Cerca
Close this search box.

Recensione – L’amore Bugiardo – Gone Girl, il thriller di David Fincher

L’Amore Bugiardo è un film del 2014 di David Fincher, ma il regista americano avrà fatto centro o un buco nell’acqua?
Il film del 2014 di David Fincher, Gone Girl

Continua la retrospettiva dedicata a David Fincher con L’amore Bugiardo – Gone Girl, tratto dal Bestseller di Gillian Flynn e candidato a Golden Globes, BAFTAOscar, con protagonisti Ben Affleck e Rosamund Pike. Di seguito, ecco dunque trama e recensione del film del 2014.

La trama di L’amore Bugiardo – Gone Girl, diretto da David Fincher

Prima di passare all’analisi del film, è bene spendere alcune parole sulla trama dell’opera. Gone Girl – in italiano L’amore Bugiardo – segue le vicende di Amy e Nick, sposati da cinque anni ma con una relazione ai ferri corti, che decidono di lasciare New York per il Missouri, visto che hanno entrambi perso il lavoro per via della crisi economica. Nonostante i problemi e le paranoie, tutto sembra proseguire senza particolari intoppi fino al loro quinto anniversario, giorno in cui Amy scompare. Nick decide di chiamare la polizia ma qualcosa non torna ed egli diventa il principale sospettato per la scomparsa della moglie. Da qui un intreccio incredibile, con una svolta a metà del film, che porterà ad un finale tanto potente quanto enigmatico.

Il film del 2014 diretto da David Fincher, Gone Girl

La recensione di L’amore Bugiardo – Gone Girl: paranoia, ossessione e un amore violento

Adattamento cinematografico del romanzo di Gillian Flynn L’amore Bugiardo – che ne è anche il titolo italiano – Gone Girl è il decimo lungometraggio diretto da David Fincher, che ha ottenuto una candidatura per l’Oscar alla migliore attrice protagonista agli 87esimi Academy Awards, quattro candidature ai Golden Globes e due candidature ai BAFTA (British Academy of Film and Television Arts).

 

Con Gone Girl, David Fincher torna a casa e chiude una sorta di Trilogia idealmente iniziata con Seven e proseguita con Zodiac, con cui condivide gli stessi stilemi: l’ossessione, la paranoia, la violenza insita nell’intera umanità. Nonostante non raggiunga il livello dei due predecessori, Fincher ha ormai una totale consapevolezza dei propri mezzi, delle storie che vuole raccontare e del modo in cui desidera farlo. Gone Girl non è infatti un thriller cupo come Seven o serio come Zodiac: non che questi elementi manchino, ma con L’amore Bugiardo – titolo scelto per la versione italiana del film, lo stesso del romanzo di Gillian Flynn – Fincher decide di giocare, di divertirsi a raccontare una storia che è sì oscura, ma che ha degli elementi quasi da commedia, costruito per episodi in cui ogni elemento, anche quello apparentemente meno importante, risulta decisivo per l’episodio successivo, fino alla chiusura di un cerchio che arriva, non a caso, con la stessa scena con cui esso si apre, ovvero lo sguardo di Rosamund Pike – che con questo film è stata candidata ai premi Oscar, con il premio che andò poi a Julianne Moore per Still Alice di Richard Glatzer e Wash Westmoreland – verso un Ben Affleck fuori campo.

 

Il film è un gioco anche per questo motivo, perché calca sulle tante sfaccettature di linguaggio e di gesti che ogni persona ha dentro di sé ed è in questo senso che ritornano gli sguardi: quello di Rosamund Pike come detto, ma anche quello di Ben Affleck davanti alle telecamere, a cui aggiunge un mezzo sorriso che, a detta dello stesso David Fincher, è una sorta di MacGuffin per l’intera opera e ciò che lo ha convinto non solo a realizzare questo adattamento cinematografico, ma anche di scegliere lo stesso Affleck come protagonista. A differenza di come successo con Zodiac, dove lo spettatore è parte integrante dell’opera ed entra nella sua narrazione per quasi risolvere il mistero insieme ai suoi protagonisti, qui egli è convinto di fare lo stesso, ma così non è: lo spettatore pensa di avere un ruolo attivo all’interno della vicenda, elabora una propria visione di come siano andate le cose ma, in questo caso, Fincher lo spiazza di continuo, prendendo in prestito tanto del cinema Hitchcockiano. 

 

Alfred Hitchcock, per l’appunto. David Fincher attinge a piene mani dai lavori del maestro londinese e lo fa innanzitutto con la scelta di far cambiare completamente rotta all’opera verso la sua metà, un po’ come con il famoso colpo di scena presente in Psycho. Più o meno nascosti, sono comunque presenti rimandi a Marnie, Rebecca – La Prima Moglie, Il Delitto Perfetto, Il Sospetto e poi, ancor più, Vertigo: come Kim Novak infatti, Rosamund Pike vive a tutti gli effetti due volte, due vite. Nonostante la seriosità dell’opera, è evidente come un Fincher ormai 52enne si diverta a dirigere questo film ed a farlo sì citando il cinema che ama, ma mantenendo la propria autorialità ormai da anni consolidata e che lo ha certamente reso uno dei registi di punta degli ultimi decenni e ciò rende Gone Girl un ottimo film che non fa altro che sottolinearne nuovamente il talento.

Voto:
4/5
Andrea Barone
4/5
Andrea Boggione
3.5/5
Christian D'Avanzo
4/5
Riccardo Marchese
4.5/5
Matteo Pelli
4/5
Paola Perri
3.5/5
Vittorio Pigini
4/5
Bruno Santini
3.5/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

PRO