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Recensione – Fargo: la consacrazione dei Fratelli Coen

Uno dei titoli più conosciuti e famosi della filmografia di Joel ed Ethan Coen è senz’altro il cult “Fargo”.
Fargo di Joel ed Ethan Coen

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Fargo 
Genere: Thriller, Commedia, Drammatico 
Anno: 1996
Durata: 98′
Regia: Joel ed Ethan Coen 
Sceneggiatura: Joel ed Ethan Coen 
Cast: Frances McDormand, William H. Macy, Steve Buscemi e Peter Stormare  
Fotografia: Roger Deakins 
Montaggio: Joel ed Ethan Coen 
Colonna Sonora: Carter Burwell 
Paese di produzione: Stati Uniti d’America, Regno Unito

Nel 1996 Joel ed Ethan Coen realizzano una dark comedy dallo spirito noir che rappresenta il primo apice della loro carriera: “Fargo”. Proprio come le due pellicole precedenti, anche questo film è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes, la nota manifestazione cinematografica francese, aggiudicandosi il premio per la regia, conosciuto come Prix de la mise en scène, oltre alla nomination per la Palma d’Oro. A differenza, invece, dei clamorosi flop al botteghino di “Barton Fink” (1991) e “Mister Hula Hoop” (1994), il film del ’96 ha raggiunto un enorme successo sia da parte del mondo della critica, che già da qualche anno elogiava il lavoro dei due fratelli cineasti, sia per il pubblico. Inoltre, come se non bastasse, “Fargo” ha ricevuto anche diverse nomination agli Academy Awards, portandosi a casa due premi: quello per l’attrice e quello per la sceneggiatura originale. Di seguito la sinossi ed una breve analisi del sesto film dei Fratelli Coen. 

La trama del sesto film dei Fratelli Coen 

Minnesota, 1987. Jerry Lundegaard (William H. Macy) è un dipendente di una filiale della città di Minneapolis della Oldsmobile, storica casa automobilistica statunitense, con la fissa per gli affari, ma quasi sempre al verde per via di continui problemi economici. Per sistemare le sue barcollanti finanze decide di inscenare un finto rapimento della moglie per poter poi, in seguito, trattare e costringere suo suocero, Wade Gustafson (Harve Presnell), il titolare della concessionaria per la quale lavora, a pagare una grossa cifra per il riscatto di sua figlia. Jerry, dietro consiglio di uno dei meccanici, organizza un incontro con due maldestri farabutti, Gaear Grimsrud e Carl Showalter (Peter Stormare e Steve Buscemi). L’inganno, però, prende una piega inaspettata quando i due criminali ingaggiati dallo sfortunato Lundegaard commettono una serie di omicidi che portano Marge Gunderson (Frances McDormand), capo della polizia locale, ad aprire delle indagini, nonostante sia al settimo mese di una gravidanza. 

Fargo di Joel ed Ethan Coen

La recensione di “Fargo” (1996) 

Giocando con l’ingannevole pretesto di basarsi su fatti realmente accaduti e che i nomi reali sono stati cambiati nel rispetto dei morti, dei loro familiari e dei sopravvissuti, i Coen elaborano un film straordinario. Affermando di aver trasposto un avvenimento reale i cineasti sono così liberi di portare il proprio pubblico a credere quasi all’impossibile, anche se sulla questione più di una volta i due fratelli hanno raccontato versioni differenti. All’epoca si trovavano, però, in estrema difficoltà e di fronte ad una scelta molto importante per la loro carriera: come sottolineato in precedenza “Mister Hula Hoop”, nonostante un budget considerabile in quegli anni molto elevato, non riuscì a performare al meglio al botteghino, perciò il film successivo rappresentava un grande azzardo, sicuramente sarebbe dovuto essere, e fortunatamente è stato proprio così, un sorta di vero e proprio rilancio. Un progetto ambizioso che avrebbe potuto distruggere totalmente la carriera della coppia di cineasti, questo perché si tratta tutt’oggi di un film che va oltre i classici schemi cinematografici, difficile da catalogare in un genere preciso, tanto da plasmare l’espressione “film alla Coen”, spesso utilizzata per classificare i lavori dei due autori statunitensi e, successivamente, di quei lungometraggi realizzati dai loro allievi o di quei registi che in qualche modo tentano di replicare quello stile e spirito unico. “Fargo” si sviluppa lungo un racconto macabro ed una serie di morti ed omicidi, spesso valorizzando quella vena e sfumatura più umoristica attraverso la rappresentazione di personaggi e situazioni che spaziano dal bizzarro e quasi fuori conteso al drammatico e sconvolgente colpo di scena. 

