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Recensione – Finalmente l’Alba: il film di Saverio Costanzo a #Venezia80

Recensione - Finalmente l'Alba: il film di Saverio Costanzo a #Venezia80

Finalmente l’Alba è il quinto film di Saverio Costanzo, presentato in anteprima nel contesto del Festival di Venezia 2023; secondo film internazionale del regista italiano, il prodotto presenta Lily James, Willem Dafoe e Joe Keery all’interno del cast, a cui si affianca anche Alba Rohrwacher, oltre che la presenza in cameo di Michele Bravi. Di seguito, la trama e la recensione di Finalmente l’Alba di Saverio Costanzo. 

La trama di Finalmente l’Alba, il film di Saverio Costanzo a Venezia80

Prima di proseguire con la recensione di Finalmente l’Alba di Saverio Costanzo, vale la pena indicare innanzitutto la sinossi del prodotto in questione, che vede Lily James, Willem Dafoe e Joe Keery all’interno del cast. Si tratta della seguente: “Finalmente l’alba è il viaggio lungo una notte della giovane Mimosa che, nella Cinecittà degli anni Cinquanta, diventa la protagonista di ore per lei memorabili. Una notte che da ragazza la trasformerà in donna.”

La recensione di Finalmente l’Alba, con Willem Dafoe, Lily James e Joe Kerry

Il caso mediatico di Wilma Montesi è stato oggetto di numerosi contributi nell’ambito della storia del cinema e non solo: basti pensare a Nuntereggae Più di Rino Gaetano e alla frase “sulla spiaggia di Capocotta”, a I Mostri di Dino Risi (in cui un episodio tratta la morte della giovane italiana) o all’esempio più simbolico, La Dolce Vita di Fellini che, secondo alcune valutazioni analitiche, rappresenterebbe un intero percorso focalizzato sul caso DC e sulla morte della 21enne. Finalmente l’Alba muove, dunque, da una tradizione già particolarmente consolidata in Italia, che ha interessato tanto anche Saverio Costanzo, per quanto il regista abbia dichiarato che, a partire da questa ideata, si è poi instaurata la volontà di occuparsi di un qualcosa di differente, tratteggiato in modo da sfiorare la tragedia della Montesi, senza interessarsene in stile biografico. Nell’offrire la recensione di Finalmente l’Alba di Saverio Costanzo, dunque, non si può che partire da questo elemento introduttivo. 

 

 

Il cinema italiano, come si scriveva anche nell’ambito della recensione di Il ritorno di Casanova di Gabriele Salvatores, vive un confronto continuo con i suoi fasti e l’immaginario felliniano è ancora oggi molto forte, tanto da gravare artisticamente per molti autori, che sentono l’esigenza di confrontarsi – almeno una volta nella loro carriera – con un elemento di tale portata. Il risultato di Finalmente l’Alba è purtroppo pessimo, soprattutto nella presentazione di una storia che difetta nella sua struttura, restituendo un prodotto estremamente sbiadito e diluito al massimo. Il film tenta di ricostruire una realtà immaginifica e dalla portata metaforica servendosi dei riferimenti a Fellini e Visconti, ma il risultato appare costantemente blando: Finalmente l’Alba è, nei fatti, un film anche piuttosto difficile da analizzare concretamente, a causa di un lavoro che non soltanto smarrisce le sue idee e le sue convinzioni dopo pochi minuti, ma per il quale si fa fatica anche a lodare la sola idea. Le famose metafore a cui si faceva precedentemente riferimento (la trasformazione di una ragazza in donna, l’artista colto nella sua ambigua dimensione privata, il leone come idea di coming of age della protagonista del film) sono piuttosto elementari, tanto da far pensare ad un film che – se non fosse per la sua produzione e il suo cast – apparirebbe nient’altro che frutto di un lavoro scolastico. 

 

La sensazione vissuta, da parte di chi scrive, durante l’intero film è quella di una costante stanchezza (anche avvertita) nel proporre un racconto che non funziona se legato ad un’idea di dedica, appare lontano dall’essere intimo, perde miserabilmente il confronto con i succitati autori e difetta anche nel parallelo con altri registi che hanno tentato di parlare di cinema col cinema – indipendentemente dai risultati – negli ultimi anni. É curioso che il Presidente della Giuria, Damien Chazelle, si ritrovi a confronto con un prodotto che tenta costantemente di scimmiottare l’idea proposta in Babylon, così com’è ancor più bizzarro pensare al budget di ben 28 milioni di euro per questo film. Stendendo un velo pietoso sulla CGI del leone, che genera poco lusinghiere risate, e i super cachet che si immagina siano stati destinati alle star americane, film come Finalmente l’Alba sono l’esatto processo che il cinema italiano non deve seguire ma che, negli ultimi anni, si tende a osservare sempre di più. Il risultato, sotto gli occhi di tutti, è francamente straziante. 

Voto:
1.5/5
Andrea Barone
3.5/5
Christian D'Avanzo
2/5
Gabriele Maccauro
1.5/5
Alessio Minorenti
2/5
Paola Perri
3/5
0,0
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Voto del redattore:
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