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Recensione: Tartarughe Ninja – Caos mutante, con le voci di Jackie Chan e Paul Rudd

La famosa serie a fumetti realizzata da Kevin Eastman e Peter Laird con protagonisti Raffaello, Donatello, Michelangelo e Leonardo, trova un nuovo reboot, questa volta in animazione. Un rilancio di successo?
La recensione di Tartarughe Ninja - Caos mutante, con le voci di Jackie Chan e Paul Rudd

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Tartarughe Ninja – Caos mutante
Genere: fantascienza, commedia
Anno: 2023
Durata: 99 minuti
Regia: Jeff Rowe, Kyler Spears
Sceneggiatura: Seth Rogen, Eva Goldberg, Jeff Rowe, Dan Hernandez e Benji Samit
Cast: Micah Abbey, Shamon Brown Jr., Nicholas Cantu, Brandy Noon, Ayo Edebiri, Giancarlo Esposito, Seth Rogen, John Cena, Maya Rudolph, Ice Cube, Jackie Chan e Paul Rudd

Fotografia: Kent Seki

Montaggio: Greg Levitan
Colonna Sonora: Trent Reznor, Atticus Ross
Paese di produzione: Stati Uniti, Giappone, Canada

Distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 2 agosto 2023 col titolo originale Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutant Mayhem mentre in quelle italiane il 30 agosto dello stesso anno. Tratto dall’omonima serie a fumetti ideata da Kevin Eastman e Peter Laird.

La trama di Tartarughe Ninja – Caos mutante diretto da Jeff Rowe e Kyler Spears

Di seguito la trama ufficiale di Tartarughe Ninja – Caos mutante diretto da Jeff Rowe e Kyler Spears:

 

Dopo aver trascorso diversi anni ad allenarsi nelle arti marziali, riemergano dal loro covo sotterraneo: Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo salgono in superficie dalle fogne per salvare la città di New York, minacciata da una banda di criminali, che detiene il controllo di ogni via e di ogni angolo della metropoli. Grazie anche all’aiuto della loro nuova amica, April O’Neil, i quattro fratelli useranno ogni loro abilità e dote per lottare contro i nemici, un esercito formato da mutanti, e poter mostrare così il loro valore da eroi a tutto il mondo.

 

 

La recensione di Tartarughe Ninja - Caos mutante, prodotto da Seth Rogen

La recensione di Tartarughe Ninja – Caos mutante, con le voci di Jackie Chan e Paul Rudd

A pochi anni di distanza dalla sua uscita cinematografica, Spiderman – into the Spiderverse (2018) ha già avuto modo di tracciare un solco, così importante da influenzare prepotentemente l’industria dell’animazione. Questo nuovo rilancio cerca di seguire la scia, sotto diversi aspetti, del vincitore agli Academy Awards per “Miglior film d’animazione”, riuscendo ad adattare il suo stile allo scopo di dare a questi noti personaggi una nuova linfa, una nuova opportunità di farsi conoscere alle nuove generazioni. Prendendo come riferimento il titolo originale, è evidente la volontà di questa operazione di parlare agli adolescenti che stanno attraversando una fase cruciale della crescita per ogni individuo. I quattro fratelli-tartaruga desiderano le stesse cose dei loro coetanei umani: far parte di un gruppo ed essere accettati, tentando di staccarsi dall’opprimente figura genitoriale; per coloro che sono emarginati a causa della loro diversità, spaventosa agli occhi delle persone, l’integrazione diventa una corsa ad ostacoli, se non addirittura un Everest da scalare.

 

 

Sviluppando il un tema così delicato e sempre attuale quanto proposto innumerevoli volte, una riflessione interessante viene posta su un aspetto preciso: la motivazione per cui si compiono determinate azioni; aldilà di quello che può pensare o dire la massa, è importante capire che se un atto è giusto va compiuto a prescindere, prima di raggiungere il più ampio consenso possibile è essenziale costruire una precisa mentalità, svolgendo al meglio il proprio compito senza dipendere dall’ossessione di ricevere in cambio chissà quale riconoscenza, anzi, verrà da sé nel momento in cui alle persone vengono aperti gli occhi dal buon esempio.

 

 

I pregi e difetti di Tartarughe Ninja – Caos mutante, prodotto da Seth Rogen

I fattori su cui la pellicola punta maggiormente per garantire intrattenimento sono due: umorismo e azione. Per tutta la durata il tono è leggero e scanzonato, la dinamica tra i quattro protagonisti interrompe la narrazione più volte per lasciare spazio a numerosi siparietti comici, con citazioni alla cultura pop a destra e a manca di cui tenere il conto è impossibile, alcune di queste davvero molto divertenti; abbondanti sono anche le sequenze di combattimento, ben dosate nella struttura narrativa, fino ad arrivare al catastrofico scontro finale. Il montaggio accelera spesso il ritmo mentre la regia è dinamica, senza mai cadere nella confusione, riuscendo a garantire grande spettacolo grazie alla messa in scena mozzafiato, creatività visiva ed una durata controllata. A fare da cornice è una New York molto ruvida, pericolosa quasi alla “Taxi Driver”, dove fa da padrone l’ambientazione notturna, capace di risaltare il lato più sinistro della metropoli, accompagnata da una scaletta musicale extradiegetica che premia il genere rap/underground.

Per lasciare ampio spazio a queste due situazioni viene sacrificata consistenza nella risoluzione dell’intreccio narrativo, infatti, alcuni passaggi sono fin troppo sbrigativi e frettolosi, specialmente nella parte conclusiva, in cui si ricorre al didascalismo come soluzione rapida. La stessa narrazione si dimostra, in più punti, derivativa di molti lungometraggi del passato recente: uno su tutti X-Men (2000) diretto da Bryan Singer e in particolare il cattivo Superfly, caratterizzato seguendo pedissequamente le orme di Magneto, interpretato da Sir Ian McKellen. Nonostante ciò, l’obiettivo si può definire raggiunto, cioè quello di riproporre un brand famoso e longevo, in modo tale che possa dialogare con la contemporaneità, ma che allo stesso tempo riesca a tenere allacciato un contatto con i fan di vecchia data.

Voto:
3.5/5
Andrea Barone
4/5
Andrea Boggione
3/5
Christian D'Avanzo
3/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
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