 

Una storia costruita all’interno di ambientazione con un’atmosfera a tratti grottesca, ma credibile e, per questo motivo, ancor più meravigliosa. Aiutano parecchio i luoghi selezionati per le riprese ed un direttore della fotografia tra i migliori del campo come Roger Deakins, qui alla sua terza collaborazione del sodalizio con i Coen, che realizza una netta distinzione tra gli interni e gli esterni attraverso una colorazione prima calda, per poi virare su una rigida de-saturazione legata alle condizioni meteo dei luoghi in cui è ambientata la storia. Le collaborazioni, come quella con il direttore della fotografia, sono alcune delle fondamenta su cui si basa la filmografia dei Coen, tra le tante la più continuativa è sicuramente quella con il compositore Carter Burwell, il quale, anche questa volta, compone una colonna sonora straordinaria, partendo da un brano popolare norvegese dal quale ha poi sviluppato il tema principale della pellicola. Anche la stessa Mary Zophres, famosa costumista, collaborerà spesso con i Coen e, proprio grazie ai loro film, si è guadagnata tre delle sue quattro ad oggi candidature agli Oscar. Un lavoro di gruppo all’interno del quale, come al solito, i due autori ricoprono diversi ruoli e lasciano il loro inimitabile marchio di fabbrica. Perfetta, infatti, è la loro incredibile direzione degli attori ed il cast, capitanato da una sorprendente Frances McDormand vincitrice del premio per la miglior attrice protagonista alla 69° edizione degli Academy Awards, offre una serie di prove recitative di altissimo livello: a partire da William H. Macy, il quale si è battuto duramente per ottenere la parte dell’ingenuo ed imbranato Jerry Lundegaard, a Steve Buscemi, l’immancabile caratterista dei Coen che per l’occasione riveste i panni del maldestro sicario Carl Showalter, senza dimenticare gli ottimi Peter Stormare, Harve Presnell, John Carroll Lynch e Steve Reevis. Un gruppo numeroso di personaggi che finiscono per essere vittime di un grande e bizzarro gioco di inganni che spesso volontariamente si perde in divagazioni che pare inizialmente che abbiano poco senso, ma che alla fine si rivelano pedine fondamentali per sventare il cosiddetto bandolo della matassa. 

 

Joel ed Ethan Coen con “Fargo” danno vita ad un film che vive di enormi contrasti e di una serie di percezioni che il pubblico finisce per provare sulla sua stessa pelle durante la visione. Il loro cinema è composto da un linguaggio filmico che i due fratelli stravolgono a più riprese, ma senza perdere il focus del racconto. Uno dei tanti punti forti dei loro lavori è senz’altro la capacità di sapere sempre dove posizionare la macchina da presa realizzando una costruzione dettagliata, frame dopo frame, di ogni scena elevando lo splendido lavoro del già citato Deakins. Tra le diverse scelte cromatiche e le situazioni o scelte che vivono o intraprendono i diversi personaggi, i Coen costruiscono un film molto descrittivo e che si diverte a dare alla singola inquadratura un valore  ed un significato ben più profondo di quanto si possa immaginare. Un punto di vista che ha permesso la creazione di un prodotto innovativo e geniale, ancora oggi studiato e proposto in tutte le scuole di cinema. Una sorprendente esperienza visiva e cinematografica che ha stravolto la filmografia e la carriera dei Coen, dopo una serie di film che hanno cominciato a plasmare il loro stile figlio di un indiscusso talento, i due fratelli hanno realizzato un’opera che li ha resi popolari e protagonisti della storia della settima arte. Inoltre, “Fargo” rappresenta solo un’immaginaria punta di un iceberg che, con il passare degli anni e l’abbassamento di un’ipotetica marea, ha permesso agli autori di sviluppare un gran numero di altri sorprendenti progetti cinematografici e qualche altro capolavoro. 

Fargo di Joel ed Ethan Coen

La consacrazione dei Fratelli Coen 

Fargo” è un vero e proprio punto di svolta della carriera di Joel ed Ethan Coen. Un racconto violento e cupo, ma estremamente particolare e divertente, il primo capolavoro e la consacrazione dei due fratelli. Un upgrade significativo del loro cinema e che segna la prima svolta della loro già ottima carriera che, in futuro regalerà al pubblico molti altri film straordinari sotto tutti i punti di vista. Grazie al grande successo della pellicola del ’96, la National Film Registry ha deciso di conservare questo capolavoro dei Fratelli Coen per il suo significativo valore storico, culturale ed estetico. Inoltre, solo due anni dopo, “Fargo” è stato selezionato ed inserito tra i 100 film più grandi della storia, almeno fino al 2007, anno in cui è stata aggiornata questa classificazione. In più, il lungometraggio ha, successivamente, ispirato la serie televisiva omonima creata da Noah Hawley ed ambientata nello stesso immaginario universo. Anch’essa ha ricevuto il plauso da parte di critica e pubblico, un prodotto antologico che in ogni stagione (è in sviluppo la quinta) racconta una storia differente. La serie, nonostante sia ottima grazie ad un paio di stagioni particolarmente pregevoli, non raggiunge lo status del cult dei due autori statunitensi, il loro film è un elaborato quanto studiato mix perfetto di più generi che riflette sul cinema del passato, ma anche su altri medium simili come il teatro, basti pensare all’impostazione di alcune sequenze, e la letteratura, più di una volta fonte d’ispirazione per dei loro lungometraggi che hanno fatto storia. 

Voto:
5/5
Christian D'Avanzo
4.5/5
Gabriele Maccauro
4/5
Riccardo Marchese
4.5/5
Alessio Minorenti
5/5
Matteo Pelli
5/5
Paola Perri
4/5
Vittorio Pigini
5/5
Bruno Santini
5/5
Giovanni Urgnani
5/5
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