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Recensione – Come può uno scoglio, il nuovo film con Pio e Amedeo di Gennaro Nunziante

Pio e Amedeo proseguono il sodalizio con Gennaro Nunziante dopo “Belli Ciao” (2022). Il risultato può garantire il successo ottenuto con Checco Zalone?
La recensione di Come può uno scoglio, con Pio e Amedeo

Distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 28 dicembre 2023, quarta apparizione di Pio e Amedeo su grande schermo, autori della sceneggiatura insieme a Gennaro Nunziante, regista del film. Ma quale sarà stato il risultato? Di seguito, la trama e la recensione di Come può uno scoglio.

La trama di Come può uno scoglio, diretto da Gennaro Nunziante

Di seguito la trama ufficiale di Come può uno scoglio, diretto da Gennaro Nunziante:


Pio, è un ragazzo impacciato, con un carattere debole; in seguito, alla morte del padre Salvatore, eredita la gestione di diverse attività. Pio ha avuto una vita agiata, ha sposato Borromea, da cui ha avuto due figli, Ginevra e Manfredi, e vive nel castello dei marchesi Pasin, i suoi consuoceri, tenutari di una storica cantina vinicola che produce prosecco. L’uomo è un avvocato e adesso si appresta a diventare anche presidente dell’azienda paterna, ma non è finita qui: un gruppo di imprenditori del suo paese lo ha candidato come sindaco, convinti di poterlo manipolare e sfruttare a loro vantaggio la mancanza di polso di Pio. Sebbene sembri rimanere inerme mentre questi eventi si susseguono nella sua vita, Pio d’un tratto fa esattamente quello che ci si aspetta da un vulcano dormiente: esplode. Ad accendere la scintilla è il parroco del paese, don Boschin, la guida spirituale del padre di Pio, che chiede al ragazzo il favore di aiutare l’ex galeotto Amedeo, assumendolo come suo autista. È così che Amedeo irrompe nell’esistenza dell’aspirante sindaco come un tornado, contagiando Pio con il suo coraggio e portandolo a mettere in discussione tutto. Nonostante le apparenze, i due hanno in comune davvero molto ed è grazie ad Amedeo che Pio non solo riscoprirà quelle che erano le sue passioni, ma intraprenderà anche un viaggio di riconciliazione con sé stesso, che lo porterà a riprendere in mano le redini della sua vita.

La recensione di Come può uno scoglio, con Pio e Amedeo

Gennaro Nunziante ha legato la sua carriera alla figura di Checco Zalone, firmando come regista pellicole di straordinario successo commerciale quali Che bella giornata (2011) e Quo Vado? (2016); ora che il comico pugliese si è messo in proprio, è nato un potenziale nuovo sodalizio con un’altra figura simile proveniente dalla televisione, stavolta un duo, inaugurato nel 2022 con Belli Ciao. È evidente l’intenzione di ricalcare grossomodo gli stilemi precedenti, partendo dal titolo, ai limiti dello sgrammaticato, dalle parti del no sense, per poi lavorare su un contenuto collaudato, riproponendo vecchi stilemi e stantii stereotipi, in più si continua la tradizione di applicare ai personaggi fittizi i nomi anagrafici degli artisti in questione.

Per l’ennesima volta, ennesima è un eufemismo, viene riproposta la solita cantilena riguardante la differenza tra Nord e Sud Italia e data la quantità innumerevole di decenni in cui questo contesto è stato argomentato, il duo comico pugliese decide di virare sul sentiero della baraonda, rinunciando volutamente a qualsiasi intenzione riflessiva o sofisticata; una sorta di dichiarazione di colpevolezza nel non saper fornire al pubblico pagante uno spettacolo significativo, che possa aggiungere un minimo di spunto in più rispetto alle innumerevoli altre produzioni di questo tipo. Il Meridione è quindi nuovamente rappresentato come la culla dell’ignoranza, della criminalità e della completa non curanza del vivere civile, dove le carceri sono un luogo di villeggiatura in cui i detenuti diventano dei clienti di un hotel; il Settentrione invece è la patria dei ricchi, aristocratici o industriali che siano, tanto facoltosi quanto stronzi. Viene ribadito perciò che l’Italia è il solito paese di corrotti, raccomandati; topoi di zaloniana memoria, ma volendo si potrebbe andare ancora più indietro, senza l’amarezza tipica della satira sociale, ma soprattutto senza la minima capacità di strappare una risata, requisito minimo per il genere della commedia.

La direzione degli attori è completamente assente; la coppia protagonista, infatti, fa esattamente quello che vuole, completamente a briglia sciolta: Pio recita per tutta la durata completamente in falsetto, mimando una cadenza veneta fin troppo accentuata, solamente per mostrare quanto il personaggio sia di seconda generazione; Amedeo è il coatto di turno, tra smorfie, mosse tamarre ed altre situazioni simili. Un mix micidiale, frutto di pochezza recitativa e inesistenza di una scrittura degna di tale nome, artefice di pesantezza ed irritazione, presenti fino all’ultima inquadratura; il lungometraggio vive di episodi uniti tra loro alla bene e meglio, senza impegnarsi nel dare un senso logico agli avvenimenti, ne tantomeno uno spessore accennato ai personaggi. La parentesi “dedicata” alla comunità LGBTQ+IA rispecchia al meglio il modo di fare cinema dietro a prodotti di questo genere: inserire una serie di situazioni che la gente possa riconoscere, tentando di scherzarci sopra, senza però una struttura precisa ed elaborata alle spalle, cercando di pescare dal caos la carta vincente.

1,0
Rated 1,0 out of 5
1,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
La recensione di Come può uno scoglio, con Pio e Amedeo
Come può uno scoglio
Come può uno scoglio

Il titolo "Come può uno scoglio" è ispirato ad una strofa del brano di Lucio Battisti: "Io vorrei...Non vorrei...Ma se vuoi": su questa base si struttura il film diretto da Gennaro Nunziante, che dopo il successo con Checco Zalone torna a lavorare con Pio e Amedeo.

Voto del redattore:

2 / 10

Data di rilascio:

28/12/2023

Regia:

Gennaro Nunziante

Cast:

Amedeo Grieco, Pio D'Antini, Francesca Valtorta, Nicola Rignanese, Claudio Bigagli, Christina Andrea Rosamilla

Genere:

Commedia

PRO

Nessuno
Recitazione di scarso livello
Sviluppo ridondante di determinate tematiche
Comicità non brillante