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Recensione – A Scanner Darkly: sperimentazione e rotoscope 

A Scanner Darkly di Richard Linklater

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: A Scanner Darkly – Un Oscuro Scrutare (A Scanner Darkly) 
Genere: Fantascienza, Thriller 
Anno: 2006
Durata: 105′ 
Regia: Richard Linklater 
Sceneggiatura: Richard Linklater 
Cast: Keanu Reeves, Winona Ryder, Robert Downey Jr., Woody Harrelson e Rory Cochrane
Fotografia: Shane F. Kelly 
Montaggio: Sandra Adair 
Colonna Sonora: Graham Reynolds
Paese di produzione: Stati Uniti d’America 

Dopo il film sperimentale “Waking Life” (2004) realizzato in rotoscope, il cineasta statunitense Richard Linklater torna ad utilizzare nuovamente questa tecnica d’animazione con “A Scanner Darkly – Un Oscuro Scrutare”. Questa volta il genere di riferimento è la fantascienza mescolata al thriller, ma si tratta anche di un adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Philip K. Dick pubblicato nel 1977. Un racconto psicologico sugli effetti degli stupefacenti e sulle successive allucinazioni e sensazioni quali ansie e paranoie. Un altro esperimento realizzato attraverso una tecnica poco conosciuta, ma che grazie al suo incredibile sguardo sul mondo l’autore riesce ad esaltare e farla sua. Di seguito la trama e l’analisi del dodicesimo film di Linklater. 

La trama di A Scanner Darkly, il dodicesimo film di Linklater 

In un futuro dispotico, nello Stato della California, prende piede una nuova sostanza stupefacente: una potete quanto pericolosa droga denominata “Sostanza Morte”, che finisce per diffondersi rapidamente provocando bizzarre allucinazioni. L’intero Paese è in ginocchio ed il governo degli Stati Uniti d’America decide di dar vita ad un grande sistema di sorveglianza avanzato parecchio invasivo. L’obiettivo è mettere fuori gioco questa nuova sostanza mediante una fitta rete di agenti sotto copertura, tra questi c’è un poliziotto della narcotici, Bob Arctor (Keanu Reeves), il quale ha l’incarico di infiltrarsi nella catena di approvvigionamento. L’agente si è perfettamente integrato e vive in un’abitazione in compagnia di un gruppo di tossicodipendenti, grazie anche a delle speciali “tute da scramble” che gli permettono di mimetizzarsi e riprodurre costantemente una nuova identità. Bob, che lavora sotto il nome in codice Fred, per confondersi tra i vari tossici assume la sostanza, ma questa si rivela una scelta che complica ulteriormente la situazione e che porta l’uomo pian piano ad un vero e proprio stato di terribile schizofrenia. 

A Scanner Darkly di Richard Linklater

La recensione di “A Scanner Darkly” (2006) 

Liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Dick, “A Scanner Darkly” è una commedia a tratti grottesca che gioca con la fantascienza ed il thriller. Richard Linklater torna, ancora una volta, a sperimentare con una particolare tecnica d’animazione: il rotoscope o rotoscopio, già utilizzata, come sottolineato in precedenza in un film del 2004 e che tornerà protagonista più avanti nella filmografia dell’autore. La pellicola, ovviamente, è girata totalmente in versione live-action e poi, successivamente, un gruppo di disegnatori ha animato ogni singolo fotogramma trasformando l’opera in un film d’animazione. Questa bizzarra tecnica risulta nuovamente molto utile al regista per descrivere la storia che vuole raccontare, sia da un punto di vista narrativo sia da quello puramente più estetico e descrittivo. Linklater si mette nuovamente in gioco e cerca di riproporre sul grande schermo un certo tipo di umorismo macabro e grottesco presente anche nel libro, senza tralasciare quell’aspetto più drammatico che funge da morale e motore portante dell’intero racconto. Il risultato è una piccola perla, non esente da difetti, che rappresenta in tutto e per tutto quel mondo in cui il regista americano alla fine si trova sempre a suo agio. 

