Saltburn: la spiegazione del finale del film di Emerald Fennell

Saltburn è il secondo film di Emerald Fennell, distribuito su Prime Video il 22 dicembre 2023, che presenta un epilogo alquanto peculiare: qual è il significato del finale?
Di seguito la spiegazione del finale di Saltburn, film di Emerald Fennell con Jacob Elordi e Barry Keoghan

Articolo pubblicato il 24 Dicembre 2023 da Arianna Casaburi

Saltburn, secondo lungometraggio scritto e diretto dalla regista britannica Emerald Fennell (Una donna promettente), è un film psicologico del 2023 ascrivibile alla sottocategoria del gothic romance drama. Se in un primo momento il film presenta una trama lineare, il cambio di registro che irrompe prepotentemente nel finale risulta come una mera ostentazione di elementi altisonanti volti a creare un effetto sorpresa poco efficace. Di seguito la spiegazione del finale di Saltburn, secondo film di Emerald con protagonisti Barry Keoghan e Jacob Elordi.

Il finale di Saltburn, diretto da Emerald Fennell

Nelle scene finali del film, l’inquadratura ritrae il salone della villa di Saltburn, mentre in sottofondo risuona la canzone “Murder On the Dance Floor” di Sophie Ellis-Bextor. Successivamente vediamo Oliver (Barry Keoghan) danzare nudo sulle note della canzone per tutte le stanze della villa. Oliver arriva in una specie di grande sala e si ferma davanti a un tavolo con sopra un teatro in miniatura, sopra cui Oliver ha posato le pietre con su scritto i nomi di tutti i componenti della famiglia defunti.

Di seguito la spiegazione del finale di Saltburn, film di Emerald Fennell con Jacob Elordi e Barry Keoghan

La spiegazione del finale di Saltburn

Prima di affrontare la spiegazione del finale di Saltburn, è necessario fare qualche passo indietro sulla trama per comprendere al meglio il significato del finale. Infatti, dal momento in cui nelle scene finali lo spettatore viene all’improvviso a conoscenza del piano di Oliver, nella mente di chi guarda si innesca un cortocircuito per cui è necessario ripercorrere gli eventi a cui fino a quel momento si è assistito per fare i patti con questa scoperta. Nelle scene che precedono l’epilogo ritroviamo Oliver raccontare la sua storia in flashback al suo psicoterapeuta a distanza di anni dai fatti accaduti, richiamando così il prologo del film. Oliver confessa di aver architettato il suo piano fin dal primo momento in cui ha visto Felix (Jacob Elordi), il suo compagno di università di cui è follemente ossessionato.

Scopriamo dunque che Oliver ha provveduto a provocare personalmente la morte di tutti i componenti della famiglia di Felix, uno a uno, fino a rimanere l’unico erede del loro patrimonio, compresa la villa Saltburn, da cui il film prende nome. Ed è proprio all’interno di questa villa, diventata una gabbia dorata, che Oliver rimane ormai da solo dopo aver ucciso Felix, l’uomo che confessa di aver amato e odiato nella sua vita, e il resto della sua famiglia. La scelta di far ballare Oliver nudo per la villa sulle note di una canzone che si intitola “Murder on the Dance Floor” non è una casualità. Oliver, nel suo delirio psichico ossessivo, ha di fatto fin da subito interpretato il suo piano omicida come qualcosa di spettacolare da mettere in scena per accontentare la sua personalità istrionica. Non è un caso infatti che il film si chiuda inquadrando il palcoscenico di un teatro in miniatura, mostrato all’inizio del film, sul quale le figure di vari personaggi danzano.

Nella scena finale Oliver posiziona una pietra con su scritto il nome della madre di Felix, l’ultimo componente della famiglia ad essere ucciso che mancava per completare il suo personale teatro, di cui Oliver tiene le fila. Questo suo gesto macabro è un richiamo alla tradizione della famiglia di Felix di scrivere il nome di una persona cara morta su una pietra e gettarla nel fiume della villa. Tolto dal contesto del suo piano spietato omicida in cerca di grandiosità, Oliver, da folle e capriccioso assassino, si rivela in tutta la sua piccolezza nient’altro che un misero parassita, infiltratosi dapprima nella cerchia di amici di Felix, poi all’interno della sua famiglia disfunzionale, prosciugando e approfittandosi della sua ricchezza per raggiungere la sua ascesa finale. A che pro credere a un ragazzino viziato che scopriamo aver messo in piedi tutta questa farsa al solo fine di accrescere ulteriormente il suo ego malato, quando l’unico effetto collaterale del finale è far perdere di credibilità il personaggio e, di rimando, purtroppo, l’intero film.