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Wish: la spiegazione del finale del 62° classico Disney

Wish è il 62° classico Disney, in concomitanza col centenario della “Casa di Topolino”. Come sempre vengono sviluppate tematiche importanti, risolte poi nel finale. Ma qual è il suo vero significato?
La spiegazione del finale di Wish, 62° classico Disney

Il 62° classico Disney ha un compito molto ingrato: quello di rappresentare i Walt Disney Animation Studios nell’anno del loro centenario. Nonostante ciò, oltre agli omaggi e all’autoreferenzialità, il racconto intende parlare alla gente di tematiche attuali ed urgenti per la società contemporanea. Di seguito la spiegazione del finale di Wish, con le voci di Ariana DeBose e Chris Pine.

Il finale di Wish, diretto da Chris Buck e Fawn Veerasunthorn

ATTENZIONE!!! SPOILER!!!

Re Magnifico è stato sconfitto, i sogni sono tornati ai legittimi proprietari; il vecchio tiranno, intrappolato nello specchio del suo scettro, viene rinchiuso nelle segrete del castello. La magia ora può essere amministrata per il bene di tutti, e Star concede ad Asha una bacchetta magica, promettendole di rimanere al suo fianco il tempo necessario per insegnarle ad usarla nel migliore dei modi. Nonno Saba intanto, festeggia con immensa gioia i suoi cento anni, realizzando il suo desiderio più grande: ispirare la gente con la sua arte; Simon invece si dimostra sinceramente pentito delle sue azioni, perciò gli viene concesso il perdono e la possibilità di reintegrarsi nella nuova società di Rosas.

La spiegazione del finale di Wish, 62° classico Disney

La spiegazione del finale di Wish

La vittoria finale non ha solamente riportato i sogni ai loro legittimi proprietari, è riuscita mettere in condizione la popolazione dell’ isola di Rosas di poter scrivere un nuovo capitolo della sua storia. Un cambiamento che ha portato alla conclusione della monarchia assoluta: dalle sue ceneri si formerà uno Stato basato sui principi della democrazia. Non ci sono successori, nemmeno Asha eredita la corona, aldilà del mancato legame di sangue con Magnifico, mentre la regina si dimostra fin da subito incline a nuovi propositi su come amministrare il potere. Le risorse non vengono più lasciate nelle mani di un singolo individuo, senza quindi che nessuno possa farvi opposizione, ma vengono messe a disposizione della collettività, grazie ad una figura di riferimento moralmente integra, ricca di valori positivi e progressisti. Il futuro dell’umanità è appeso a un filo: per dare speranza si decide di affidarsi ai giovani, in primis le donne, gli unici in grado d’invertire la rotta di una nave da troppo tempo alla deriva, da troppo tempo in mano a comandanti falliti.