Recensione – Day Of The Fight: il film di Jack Huston a #Venezia80

Day Of The Fight: la recensione del film con Joe Pesci

Articolo pubblicato il 8 Settembre 2023 da Andrea Barone

Jack Huston, dopo una lunga carriera come attore, decide di mettersi anche dietro la macchina da presa esordendo come regista per “Day Of The Fight“, film presentato in concorso all’ottantesima edizione del Festival di Venezia nella sezione Orizzonti Extra. In attesa di una data di uscita ufficiale italiana, ecco la recensione in anteprima.

La trama di Day Of The Fight, diretto da Jack Huston

Jack Huston, che firma anche la sceneggiatura, decide di evidenziare una storia ambientata tutta in un giorno attraverso questa trama:

Mikey era un pugile professionista, ma a causa di un grave incidente d’auto la sua carriera è completamente scivolata via, così come il suo rapporto con la moglie e sua figlia. Tuttavia, dopo anni di sofferenza fuori dal ring, Mikey ha deciso di prendersi la sua rivincita scommettendo tutto sul suo ultimo incontro. Ma prima di tornare ad incassare i colpi, Mikey passerà l’intera giornata a trovare le persone a lui più care per chiudere gli ultimi conti con il suo passato.”

La recensione di Day Of The Fight di Jack Huston

L’approccio visivo adottato per questo esordio si ispira fortemente a “Toro Scatenato” di Martin Scorsese: l’opera infatti è girata in bianco e nero. L’assenza di colori vuole evidenziare la continua ricerca di perdono da parte del protagonista, che guarda sé stesso sempre con orrore nonostante la sua grande volontà di risollevarsi. Potrebbe essere visto come un tentativo furbo da parte di Huston, dal momento che le inquadrature che appaiono scolastiche risultano essere visivamente più belle e riescono ad immergere nelle atmosfere urbane del film. Nonostante ciò, i guizzi non mancano e ci sono degli elementi interessanti, tra cui il riflesso nelle pozzanghere di New York rappresentate come porta d’ingresso per i ricordi del protagonista. Questa semplicità però soffre di più durante il combattimento finale, il quale vuole richiamare alla spettacolarità dei film di Rocky ed allo stesso tempo ricercare la violenza del già citato film di Scorsese, ottenendo un punto d’incontro tecnicamente nella media per quanto non realizzato male.

A reggere però tutta la baracca è sicuramente l’interpretazione di Jack Huston, il quale si è letteralmente cucito il ruolo addosso, riuscendo a trasmettere grande sensibilità in un personaggio paziente e rozzo, anche se l’ispirazione alla performance di Sylvester Stallone in “Rocky” è estremamente evidente. Nicolette Robinson sta emergendo ad Hollywood con grande intensità, ottenendo un’altra ottima performance, senza contare il resto del cast di primordine che vede l’impegno degli splendidi Steve Buscemi, Ron Pelman e Joe Pesci. Quest’ultimo, a 4 anni di distanza dalla sua ultima interpretazione realizzata in “The Irishman“, crea uno dei suoi lavori più difficili e riesce a cambiare espressione in modo esemplare persino muovendo gli occhi e la bocca a pochissimi millimetri di distanza, confermando di essere ancora un mostro sacro. Ben MacDiarmid invece esordisce alle musiche e si spera che molti altri registi lo notino, perché il lavoro creato sono musiche che sembrano quasi voler accarezzare l’anima del protagonista persino durante il combattimento.

Recensione: Day Of The Fight di Jack Huston

Rialzarsi dopo la morte in Day Of The Fight

Jack Huston si impegna nel cercare di mostrare l’espiazione dei peccati del suo personaggio, come se ogni persona con cui Mickey parla sia una parte di sé stesso con cui si deve confrontare. Per ogni persona che Mickey ha ferito in passato, si apre una nuova porta, una riflessione sulla vita attraverso il dolore che dobbiamo portare ed affrontare. Il ritmo scelto richiama, di nuovo, “Rocky”: vengono mostrati un piccolo scontro di pochi minuti ed il combattimento finale alla fine, mentre tutto il resto è Mickey che cammina per strada, ripercorrendo i suoi ricordi di bambino e cercando di vedere nuove prospettive per il futuro. L’anima del personaggio vuole colpire il cuore dello spettatore, per far capire che anche sentendo un peso così forte come l’alcolismo e tutti i disastri che ne derivano, un uomo può tornare sui propri passi e ricucire tutte le ferite. Il regista evidenzia l’importanza della comunicazione, mostrando che non c’è vergogna nell’aprirsi e mostrare le proprie debolezze.  I dialoghi mostrati riescono ad essere toccanti e si vede un’intenzione molto forte nel fare empatizzare con il personaggio di Mickey.

Tra migliori amici, moglie e padre, ogni personaggio presenta un tema diverso: la riconoscenza, il peso delle nostre azioni sul mondo, la chiusura in noi stessi, la capacità di comprendere, l’importanza dell’aiutarsi a vicenda e l’affronto della nostalgia. Il film però scricchiola un po’ perché abusa del peso del dialogo: per un’opera che vuole raccontare le sensazioni del protagonista tramite immagini (ci sono numerosi simbolismi che richiamano alle sensazioni di Mikey), i dialoghi a volte sono eccessivamente calcati e rischiano di essere una sequenza di didascalismi. Un altro problema riguarda il senso di tragedia, perché va bene l’empatia, ma a volte sembra che Jack Huston voglia urlare a tutti i costi di piangere, diluendo eccessivamente alcuni momenti dolorosi o particolarmente commoventi. In ogni caso “Day of The Fight”, pur essendo vittima di alcune parti melense stucchevoli e di un richiamo troppo alto ai grandi titoli del passato, risulta comunque una buona opera con alcuni momenti molti intensi e delle interpretazioni notevoli, quindi sicuramente può essere adatto se si ha voglia di guardare un film nella media e che possa anche un po’ toccare il cuore. Jack Huston ha del potenziale e si spera in una grande evoluzione da regista nel corso della sua carriera.

Voto:
3/5
Paola Perri
2.5/5
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