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Recensione – The Warrior: The Iron Claw, il film con Zac Efron e Jeremy Allen White

The Warrior: The Iron Claw con Zac Efron e Jeremy Allen White è un film molto atteso di questo inizio 2024, ma avrà rispettato le aspettative?
La recensione di The Warrior-The Iron Claw

Esce nelle sale italiane il 1 febbraio 2024 The Warrior: The Iron Claw, film drammatico con protagonista Zac Efron e diretto da Sean Durkin, al terzo lungometraggio. La pellicola è stata prodotta da BBC Film e Access Entertainment, per poi essere distribuito negli USA dalla A24 (in Italia da Eagle Pictures). Il film è costato 15 milioni e finora ne ha incassati 32, probabilmente nelle prossime settimane sarà in grado di superare almeno i 40 milioni. Di seguito la trama e la recensione di The Warrior: The Iron Claw.

La trama di The Warrior: The Iron Claw

Di seguito la trama ufficiale di The Warrior: The Iron Claw:

La vera storia degli inseparabili fratelli Von Erich, che hanno fatto la storia nel mondo altamente competitivo del wrestling professionistico nei primi anni ’80. Attraverso tragedie e trionfi, all’ombra del loro prepotente padre e allenatore, i fratelli cercano un’immortalità straordinaria sul più grande palcoscenico dello sport.

La recensione di The Warrior: The Iron Claw, il film con Zac Efron e Jeremy Allen White

The Wrestler di Darren Aronofsky è probabilmente il più bel film di sempre sulla disciplina del wrestling. Perché fare questa premessa? Ebbene, per sottolineare come l’argomento trattato in una pellicola sia sempre marginale rispetto all’eventuale buona riuscita della stessa e di come anche uno sport (ingiustamente) poco considerato come il wrestling americano potesse finire per diventare una meravigliosa metafora esistenziale. Sean Durkin nel suo The Warrior: The Iron Claw sembra avere dei punti di contatto con la pellicola sopracitata, nello specifico se si fa riferimento al suo cast. Nonostante infatti sarebbe comico paragonare la carriera di un attore come Mickey Rourke a quella di uno come Zac Efron, è indubbio che entrambi questi interpreti abbiano preso parte a queste pellicole in momenti critici delle loro carriere. Zac Efron infatti, dopo il successo della saga di High School Musical, è scomparso nell’oblio e si ripresenta agli occhi degli spettatori del 2024 con una fisionomia quasi del tutto irriconoscibile. Qui tuttavia sta il primo errore del film: se da una parte Aronofsky cuciva su misura il suo personaggio intorno al derelitto Rourke, dall’altra Durkin sembra profondamente disinteressato a affrontare in modo critico quella di Efron. Da qui discende inoltre il problema principale della pellicola: la discrasia tra lo stile adottato e il contenuto dell’opera.

Se da una parte Durkin mette in gioco una regia raffinata, una fotografia pastosa e dei long take affatto banali, la storia si rivela invece essere un racconto famigliare piuttosto convenzionale. L’unica vera specificità del film consiste infatti nei suoi elementi che discendono direttamente dai fatti realmente accaduti. La tragedia della famiglia Von Erich non può lasciare indifferenti e la “maledizione” che li perseguita è sicuramente impattante, tuttavia ciò che viene da chiedersi è: dove risiede il valore aggiunto apportato alla pellicola da parte da Durkin? Al di là di un comparto estetico ben curato infatti questo film assomiglia a mille altri già visti sulla voglia di riscatto di una famiglia americana, il cui movente principale è l’insana ossessione del padre, che proietta le sue speranze e frustrazioni nelle vite dei propri figli. Un’altra difficoltà del film sta nel trovare un ritmo uniforme a questo genere di narrazione, spesso intere sezioni della vita dei protagonisti sono racchiuse in pochi minuti di montaggio mentre viene lasciato molto spazio a vicende che forse ne avrebbero meritato di meno. In questo genere di film si corre spesso il rischio che, cercando di raccontare tutto, si finisca per narrare quasi niente. Anche le relazioni tra i diversi fratelli vengono al più tratteggiate e in tal senso l’eventuale giustificazione che il film sia trattato tutto dal punto di vista dell’ingenuo occhio del protagonista appare poco convincente. Se si escludono le scene volutamente sensazionalistiche ciò che rimane è un film piuttosto ingenuo, nel quale le relazioni tra i personaggi finiscono per essere piuttosto labili. Nonostante le interpretazioni siano tutte di buon livello (eccezion fatta per quella di un Efron fortemente inespressivo) si percepisce molto poco il calore e il senso di affetto che dovrebbe legare i fratelli attraverso tutte queste traversie.

Altro elemento sul quale si sarebbe potuto lavorare decisamente con più convinzione è quello della caratterizzazione dei personaggi femminili. Sia la madre che la fidanzata del protagonista sono a malapena presenti e quando ci sono non si notano, tanto è vero che (eccezion fatta per il finale) appare difficile comprendere esattamente cosa passi loro per la testa e il perché della loro inazione di fronte a fatti di una gravità inaudita. Anche il continuo indugiare sulla corporalità del protagonista e dei suoi congiunti appare fine a se stesso e ripetitivo nel sottolineare la sofferenza interiore attraverso la sua esternazione corporale. Molto spesso infatti i personaggi più che esprimersi sembrano esternare le loro emozioni attraverso il sudore e il sangue, stratagemma narrativo che finisce per essere alquanto sfiancante dopo quasi due ore e venti di film. The Warrior: The Iron Claw sembra un film d’autore liofilizzato, girato in maniera elegante ma afflitto da una narrazione fortemente deficitaria e convenzionale per il cinema americano.

2,0
Rated 2,0 out of 5
2,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
The Warrior: The Iron Claw
The Warrior: The Iron Claw

The Warrior: The Iron Claw è un film diretto da Sean Durkin con protagonista Zac Efron che narra la tragica storia della famiglia Von Erich, tra le più importanti della storia del wrestling statunitense.

Voto del redattore:

5 / 10

Data di rilascio:

01/02/2024

Regia:

Sean Durkin

Cast:

Zac Efron, Jeremy Allen White, Harris Dickinson, Maura Tierney, Holt McCallany e Lily James

Genere:

Drammatico, sportivo

PRO

L’eleganza registica
La fotografia curata
Mancanza di originalità
Frettolosità nella narrazione
Scarso carisma del protagonista