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Recensione – La Chimera, il nuovo film di Alice Rohrwacher con Josh O’Connor

La Chimera è un film della regista Alice Rohrwacher, uscito nella sale italiane il 23 novembre 2023, in cui il protagonista interpretato da Josh O’Connor si ritrova sospeso tra il sogno e la realtà, la vita e la morte.
La Chimera: di seguito la recensione del nuovo film di Alice Rohrwacher

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: La Chimera
Genere: Drammatico
Anno: 2023
Durata: 134′
Regia: Alice Rohrwacher
Sceneggiatura: Alice Rohrwacher
Cast: Josh O’Connor, Carol Duarte, Vincenzo Nemolato, Lou Roy-Lecollinet, Giuliano Mantovani, Gian Piero Capretto, Melchiorre Pala, Ramona Fiorini, Luca Gargiullo, Yile Vianello, Barbara Chiesa, Elisabetta Perotto, Chiara Pazzaglia, Francesca Carrain, Luciano Vergaro, Carlo Tarmati, Alba Rohrwacher, Isabella Rossellini, Milutin Dapcevic, Maria Pia Clementi, Luca Chikovani
Fotografia: Hélène Louvart
Montaggio: Nelly Quettier
Paese di produzione: Italia, Francia, Svizzera

La Chimera è il film della regista Alice Rohrwacher, uscito nelle sale italiane il 23 novembre 2023, presentato in concorso al Festival di Cannes 76 e nella sezione Best of 2023 della 18esima Festa del Cinema di Roma. Seguono la trama e la recensione del film con Josh O’Connor

La trama de La Chimera, diretto da Alice Rohrwacher

Di seguito si riporta la trama de La Chimera: “Ognuno insegue la sua chimera, senza mai riuscire ad afferrarla. Per alcuni è il sogno del guadagno facile, per altri la ricerca di un amore ideale… Di ritorno in una piccola città sul mar Tirreno, Arthur ritrova la sua sciagurata banda di tombaroli, ladri di corredi etruschi e di meraviglie archeologiche. Arthur ha un dono che mette al servizio della banda: sente il vuoto. Il vuoto della terra nella quale si trovano le vestigia di un mondo passato. Lo stesso vuoto che ha lasciato in lui il ricordo del suo amore perduto, Beniamina. In un viaggio avventuroso tra vivi e morti, tra boschi e città, tra feste e solitudini, si svolgono i destini intrecciati di questi personaggi, tutti alla ricerca della Chimera.”

La Chimera: di seguito la recensione del nuovo film di Alice Rohrwacher

La recensione de La Chimera, un filo rosso sospeso tra il sogno, la vita e la morte

La Chimera di Alice Rohrwacher nasce come testimonianza di dare voce, volto e immagine ai ricordi vissuti dei luoghi da lei abitati durante la sua infanzia. Tutto questo lo fa raccogliendo la sua personale memoria insieme a quella tramandata dai vari racconti e leggende, trasponendoli nell’Italia degli anni ’80. Ancora una volta, la regista sceglie come soggetto del suo lungometraggio figure marginali della società che meriterebbero di essere conosciute più a fondo, aggiungendo così un tassello a quella che potrebbe diventare una trilogia favolistica iniziata con Le meraviglie e Lazzaro felice. In questo senso il film stesso diventa un tentativo di riesumare delle figure del passato per mantenerne vivo il ricordo nel presente e nel futuro.

 

Ne La Chimera si raccontano infatti le avventure di una banda di sette tombaroli, nome con cui si designano coloro che vanno a profanare le tombe etrusche per rivendere gli oggetti di valore rinvenuti. Tra queste figure compare quella del protagonista Arthur (Josh O’Connor) nonché capo della banda, definito dal resto dei suoi compagni il “rabdomante” straniero in quanto, in preda a delle visioni, tenendo in mano un ramoscello, conduce sul luogo esatto dove si trovano le tombe. Incontriamo Arthur per la prima volta mentre è in viaggio su un treno. Scopriamo successivamente che è stato in carcere per alcuni mesi in quanto colto sul fatto di trafugare le tombe mentre i suoi compagni tombaroli sono scappati via. Arthur appare come un tipo burbero, sfuggente. Gran parte di questa sua freddezza però è dovuta alla recente perdita della sua amata Beniamina che gli fa spesso visita nei suoi sogni.

