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Un anno difficile – La spiegazione del finale della commedia con Mathieu Amalric

La spiegazione del finale di Un anno difficile, dai registi di Quasi Amici

La coppia registica di Quasi amici (2011) è tornata dietro la macchina da presa con un gran capolavoro, che farà sicuramente parlare di sé nelle classifiche dei migliori film dell’annata 2023. Ma l’elemento di maggiore dibattito è in assoluto il finale, una scelta di messa in scena molto particolare, destinata a far discutere per la sua libertà d’interpretazione. Sarà in grado di soddisfare tutti gli spettatori? Ma soprattutto, quale significato vuole trasmettere? Qui sotto trovate la spiegazione del finale del film diretto da Olivier Nakache ed Eric Toledano.

Il finale di Un anno difficile, diretto da Olivier Nakache ed Eric Toledano

ATTENZIONE!!! SPOILER!!

Dopo un periodo di coma dovuto all’investimento subito, Valentine finalmente apre gli occhi, trovando vicino a lei nella stanza d’ospedale, Albert, che si è fatto perdonare dopo essere stato scoperto ad approfittarsi del movimento. L’inquadratura stacca su una porta che si apre, la coppia esce dall’edificio per immergersi nelle strade di Parigi: quello che balza all’occhio è la totale tranquillità della situazione; non ci sono automobili, non ci sono passanti, il traffico è inesistente. Si respira un’atmosfera inusuale per una capitale mondiale, tant’è che è possibile ammirare un cervo muoversi indisturbato. Albert prende coraggio e ricorda a “Cactus” la promessa fattagli tempo prima, cioè che avrebbe aperto il suo cuore una volta guarito il mondo dall’inquinamento e dal consumismo compulsivo. Inizia così la sequenza di chiusura con lo scambio di un lungo bacio e un numero di danza, contornato da alcuni applausi, provenienti dai balconi dei palazzi vicini.

 

 

La spiegazione del finale di Un anno difficile, dai registi di Quasi Amici

 

 

La spiegazione del finale di Un anno difficile, con Mathieu Amalric

La prima domanda che sorge spontanea è: ma il finale a cui si è assistito fa parte del contesto reale? A mente fredda si può constatare l’esistenza di numerosi elementi che testimoniano il contrario; per prima cosa lo stacco di montaggio repentino, come se si venisse catapultati in un altro spazio e in un altro tempo. Una sequenza onirica, coi due protagonisti intenti a danzare mentre intorno a loro il mondo pare essersi fermato, un omaggio al film campione d’incassi e protagonista agli Oscar La La Land (2017) diretto da Damien Chazelle. Il suo significato è alquanto cinico e pessimista, nonostante l’atmosfera suggerisca l’esatto opposto: il mondo in cui i due si muovono ed interagiscono, non è altro che una circostanza utopica, possibile solamente nei sogni più sfrenati, l’umanità forse non riuscirà mai a cambiare; perciò, solo nella fantasia è possibile salvare il pianeta e migliorare veramente le condizioni di vita della società mondiale. Non è da escludere nemmeno l’ipotesi più controversa, infatti; nulla vieta di pensare che in realtà Valentine non sia riuscita a sopravvivere all’incidente, così la Parigi silenziosa e pulita diventa una sorta di aldilà, in cui regna la pace e l’armonia, dove si può ballare per strada indisturbati.