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Recensione – Le avventure acquatiche di Steve Zissou, diretto da Wes Anderson con Bill Murray e Cate Blanchett

La recensione de Le avventure acquatiche di Steve Zissou, con Bill Murray ed Owen Wilson

Distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 25 dicembre 2004 col titolo originale The life aquatic with Steve Zissou, mentre in quelle italiane il 4 marzo 2005. Prodotto e diretto da Wes Anderson, co-scritto insieme a Noah Baumbach con colonna sonora composta da Mark Mothersbaugh. Il cast comprende: Bill Murray, Anjelica Huston, Owen Wilson, Cate Blanchett, Willem Dafoe, Michael Gambon, Waris Ahluwalia, Bud Cort, Noah Taylor, Seu Jorge, Seymour Cassel, Robyn Cohen e Jeff Goldblum.

La trama de Le avventure acquatiche di Steve Zissou, diretto da Wes Anderson

Di seguito la trama ufficiale de Le avventure acquatiche di Steve Zissou, diretto da Wes Anderson:

 

Steve Zissou sta lavorando al suo ultimo documentario in mare, il suo migliore amico e capo sommozzatore, Esteban du Plantier, viene mangiato da una creatura descritta come lo “squalo giaguaro”. Alla premiere del documentario, Zissou annuncia la sua intenzione di girare un nuovo speciale, organizzando una spedizione per trovare e uccidere il mostro marino che ha ucciso il suo amico, quella sera stessa, Steve riceve la visita di Ned Plimton, un giovane che sostiene di essere suo figlio illegittimo. Per cercare di conoscere meglio il padre che non ha mai avuto, decide lasciare il proprio lavoro da pilota e di unirsi alla crew di Zissou, inoltre, venuto a conoscenza delle cattive condizioni economiche in cui versa il presunto padre, il giovane si offre di finanziare interamente la spedizione. Il giorno della partenza, al folto equipaggio, che comprende diversi cameraman, biologi e marinai, tra i quali il fidato Klaus e un gruppo di stagisti, si aggiunge una giovane giornalista incinta, intenzionata a scrivere un articolo sul famoso documentarista. Ha così inizio l’avventura a bordo della nave Belafonte, il cui equipaggio dovrà affrontare numerose vicissitudini e peripezie, in un viaggio che porterà Steve a esplorare gli abissi più profondi del mare, ma anche della propria anima.

 

 

La recensione de Le avventure acquatiche di Steve Zissou, con Anjelica Huston

 

La recensione de Le avventure acquatiche di Steve Zissou, con Willem Dafoe ed Owen Wilson

Per navigare a fondo nella psicologia della figura dell’artista, il dittico Anderson-Baumbach si ispirano ad un personaggio realmente esistito: Jacques-Yves Cousteau, vincitore di ben tre premi Oscar, di cui due per il miglior documentario nel 1957 e nel 1965 ed uno per il miglior cortometraggio nel 1960. Il personaggio protagonista di questa storia si trova in un momento spartiacque della sua vita privata e professionale, è in corso la parabola discendente della sua carriera e per questo si percepisce tutta la sua frustrazione, espressa da una manifesta apatia. La spedizione non ha solamente uno scopo di vendetta, ma è l’estremo tentativo di recuperare la fama e la celebrità di un tempo, quando era punto di riferimento per giovani e giovanissimi, quando il suo modo di fare documentario veniva preso a modello. È buona regola per cui ogni idolo che si rispetti rimanga tale solo se non lo si conosca direttamente, in Steve sono racchiusi tutti i tipici difetti che si possono riscontrare in un artista: egocentrismo, capriccio, arroganza, opportunismo e anche una piccola dose di cinismo, con una vita ricca di eccessi, disordini e sacrifici; ma più di tutti è destinato a soffrire, il talento è direttamente proporzionale al dolore dovuto al dolore causato dalla drammaticità della vita. Infatti, si viene a sapere che il lutto, presente fin dall’inizio del film, non è l’unico trauma che il protagonista ha dovuto affrontare, a testimonianza dell’alto prezzo da pagare per ottenere successo.

 

 

Ma l’occasione di riscatto può presentarsi da un momento all’altro, magari grazie ad un incontro inaspettato: comunque la conoscenza tra Steve e Ned non nasce sotto i migliori auspici, nonostante all’apparenza non manchi la volontà di colmare un vuoto di molti anni; più che creare un rapporto padre-figlio a Steve pare interessi solamente essere nuovamente mitizzato da un ammiratore di lunga data, manipolandolo senza troppi problemi, arrivando a mettere le mani sulle sue risorse economiche pur di portare a termine una missione sempre più pericolosa e assurda. Mentre il viaggio aumenta d’intensità, il legame cresce, diventa autentico e viscerale, anche se poi paradossalmente si viene a sapere che in realtà una parentela biologica non può sussistere, data la sterilità dell’oceanografo. Affascinante come sia plausibile che le due parti in causa sapessero di ciò, ma la voglia di colmare la voragine dentro di loro è talmente forte da superare le convenzioni, la vita si dimostra così imprevedibile e fuori controllo cosicché da una falsità può nascere qualcosa di concreto e genuino.

 

 

La recensione de Le avventure acquatiche di Steve Zissou, con Cate Blanchett

 

 

Le tematiche de Le avventure acquatiche di Steve Zissou, con Cate Blanchett ed Anjelica Huston

La caccia allo “squalo-giaguaro” non è un mistero che assuma la simbologia dell’elaborazione del lutto, una creatura surreale che diventa emblema della vita sulla terra: dopo aver conosciuto in prima persona la sofferenza, vivere fa decisamente più paura, non si vedono più le cose dallo stesso punto di vista, le certezze si frantumano lasciando spazio ad un oblio senza apparente soluzione, anzi, addirittura si arriva molto vicino ad elaborare una soluzione estrema. Poiché tale animale rappresenta la vita stessa, il suo abbattimento equivale quindi alla volontà di Steve di andare incontro al suicidio, dato che ormai non pare in grado di sopportare l’ennesima afflizione; come incute timore, allo stesso modo vivere sa essere un’esperienza irrinunciabile, anche se con la perdita bisogna fare sempre i conti data la natura di esseri umani, la mortalità non cancella le numerose esperienze, i numerosi sentimenti e le passioni che contraddistinguono l’umanità da tutto il resto. Chi ha la fortuna di andare avanti raccoglie il meglio da chi invece, magari troppo presto, ha dovuto abbandonare questo mondo, continuando a dare significato ad ogni respiro, ad ogni movimento, ad ogni pensiero.

Voto:
4/5
Andrea Boggione
4/5
Gabriele Maccauro
4/5
Riccardo Marchese
4.5/5
Bruno Santini
3/5
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