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Recensione – Bernie: la dark comedy con Jack Black

Bernie di Richard Linklater

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Bernie
Genere: Commedia, Biografico 
Anno: 2011
Durata: 104′ 
Regia: Richard Linklater 
Sceneggiatura: Skip Hollandsworth, Richard Linklater 
Cast: Jack Black, Shirley MacLaine e Matthew McConaughey 
Fotografia: Dick Pope 
Montaggio: Sandra Adair 
Colonna Sonora: Graham Reynolds 
Paese di produzione: Stati Uniti d’America 

Bernie” è una dark comedy co-scritta e diretta da Richard Linklater che racconta la storia vera di Bernie Tiede attraverso la trasposizione cinematografica dell’articolo del 1998 “Midnight in the Garden of East Texas”, pubblicato sulla rivista Texas Monthly, e scritto dal giornalista Skip Hollandsworth. Il protagonista della pellicola è interpretato dal camaleontico Jack Black, il quale torna a collaborare con il regista statunitense dopo la divertente commedia di successo “School of Rock” (2003). Di seguito la sinossi e la recensione del quindicesimo film di Linklater. 

La trama di Bernie, il quindicesimo film di Linklater 

1996. A Carthage, una piccola cittadina del Texas vicino al confine con la Louisiana, l’assistente delle pompe funebri Bernie Tiede (Jack Black), grazie al suo incredibile carisma e la sua profonda gentilezza nei confronti del prossimo, è considerato il membro più amato di questa piccola comunità. Galvanizzato da questa sorprendente popolarità, decide di offrire il suo aiuto alla ricca vedova Marjorie Nugent (Shirley MacLaine), un’anziana che, invece, il resto della città considera molto sgradevole e troppo burbera. Tra i due nasce un’ottima amicizia: passano molto tempo assieme e paiono inseparabili, ma le sempre più ingombranti, continue e stressanti richieste della donna non fanno altro che provocare un gran bel po’ di stress al tenero e dolce Bernie, che finisce per compiere un terribile gesto che gli costerà molto caro. 

Bernie di Richard Linklater

La recensione di “Bernie” (2011) 

Trattandosi di un adattamento cinematografico di un semplice articolo di giornale, il nuovo film di Richard Linklater mescola, ovviamente, la realtà ad elementi di finzione che vanno a romanzare in parte l’accaduto. Il regista collabora ancora una volta con l’autore del testo originale in fase di sceneggiatura, così da ripercorre in maniera più veritiera la vicenda e la storia di Bernie. La scelta di inserire, lungo la narrazione, alcuni spezzoni dallo spirito più documentaristico aiutano il pubblico ad immergersi ancor di più nel racconto. Infatti, non sono presenti solo attori, ma anche alcuni autentici abitanti della piccola città di Carthage. L’intera vicenda viene trasposta sul grande schermo con quell’incredibile leggerezza che spesso funge da tassello fondamentale nei progetti migliori della filmografia di Linklater. Tanti sono i personaggi, molti dei quali volutamente buffi e quindi di conseguenza molto divertenti, ma il vero mattatore dell’intera pellicola resta comunque  l’impressionate Jack Black: l’attore e comico statunitense, dopo il precedentemente citato “School of Rock”, torna a lavorare con il cineasta indipendente regalando al pubblico un’altra performance meravigliosa. Sorprendente come le prove di Shirley MacLaine e Matthew McConaughey, due grandi attori dalla caratura importante che si prestano a ruoli che interpretano alla perfezione. 

 

Tutto ha inizio dal faccione del protagonista che, durante i titoli di testa, si appresta ad ascoltare la radio della sua auto che trasmette “Love Lifted Me”, canzone dello stesso Jack Black e realizzata appositamente per il film di Linklater. Un brano che determina fin dall’inizio il mood ed il carattere dell’intera opera: una commedia scanzonata e divertente, ma che non si tira indietro nel momento in cui è costretta a parlare di qualcosa di più serio e drammatico. L’autore, partendo da un semplice articolo di giornale, elabora un racconto che descrive a tutto tondo la storia di un uomo carismatico e che, inizialmente, pare impossibile scalfire nel profondo dell’animo, ma che alla fine si mostra per quello che è ovvero un essere umano come tutti gli altri, ricco di fragilità. Debolezze che, attraverso un atteggiamento perennemente pro-positivo, cerca di nascondere agli occhi di chi lo circonda, i quali finiscono per conoscere solo superficialmente l’uomo che Bernie vorrebbe in realtà essere. Un altro ruolo, quello del protagonista, che pare cucito sull’incredibile personalità di una star come Jack Black, attore dallo sfrenato umorismo che riesce, grazie alla collaborazione con Linklater, a portare in scena non una semplice satira, ma un film dal messaggio più profondo. 

 

Nonostante una filmografia corposa come quella di Black, è con il regista nativo di Houston che l’attore statunitense ha dato il meglio di sé, a partire dal ruolo iconico nei panni del fittizio supplente Dewey Finn a quello parecchio sottovalutato di Bernie Tiede. Il suo incredibile talento sembra che si esalti soprattutto quando si mette a disposizione di autori più indipendenti, basti pensare ad esempio al ruolo ricoperto in “Be Kind Rewind” (2008) di Michel Gondry oppure in “Don’t Worry” (2018) di Gus Van Sant. Jack Black questa volta riesce nell’intento di dar vita ad un personaggio realmente esistito rendendolo ancor più tridimensionale, un’operazione che pochi attori riescono ad ottenere così bene ed in maniera così efficace. Tutto il resto, dalla regia alle scenografie, dal montaggio ai costumi, è realizzato quasi in funzione del suo personaggio e della performance del poliedrico attore. Un percorso, quello che affronta il protagonista, che finisce per concludersi con un finale controverso che ha avuto, però, un certo tipo d’impatto sulla reale vicenda: il ritratto che viene realizzato porta il pubblico ad empatizzare indubbiamente con Bernie, proprio come accade ai veri abitanti della piccola città texana. Alcuni dei reali protagonisti hanno, infatti, puntato il dito verso la scelta di racconta la storia unicamente dal solo punto di vista dell’assistente becchino di Carthage, senza dare il giusto peso alla storia della ricca vedova. Una critica comprensibile che, però, non rende l’opera più o meno godibile, alla fine giocando su un genere specifico il regista mostra la vicenda così com’è stata raccontata senza imporre al pubblico nessun tipo di giudizio positivo o negativo. 

Bernie di Richard Linklater

Una dark comedy con Jack Black

Bernie” è il racconto di una bizzarra storia vera che non poteva che essere trasposta sul grande schermo attraverso il genere della commedia nera. Un film che diverte, ma che cela al suo interno qualcosa di più macabro che viene perennemente mascherato dal sorriso del protagonista, un uomo con una certa reputazione e che lo stesso pubblico, conscio di sapere la verità sull’accaduto, rischia di non condannare optando per la sua innocenza. Linklater riesce perfettamente nell’intento di far appassionare lo spettatore al personaggio di Bernie, così da scatenare una reazione da parte del pubblico che ad un certo punto finisce per essere ancor più sorpreso e sgomento. Non si tratta certo dell’opera migliore dell’autore, ma risulta un’ottima commedia che racconta una storia da un epilogo fuori dall’ordinario in maniera leggera e per nulla banale. Parla da sé l’inclusione del film da parte della National Board of Review nella top 10 dei migliori film indipendenti del 2011. Un titolo della corposa filmografia del regista texano parecchio sottovalutato, ma assolutamente da riscoprire, un po’ come gli altri lungometraggi protagonisti della retrospettiva dedicata a Linklater. 

Voto:
3.5/5
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