 

Come spesso è accaduto più di una volta lungo la carriera di Linklater, però, nonostante un misero budget stimato intorno ai 10 milioni di dollari, il film non riesce a guadagnare al botteghino, risultando l’ennesima delusione commerciale. Un aspetto che il regista ha dovuto affrontare più volte, ma che non l’ha certo frenato, anzi a differenza di molti altri colleghi è sempre andato avanti per la sua strada e seguendo la sua indistruttibile voglia di fare cinema, ancora e ancora. Parla da sé la scelta di realizzare un’altra operazione del genere, considerabile sperimentale e fuori dai classici schemi dell’industria hollywoodiana, che racchiude in sé un certo tipo di qualità che, come quasi in ogni caso, non rispecchia il volere del pubblico, o almeno quella fetta di spettatori che vive la sala unicamente per il grande evento mensile o addirittura annuale. Un clamoroso nuovo flop nonostante una serie di nomi di spicco che vanno a comporre il numeroso cast: da sempre Linklater ha saputo lanciare o scoprire nuovi talenti, lavorando con futuri grandi attori, ma collaborando anche con star già affermate proprio come in questo caso. Il protagonista è, infatti, interpretato da Keanu Reeves, sull’onda del successo della trilogia realizzata dalle sorelle Wachowski, mentre tra gli altri ci sono anche Robert Downey Jr., Woody Harrelson, Winona Ryder, Rory Cochrane e Lisa Marie Newmyer. 

 

I film di Linklater spesso funzionano quando seguono ed utilizzano determinate condizioni e caratteristiche: anche “A Scanner Darkly” è un’opera creata dalla collaborazione del regista, l’opera originale ed il notevole contributo del cast. Una coesione che finisce per rispecchiarsi anche nel risultato finale del prodotto cinematografico, spesso influenzando la riuscita o meno del film. Anche se la tecnica d’animazione rotoscope rappresenta l’elemento tecnico più preponderante e quello che cattura maggiormente l’attenzione e l’occhio dello spettatore, sono proprio le interpretazioni e la restante parte tecnica dell’opera ad esaltare ancora di più il racconto ed il suo significato. Da un lato ci sono degli attori particolarmente coinvolti nel progetto, i quali hanno quasi accettato fin da subito una volta visionato e letto lo script, dall’altro c’è un mix tra colonna sonora, fotografia e scenografia di altissimo livello tra vecchie e nuove collaborazioni tra regista e operatori. Elementi che avrebbero potuto destare meno problemi per via della successiva aggiunta dell’animazione, ma trattati comunque con estrema cura. Inoltre, proprio come successo per il precedente e già citato “Waking Life”, anche qui non mancano diversi riferimenti alle opere di Ralph Bakshi, uno dei più grandi utilizzatori del rotoscopio. Tecnica che, però, ha creato non pochi problemi in fase di post-produzione, un processo durato diverso tempo poiché molti degli animatori dovevano prima essere preparati e formati per usare i vari software, di conseguenze non sono mancati problemi e successive posticipazioni dell’uscita. 

A Scanner Darkly di Richard Linklater

Sperimentazione e Rotoscope

A Scanner Darkly – Un Oscuro Scrutare” è un profondo quanto drammatico spaccato sulla società che affronta diversi temi di grande valore. La forza del film sta nel trattare con serietà questi differenti argomenti: dai problemi legati all’assunzione di droghe, alle problematiche legate alla schizofrenia. A dare ancora più valore al significato dell’opera ci pensa lo stesso autore attraverso l’utilizzo di questa particolare tecnica d’animazione, il rotoscope cattura perfettamente l’ambiente straniante delle allucinazioni ed anche quello che circonda i personaggi portando, inevitabilmente, il pubblico ad immergersi quasi completamente nel racconto. Un secondo film sperimentale che mostra l’indubbio talento di un cineasta molto abile nel trasporre certe tematiche attraverso il suo stile inimitabile. Linklater porta in scena una storia che si muove tra la ricerca di una identità, elemento spesso trattato sotto varie sfaccettature nei suoi film, ed una serie di inganni attraverso la creazione di una visione del futuro prossimo. Un’altra opera da cui traspare quel fascino indipendente che ha reso spesso uniche delle pellicole del cineasta nativo del Texas. Se nel frattempo ha realizzato un remake di un classico sportivo, è, però, con “A Scanner Darkly” che Linklater torna a dare tutto sé stesso. Un regista visionario, abile narratore, poco conosciuto dalle masse, ma uno dei più amati e adorati dai più cinefili. 

Voto:
3.5/5
Riccardo Marchese
3.5/5
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Data di rilascio:
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