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Recensione – Asteroid City, scritto e diretto da Wes Anderson

La recensione di Asteroid City con Margot Robbie

Presentato in concorso alla settantaseiesima edizione del Festival di Cannes, distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 16 giugno 2023 mentre in quelle italiane il 14 settembre dello stesso anno. Scritto, diretto e coprodotto da Wes Anderson, le scenografie sono curate da Adam Stockhausen, i costumi sono realizzati da Milena Canonero mentre la colonna sonora è composta da Alexander Desplat. Il cast comprende: Tom Hanks, Jason Schwartzman, Scarlett Johansson, Edward Norton, Jeffrey Wright, Adrien Brody, Bryan Cranston, Tilda Swinton, Liev Schreiber, Steve Carell, Maya Hawke, Willem Dafoe, Matt Dillon, Jeff Goldblum, Sophia Lillis, Toni Revolori, Hong Chau e Margot Robbie.

La trama di Asteroid City, diretto Wes Anderson

Di seguito la trama ufficiale di Asteroid City, scritto e diretto da Wes Anderson:

 

Asteroid City, 1955. In un sito del deserto del Nevada, rinomato per il suo cratere dopo l’impatto di un asteroide gigante, si incontrano i destini di un reporter di guerra in lutto per la moglie, un’attrice che sa esistere soltanto nello sguardo degli altri, un nonno malinconico che prova a ‘raggiungere’ le nipotine, una scienziata sopraffatta dagli eventi e una varia umanità perduta in uno spazio troppo grande. Durante una convention di giovani scienziati in erba, la “Junior Stargazer”, confluiti nella cittadina turistica per presentare le loro invenzioni, un extraterrestre scende dalla sua astronave per poi fuggire nello spazio: perciò il governo degli Stati Uniti, allarmato dalla presenza aliena, mette tutti i convenuti in quarantena.”

 

 

La recensione di Asteroid City con Scarlett Johansson

 

 

La recensione di Asteroid City, con Tom Hanks e Margot Robbie

Nelle avventure precedenti la realtà e surreale si mischiavano dando vita ad un mondo nuovo, singolare e creativo, elaborando ogni volta un concetto diverso di fantasia. In questo caso, fin da subito è chiara la volontà di non causare straniamento o confusione: il contesto è messo in luce già dalle prime battute, connotando la vicenda con una struttura biforcata, in cui si generano due vie parallele ben distinte dalla forma visiva; non vengono fornite possibilità di dubbio, un percorso ordinato e lineare quasi a testimoniare che lo stesso Wes Anderson si sia reso conto di dover alleggerire il carico dopo le esagerazioni della pellicola precedente. Non vi sono dubbi nemmeno nel riconoscere la sua cifra stilistica, in cui ogni inquadratura non è mai fine a sé stessa, la geometria dei suoi tecnicismi non cade mai nel manierismo sterile, la fluidità dei movimenti e del susseguirsi delle inquadrature permette di abbinare la magniloquenza al minimalismo scenico, un connubio all’apparenza privo di qualsiasi fondamento, solidificato esclusivamente dall’estro dell’artista responsabile dell’opera.

 

 

Al centro di tutto c’è proprio l’artista: non soltanto come personaggio protagonista, ma come perno fondamentale dell’arte stessa; quest’ultima non si fa coi macchinari o con gli oggetti, si fa con le persone, l’artista è colui che più di tutti sa incarnare su di sé le sofferenze e i disagi umani, poiché più di tutti li vive intensamente nella vita reale, essere un artista è un macabro privilegio. La scelta degli interpreti adeguati alla propria parte determina la riuscita o meno di tutto il lavoro, messi nelle giuste condizioni e valorizzati dalle opportune soluzioni registiche. Sia il cast di lunga data, ormai saldamente riconfermato salvo un paio di assenze, sia gli attori alla loro prima collaborazione col regista, svolgono un lavoro egregio, dove non è trascurata neanche una sillaba, a prescindere dal minutaggio, infatti, ognuno dà il proprio contributo per garantire qualità e credibilità.

 

 

 

 

Le tematiche di Asteroid City, in concorso a Cannes 2023

Due rette parallele continuano ad essere il mondo degli adulti e il mondo dei giovanissimi: i primi alle prese coi loro fallimenti, le loro crisi esistenziali e le loro apatie, che li tiene chiusi in un circolo vizioso non rendendoli in grado di svolgere il loro compito di genitori, mentre a qualcuno invece potrebbe presentarsi l’occasione di diventarlo, instaurando un rapporto inaspettato ma per questo stimolante; i ragazzi invece fanno gruppo nella loro diversità, trovando un punto d’incontro nella volontà di cercare un senso alla loro esistenza, provando empatia reciproca nel loro desiderio di evasione ed affermazione. Incontri che naturalmente coinvolgono anche la sfera sentimentale, con l’intelligenza protagonista di tensioni erotiche, il cervello diventa fonte primaria di attrazione, giocando quindi sul terreno della sapio-sessualità. Non manca l’ormai classico stile parodistico di rappresentare gli organi statali tipicamente rigidi e ordinari come l’esercito o l’istituzione scolastica, per tutta la durata il suo umorismo si conferma pungente ed elegante, battute che magari non generano una risata grossolana ma mostrano la loro efficacia satirica dopo un’ attenta e lunga riflessione, in particolare riguardanti aspetti che hanno fatto grande l’immagine degli Stati Uniti nel mondo: la conquista delle terre dell’Ovest e lo sbarco sulla Luna.

Voto:
4/5
Andrea Barone
4.5/5
Andrea Boggione
4/5
Arianna Casaburi
3.5/5
Christian D'Avanzo
4/5
Gabriele Maccauro
3.5/5
Riccardo Marchese
3/5
Vittorio Pigini
3/5
Bruno Santini
4/5
Alessio Minorenti
3.5/5
0,0
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Data di rilascio:
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Genere:

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