Articolo pubblicato il 4 Gennaio 2024 da Gabriele Maccauro
È stato finalmente rilasciato Daybreak, il terzo episodio di The Idol, l’attesissima serie HBO creata da Abel Tesfaye, Reza Fahim e Sam Levinson, che ne è anche regista e che è ben noto per l’acclamata Euphoria, ed è disponibile in Italia in contemporanea con gli Stati Uniti su Sky ed in streaming su NOW. The Idol – che fu presentata in anteprima al 76esimo Festival di Cannes, ricevendo non poche critiche – ha come protagonisti Lily-Rose Depp e lo stesso Abel Tesfaye, vero nome del musicista The Weeknd. Di seguito, ecco dunque la trama e la recensione del terzo episodio di The Idol.
La trama di Daybreak, il terzo episodio di The Idol
Dopo un primo episodio che fungeva da pilota ed introduceva allo spettatore i vari personaggi ed il mondo di The Idol e dopo un secondo episodio che ha fatto fatica ad ingranare, con questo Daybreak – terzo episodio, dunque metà dell’intera stagione – si è giunti ad un punto di non ritorno. Jocelyn è ormai completamente soggiogata da Tedros che, insieme al suo gruppo, si è impossessato dell’intera villa ed ha un atteggiamento da padre-padrone con la stessa che è a dir poco tossico. È infatti lui a decidere cosa bisogna fare: quando fare shopping, chi licenziare o cosa fare per poter tornare a scrivere canzoni come un tempo.
In realtà, Jocelyn sembra essere anche l’unica persona che non si rende conto del problema visto che, oltre alla sua migliore amica ed assistente Leia ed agli unici due membri dello staff che sembrano tenere a lei – ovvero Destiny e Chaim – anche i membri del gruppo di Tedros mostrano in più occasioni di temerlo, in primis Izaak. L’episodio, più che progredire con la trama, cerca dunque di approfondire meglio la natura e lo stato d’animo dei vari personaggi, riuscendoci però solamente in parte.

La recensione del terzo episodio di The Idol: quando l’unico obiettivo è far parlare di sé
Con Daybreak, le paure nate dopo la visione del primo e, soprattutto, del secondo episodio di The Idol, iniziano a prendere forma: se infatti il pilota della serie era riuscito nel suo intento, ovvero presentare personaggi ed ambientazioni mostrando anche gli eccessi ed il sesso senza però scadere nel volgare o esagerare davvero, con il secondo episodio qualcosa aveva iniziato a scricchiolare e ciò che serviva maggiormente, ovvero un approfondimento sul carattere dei protagonisti, era stato abbozzato per lasciare più spazio a questi continui ed esasperati eccessi che, con l’avvicinamento di Tedros a Jocelyn, si sono inevitabilmente moltiplicati. Il tempo a disposizione non è però così tanto ed infatti con Daybreak, ovvero il terzo episodio di The Idol, si è già a metà strada, visti i soli 5 episodi complessivi della nuova serie di Sam Levinson. E no, non ci siamo.
Non ci siamo perché The Idol non è Euphoria: la serie che ha portato alla ribalta il figlio del grande Barry Levinson è infatti un’opera corale, che vive dei rapporti che vanno formandosi tra i vari personaggi ma che, nonostante il personaggio di Zendaya spicchi su tutti, da la giusta importanza ad ognuno. Solo nel momento in cui vi è una forte scrittura si può pensare di stupire, sconvolgere e mostrare tutto ciò che Levinson mostra risultando però efficace e venendo preso sul serio da pubblico e critica. In The Idol questo manca. Manca innanzitutto perché non c’è nessun lavoro corale: Jocelyn (Lily-Rose Depp) è l’assoluta protagonista, Tedros (Abel Tesfaye AKA The Weeknd) il suo secondo, ma ogni altro personaggio non è interessante o adeguatamente approfondito e questo vale anche per chi, come Leia (Rachel Sennott), meriterebbe di essere più di un personaggio abbozzato. Nonostante questo, volendo anche lasciare il beneficio del dubbio sul personaggio di Jocelyn – che dopo tre episodi è tutt’altro che perfetto, ma ha dei margini di miglioramento – a peccare davvero è Tedros: è stato detto da molti ma purtroppo va appurato che, al primo episodio da vero protagonista e dove deve recitare e dialogare dall’inizio alla fine, l’interpretazione di Abel Tesfaye è un grande punto debole della serie.
Dunque, nel momento in cui la scrittura pecca e la narrazione è claudicante, bisogna stare molto attenti a come dosare questi eccessi, tenendo a mente una cosa importante: il problema di The Idol non è la presenza di sesso e nudità, di droga ed alcol, ma il fatto che essi non sono adeguatamente contestualizzati. Paradossalmente, la tanto criticata foto porno di Jocelyn, con questo episodio, trova un senso maggiore quando viene proposto di renderla la copertina del suo nuovo disco, ma si tratta di una mosca bianca. Ad oggi, The Idol sembra un calderone in cui Levinson ha buttato tutto ciò che gli interessava raccontare ma da cui ha tirato fuori un mappazzone senza capo né coda e che, con soli tre episodi rimasti, difficilmente potrà ritirare su. Nel 2023 non si può pensare di scandalizzare il pubblico facendo leva solamente sulla superficie, su un corpo nudo o sul fatto che delle persone facciano sesso. Nel 2023 può forse stupire e lasciare inorridito uno spettatore legato a tutto un altro tipo di prodotto, come tanti di quelli che sono usciti sconvolti dalla proiezione dei primi due episodi all’anteprima mondiale di Cannes76, ma non il pubblico che è, invece, esattamente quello a cui questa serie vuole e deve rivolgersi. Quindi no, non ci siamo assolutamente.