Articolo pubblicato il 2 Novembre 2023 da Giovanni Urgnani
SCHEDA DELLA SERIE
Titolo della serie: Beckham
Genere: documentario
Anno: 2023
Durata: 285 minuti
Regia: Fisher Stevens
Sceneggiatura: Alexander Hodgson
Fotografia: Tim Cragg
Montaggio: Michael Harte
Colonna Sonora: Camilo Forero, Anze Rozman
Paese di produzione: Gran Bretagna, Stati Uniti
Composta da quattro episodi, distribuita globalmente sulla piattaforma digitale Netflix a partire dal 4 ottobre 2023. Di seguito, la trama e la recensione di Beckham.
La trama di Beckham, diretta da Fisher Stevens
Di seguito la trama ufficiale di Beckham, diretta da Fisher Stevens:
“Beckham racconta la vita dell’ex centrocampista dell’United, dalla culla al suo travagliato percorso nell’Inghilterra degli anni ’90, fino alla definitiva redenzione grazie a un indimenticabile calcio di punizione contro la Grecia, la parentesi al Real Madrid, fino all’avventura americana che lo accompagnerà verso il ritiro dal calcio giocato.”

La recensione di Beckham, distribuita da Netflix
Nella pellicola diretta da Fabio Resinaro, Dolceroma, distribuita nelle sale cinematografiche italiane il 4 aprile 2019, il miele simboleggia tutto il buono e il cattivo che si cela nel mondo dello spettacolo e dell’arte, principalmente la settima, in cui la dolcezza del sapore contrasta con la consistenza appiccicosa potenzialmente letale. La docuserie decide di presentarsi esattamente con questo incipit, con Becks intento a raccogliere il miele e conservarlo nell’apposito vasetto, descrivendone il gusto e la consistenza. Una metafora calzante a pennello anche per il mondo dello sport, soprattutto quando spalanca le porte del successo, dato che esso stesso è una forma differente di spettacolo. La fama, la notorietà e la celebrità nascondono la loro pericolosità dietro l’apparente bellezza, ancora più insidiose se bussano alla porta di un ragazzo appena ventenne, di umili origini, partito dal basso e che si ritrova catapultato tra i grandi, in un ambiente confortevole ed ostile allo stesso tempo. Non si nasconde la gioia del ragazzo nel veder cambiare la propria vita, anche materiale, infatti; mediante i contenuti di repertorio, è possibile assistere all’entusiasmo di potersi permettere l’acquisto di orologi costosi ed automobili di lusso, nel momento in cui l’immagine pubblica esce sempre di più dai confini calcistici, un percorso che lo porterà al divismo puro. La cresta dell’onda però è assai traballante, basta un attimo per precipitare nell’abisso, l’amore e l’affetto della gente, a causa di un fanatismo a dir poco spaventoso, si trasforma in odio e disprezzo, capace di rendere la vita impossibile.
L’estate 1998 rischia di diventare l’inizio della fine: l’eliminazione agli ottavi di finale della “Coppa del mondo” svoltasi in Francia, è per l’intera Inghilterra una tragedia nazionale; l’espulsone di Beckham diventa la causa principale della sconfitta contro l’Argentina, dopo i calci di rigore, il ragazzo di ventitré anni è per tutti, mass media e tifosi, il capro espiatorio su cui sfogare rabbia e delusione. Una situazione potenzialmente devastante in modo definitivo per chiunque, ed è in questo frangente in cui si esalta l’ambiente dello spogliatoio dei Red Devils, capaci di fare cerchio intorno a lui nel momento più delicato della sua carriera e vita privata, consolidando un rapporto a tutti gli effetti familiare, come nel forte dei western di John Ford, la fratellanza tra colleghi rinforza in primis il singolo individuo. Un ruolo principale in questo prodotto lo ritaglia Gary Neville, bandiera del club inglese, diventato nel corso delle stagioni un vero fratello maggiore, sempre insieme nel percorrere, nel club ed in nazionale, tutta la fascia destra di ogni campo. Stona in modo fragoroso il mancato coinvolgimento dell’allora commissario tecnico dell’Inghilterra ai tempi della spedizione mondiale, Glenn Hoddle, accusato dalla famiglia di aver consegnato il ragazzo in pasto alla gente; perciò, sarebbe stato necessario sentire la sua versione dei fatti e la sua interpretazione, a quasi trent’anni di distanza. Si nota anche l’assenza del successore, Sven-Goran Eriksson, l’allenatore svedese responsabile di aver nominato David capitano.

I contenuti presenti in Beckham, con Victoria Adams e Sir Alex Ferguson
Importante è il quadro che esce fuori della sua esperienza a Madrid: un’operazione che fin dall’inizio non ha avuto nulla di calcistico, a livello di ruolo non serviva il suo arrivo in squadra, la cosa più importante era mettere insieme una serie di figurine in grado di lievitare i ricavi societari. Non sempre i diretti interessati possono dirsi padroni del proprio destino, riducendosi a semplici pedine mosse nella scacchiera del business, il cui obiettivo principale non è aggiornare l’albo d’oro ma aumentare i margini di profitto. Ma i trofei non si conquistano con le manovre di marketing, alla fine è il campo da gioco a stabilire chi merita di vincere e chi sia il più forte, in definitiva conta sempre il risultato sportivo ed è stato questo a stabilire come il fenomeno dei Galacticos si sia rivelato un fallimento.
La sfera privata del campione inglese è rappresentata di pari passo alla carriera professionale: il legame sentimentale con Victoria vuole confermarsi solido e come lo sia stato fin dall’inizio, la loro unione pare non venga mai scalfita nemmeno quando il gossip ha imperversato nelle loro vite, la lealtà e la fedeltà del marito non viene mai messa in dubbio, pare non esserci mai stato un momento in cui le strade avrebbero potuto separarsi, anche solo per un periodo, non vengono mai pronunciate parole come: divorzio, allontanamento o crisi matrimoniale. L’obiettivo da raggiungere è far uscire lo spettatore con l’idea di un uomo che non è mai cambiato, caratterizzato dalla timidezza e riservatezza, nonostante le circostanze siano cambiate attorno a lui, un professionista sempre ben voluto da compagni ed allenatori, in grado di ottenere il rispetto dei suoi avversari, un atleta in grado di risorgere dalle sue ceneri come l’araba fenice, sapendosi rialzare dopo ogni caduta. Un individuo di umili origini che ha mantenuto intatta la mentalità con cui è cresciuto senza farsi trascinare nel tunnel degli eccessi e delle sregolatezze, un marito fedele molto attaccato alla sua famiglia, ma soprattutto un appassionato mai veramente in grado di dire di no al suo interesse più grande, che avrà sempre l’ultima parola: il calcio.