 

L’elaborazione del lutto e il conseguente trauma diventano i temi portanti del film, una sofferenza a tal punto travolgente da plasmare l’animo umano così come recita la canzone che scandisce il ritmo del film, prima intonata da Italia e poi nel brano lirico originale. L’impossibilità materiale per i due di potersi incontrare fisicamente nel mondo terreno a causa della morte di Beniamina, viene dunque compensata da un incontro ultraterreno nel mondo onirico del protagonista. Così facendo, tramite un gioco di specchi, l’aldilà e l’aldiquà intesi come luoghi fisici di ricerca compulsiva di tesori per i tombaroli, diventano per Arthur le due soglie da varcare all’infinito per trovare il tesoro a lui più caro, seguendo quel filo rosso a cui dall’altro capo lo aspetta Beniamina. Una scena simbolica è quella che precede l’epilogo, in cui Arthur intraprende nuovamente un viaggio in treno e addormentandosi, incontra nel sogno i medesimi passeggeri dell’inizio del film, ma questa volta in un’atmosfera macabra che segna la sua discesa ed entrata nel mondo degli inferi.

La Chimera: di seguito la recensione del nuovo film di Alice Rohrwacher

Una favola che scava nelle profondità dell’anima

Accanto alla “famiglia” dei tombaroli, troviamo un altro tipo di nucleo composto da Flora (Isabella Rossellini) e dalle sue figlie, tra cui Beniamina, le sue nipoti e Italia (Carol Duarte) la ragazza che si prende cura della loro casa. Dopo essersi conosciuti proprio grazie a Flora, Arthur e Italia si avvicineranno sempre di più fino a sembrare di creare un legame intimo e amoroso, che però per Arthur non può essere del tutto realizzato e portato al termine a causa del pensiero fisso per Beniamina. Quello di Arthur è un dolore indicibile, fatto di silenzi ma che diventa palpabile nella scena cardine in cui, insieme ai tombaroli, trovano la statua di una donna posta su un altare alla fine di un passaggio sotterraneo. Alla vista del volto della statua, Arthur rimane immobile, gli occhi lucidi a indicare il pianto impellente, come se in quel profilo rivedesse la sua amata Beniamina. Il tentativo di trafugare la statua viene interrotto non appena i tombaroli scorgono un’auto della polizia, così se ne vanno portando via solo la testa. L’auto si rivela essere invece quella di Gatto e Volpe, i due rivali tombaroli da cui Spartaco (Alba Rohrwacher), colei che dirige da dietro le quinte il più grande mercato di reperti archeologici, ottiene il resto del corpo della statua.

 

Nella scena successiva in cui si mostra l’asta della statua in questione, in una battuta di Spartaco si cela il messaggio sotteso all’intero film. La chimera del titolo del film si fa dunque simbolo di un concetto universale inteso come ricerca incessante di qualcosa di invisibile ma che sappiamo esistere, almeno dentro di noi. Osservando la statua della donna, anche privata del suo volto, riconosceremmo lo stesso in lei qualcosa di familiare, ognuno di noi ci vedrebbe quello che vuole. Alla fine, dunque, non importa essere dei tombaroli al servizio di ricchi commercianti d’arte, dei pesci piccoli contro pesci grossi, poiché in questa nostra speranza utopistica di trovare qualcosa di indefinibile ci ritroviamo essere tutti uguali. Con il suo ultimo film La Chimera, la regista Alice Rohrwacher mette in scena un viaggio onirico alternando l’uso di pellicole in formato di 16, super16 e 35 millimetri, per dare vita all’iconografia, che acquisisce magia grazie ai personaggi allegorici da lei ideati, elementi costanti dello stile della regista che fanno della sua opera un diamante grezzo da preservare nel panorama del cinema italiano contemporaneo. 

Voto:
4.5/5
Andrea Boggione
4.5/5
Christian D'Avanzo
4/5
Gabriele Maccauro
4.5/5
Vittorio Pigini
2.5/5
Bruno Santini
4.5/5
5,0
Rated 5,0 out of 5
5,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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