Cerca
Close this search box.

Recensione – The Palace: il film di Roman Polanski a #Venezia80

Presentato in anteprima a Venezia80, The Palace è il nuovo film di Roman Polanski. Ma avrà atteso le aspettative?
Il film The Palace, diretto da Roman Polanski

La recensione di The Palace, il nuovo film di Roman Polanski con protagonisti Mickey Rourke, John Cleese e Fanny Ardant. L’opera, prodotta da Luca Barbareschi, è stata presentata in anteprima all’80esima edizione della Mostra Internazionale D’arte Cinematografica di Venezia. Di seguito, ecco trama e recensione di The Palace.

La trama di The Palace, il film di Roman Polanski a #Venezia80

Prima di passare ad analisi e recensione del film, ecco la sinossi di The Palace: “Il Palace Hotel è uno straordinario castello progettato all’inizio del 1900 che si trova nel bel mezzo di una valle svizzera innevata, dove ogni anno convergono da tutto il mondo ospiti ricchi e viziati, in un’atmosfera gotica e fiabesca. La festa di Capodanno 2000 li ha riuniti tutti in un evento irripetibile. Al servizio delle loro stravaganti esigenze c’è uno stuolo di camerieri, facchini, cuochi e receptionist. Hansueli, zelante direttore dell’albergo, passa in rassegna lo staff prima dell’arrivo degli ospiti, ribadendo che, pur essendo l’alba del nuovo millennio, non sarà la fine del mondo. In effetti quella che si prepara è davvero una guerra combattuta a colpi di stravaganze ed eccentricità degli ospiti dell’hotel. Le varie storie danno vita a una commedia assurda, nera e provocatoria. È la fine del 1999: non solo l’epilogo di un secolo, ma la fine di un intero e controverso millennio, e nell’aria aleggia il Millennium Bug“.

Il nuovo film di Roman Polanski, The Palace

La recensione di The Palace: l’ultimo lungometraggio di Roman Polanski

Roman Polanski. 90 anni, oltre 20 film diretti, un Oscar alla miglior regia, due Golden Globes per miglior regista e miglior film straniero , una Palma d’oro a Cannes e due David di Donatello per miglior regista e miglior film straniero. Ed ancora, premio FIPRESCI, Gran premio della Giuria e Leone d’oro alla carriera a Venezia, un EFA (European Film Award) per il miglior contributo europeo al cinema mondiale, otto premi César per miglior regista e miglior adattamento. Questo a livello individuale, senza poi considerare tutti quelli ricevuti in generale dalle sue pellicole. Inoltre, svariate onorificenze ricevute da Polonia e Francia come la Medaglia Gloria Artis d’oro, Commendatore dell’Ordine della Legion d’Onore, Commendatore dell’Ordre des Arts et des Lettres, Ufficiale dell’Ordre des Arts et des Lettres e Cavaliere dell’Ordre des Arts et des Lettres. Ecco, questa è solo parte delle ragioni per cui Roman Polanski è oggettivamente uno dei più grandi registi nella storia del cinema. Sì, oggettivamente, perché il gusto personale esiste ed è sacrosanto ma, allo stesso tempo, esistono dei canoni estetici, delle regole e chiunque abbia quel minimo intelletto per rendersi conto che uomo ed artista vanno sempre divisi, non può non considerarlo un gigante della settima arte.

 

Polanski era lontano dalle scene dal 2019 quando, anche un po’ a sorpresa, Alberto Barbera selezionò il suo L’ufficiale e la Spia per Venezia76 dove, nonostante la netta opposizione da parte della Presidente di Giuria Lucrecia Martel, andò a vincere il Gran premio della Giuria. Sono passati 4 anni, un lasso di tempo in cui le polemiche intorno alla sua figura non sono assolutamente cessate ed in cui, inevitabilmente, l’età avanza e la carriera volge al termine. Siamo nel 2023 e Barbera seleziona nuovamente Polanski, questa volta con The Palace, la sua ultima opera prodotta da Luca Barbareschi, presente a Venezia80 anche in qualità di regista con il suo The Penitent e che, in questo The Palace, ha anche un ruolo da attore. Una lunga premessa, certamente, ma necessaria per comprendere quanto grande siano rabbia, delusione e dispiacere.

 

Dopo Liliana Cavani ed il suo L’ordine del Tempo infatti, con The Palace stiamo parlando del peggior film della carriera di Roman Polanski, un’opera imbarazzante e che nulla ha a che fare con la sua poetica – se non in minimi momenti buttati qua e là – e che anzi, è più vicino al cinepanettone che alla sua visione cinematografica. Fa male dover parlare così di un film di Roman Polanski, ma la sensazione è che non ci sia più quella forza e voglia necessaria per pellicole ancora in grado di graffiare. Il 2019 non è poi così lontano e L’ufficiale e la Spia era certamente un film di livello assoluto, ma stiamo parlando di un uomo che ha ormai compiuto 90 anni e che ha vissuto una vita estremamente travagliata – e di certo questa non è la sede per discuterne – e che dunque si sente vivo solamente quando fa la cosa che ama di più, ovvero dirigere film. Si è creata un’occasione e l’ha giustamente sfruttata per tornare dietro la macchina da presa, ma il risultato è stato fallimentare: troppi i momenti disagianti ed imbarazzanti in un film creato praticamente sulle gag e dove anche uno come John Cleese – genio dei Monty Python – ne esce mestamente. Se l’idea di un hotel in cui ricchi e personaggi bizzarri festeggiano il capodanno del 2000 e le loro vite si intrecciano poteva essere interessante, tutto scade in un calderone di indecenza fuori tempo massimo e, soprattutto, che Roman Polanski – qui alla sceneggiatura insieme a Jerzy Skolimowski, con cui sceneggiò Il Coltello nell’Acqua, film di caratura completamente diversa – non può assolutamente permettersi. 

Voto:
1.5/5
Andrea Barone
3.5/5
Vittorio Pigini
2/5
Paola Perri
1/5
Christian D'Avanzo
2/5
Alessio Minorenti
2.5/5
Bruno Santini
2.5/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

PRO