indizi ed un particolare simbolo.
Recensione - True Detective: Night Country 4x02

Prosegue la quarta stagione di “True Detective: Night Country”, lo show televisivo ideato da Nic Pizzolatto, ora in veste solo di produttore della serie tv dopo il passaggio di testimone ad Issa López. La cineasta messicana tenta con questi nuovi episodi di dare vita ad una sorta di versione specchiata della prima avvincente stagione, questa volta affrontando un cupo quanto terribile caso ambientato tra le immense e tenebrose distese ghiacciate dell’Alaska. Un clima, rigido e freddo, che caratterizza l’intera narrazione ed il particolare mistero che la coppia di protagoniste, il capo della polizia l’agente Danvers e la detective Navarro, interpretate rispettivamente da Jodie Foster e Kali Reis, ha il duro compito di risolvere. Di seguito la trama e la recensione del secondo episodio della nuova stagione di “True Detective”. 

La trama di “True Detective: Night Country” 4×02

Sono passati quattro giorni da quando è cominciato il classico mese di buio che ricopre l’Alaska ed anche la piccola cittadina Ennis. I corpi ritrovati appartengono proprio ai ricercatori scomparsi qualche giorno prima, ma uno dei cadaveri è contraddistinto da un segno a spirale sulla fronte. All’improvviso uno dei corpi pare rianimarsi ed inizia ad urlare, di conseguenza la Danvers decide di trasferire l’intero blocco di ghiaccio all’interno di una grande pista di pattinaggio locale per il decongelamento. Si scopre, però, che i corpi ritrovati sono ben più di tre, ma, a parte il ricercatore sopravvissuto, manca comunque uno degli scienziati all’appello: Raymond Clark. 

Nonostante le parole e gli ordini del capitano Connelly (Christopher Eccleston), Liz riesce a convincere il suo superiore a lasciare lo spinoso caso alle forze dell’ordine del posto e prosegue le sue ricerche, interrogando un amico geologo, nel tentativo di ottenere chiarimenti sulle operazioni di ricerca effettuate dalla fantomatica stazione Tsalal. Nel frattempo Peter (Finn Bennett) viene a conoscenza che anche lo stesso Clark ha tatuato lo stesso simbolo trovato su uno dei cadaveri, lo scienziato scomparso pare avesse strane abitudini, come aggirarsi spesso completamente nudo tra grandi distese di neve. 

Tutto sembra girare intorno a questo segno a spirale, un simbolo che aveva tatuato anche Annie (Nivi Pedersen), un’attivista ambientale nativa uccisa sei anni prima, un caso di omicidio assegnato all’epoca all’agente Navarro, la quale tenta ad ogni costo di unirsi alle indagini sulla Tsalal. Lavorando in solitaria, però, scopre che l’enigmatico Clark possiede una roulotte, un veicolo che mostra ancora più dettagli sull’oscuro ed inquietante passato di Raymond e della presenza di una certa entità sovrannaturale. Quello che la Danvers e la Navarro si ritrovano di fronte ai loro occhi, una volta rintracciata la roulotte, è una specie di santuario che ripropone il simbolo della spirale ed una serie di altri oggetti legati all’occulto. 

Recensione - True Detective: Night Country 4x02

“Non confondere il mondo degli spiriti con i problemi di natura mentale.”

Cit. Rose Aguineau (Fiona Shaw)

La recensione del secondo episodio di True Detective: Night Country

Il secondo episodio della quarta stagione di “True Detective: Night Country” prosegue il discorso e le indagini riguardanti il nuovo caso, il metodo investigativo di Liz Danvers, il personaggio interpretato dall’ottima Jodie Foster, è particolare, ma comincia a rivelarsi vincente: tutto parte dal selezionare una domanda, qual è quella giusta da porsi per poter giungere ad una conclusione o quantomeno a qualche indizio ed una pista da seguire? La detective, in compagnia del giovane quanto inesperto Peter, si occupa dei corpi congelati dei ricercatori inizialmente scomparsi e ritrovati tra i ghiacci da una persona del posto. Rose Aguineau, Fiona Shaw, è una donna che vive isolata ed è convinta di poter vedere e parlare con i morti, uno di loro è il suo ex-marito che per via di una leucemia a preferito togliersi la vita lanciandosi in un lago ghiacciato. È proprio lui che accompagna la sue ex-moglie nel luogo del ritrovamento dei corpi, una sorta di spirito guida che permette alla polizia locale di trovare le persone scomparse e completamente congelate. 

Qui entra in gioco quell’elemento che, proprio come lungo la prima puntata di questa nuova stagione, non sta apprezzando appieno gran parte del pubblico: la presenza di qualsivoglia elemento legato al mondo del sovrannaturale. In realtà, l’intero prodotto televisivo utilizza da sempre l’affascinante sistema legato ai miti e le leggende, creando un mix perfetto tra il reale ed il paranormale. Questo è uno degli aspetti che comincia ad essere più approfondito e studiato dalle due detective, ma sono ancora troppe ed estremamente vaghe tutte le domande che pervadono la mente di Liz ed Angie. L’indagine è solo all’inizio, prosegue un piccolo passo alla volta, viste anche  le innumerevoli difficoltà che si ritrovano ad affrontare le agenti, entrambe non appaiono molto integrate con il resto della popolazione della piccola cittadina, composta principalmente da uomini che lavorano in miniera e indigeni nativi dell’Alaska. Tra le viscere di questa storia ambientata tra i ghiacci si cela una forte componente sociale e razziale non indifferente, la quale pervade lo spirito dell’intero villaggio di finzione del Nord degli Stati Uniti

Nonostante sia una seconda puntata corposo ed in perfetta linea con il resto dello show, almeno fino ad ora, un altro aspetto che potrebbe far storcere il naso è indubbiamente il ritmo: sicuramente i veri e propri appassionati della nota serie televisiva sono abituati ai tempi che i protagonisti si prendono per analizzare ogni minimo dettaglio di casi terribili quanto complessi, ma ovviamente lo spettatore più occasionale può incappare in un ritmo fin troppo compassato e poco piacevole alla visione, soprattutto visto un lento proseguire della narrazione ed alcuni importanti rimandi agli eventi della prima stagione. È ancora presto per dirlo, ma questa quarta stagione sembra andare in una certa direzione, anche se non è ancora così chiaro l’obiettivo. Il binomio Danvers – Navarro funziona e, nonostante due personaggi simili quanto ricchi di contrasti e sfaccettature, la curiosità nel vedere e conoscere i prossimi indizi o prove in cui potrebbero incappare è alta. La López, già solo con le prime due puntate di questa nuova stagione, sta riuscendo a riproporre le giuste atmosfere ed il mood che all’epoca si è rivelato ben più che vincente dopo l’uscita della prima sorprendente stagione firmata da Nic Pizzolatto

Recensione - True Detective: Night Country 4x02

“Il sangue è sangue Peter, non te lo scordare.”

Cit. Hank Prior (John Hawkes)

L’equilibrio tra realtà e paranormale 

Insomma, un secondo episodio all’altezza del precedente, nei toni e nelle atmosfere, lasciando per strada una sola manciata di indizi che non fanno altro che incuriosire ancora di più il pubblico, il quale si ritrova costretto a cominciare ad elaborare le varie teorie sulla possibile soluzione del caso. Nonostante due protagoniste agli antipodi, entrambe sono parecchio scontrose nei confronti degli altri e di chi gli gira attorno, la loro determinazione è rivolta quasi unicamente alla risoluzione di questo caso. Il loro vissuto, anche se al momento le informazioni sul loro passato non sono ancora state raccontate e mostrate appieno, le ha segnate profondamente e questo si riflette su come le due donne si approcciano verso il prossimo. 

La cineasta messicana, Issa López, lavora su due piani complementari: da un lato proseguono le ricerche e le indagini, indizio dopo indizio, mentre dall’altro lato viene raccontato e mostrato il lato più umano di queste due protagoniste, le loro paure, i loro pensieri e le diverse sfaccettature del loro carattere. Al momento è incredibile come in soli due episodi si sia raggiunto un ottimo equilibrio tra realtà e paranormale, i due elementi che da sempre contraddistinguono le storie ed i casi raccontati da uno dei prodotti televisivi tra i migliori mai realizzati ed apprezzati quasi all’unanimità da critica e pubblico. 

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