Recensione – Pesci piccoli, la serie dei The Jackal su Prime Video

Recensione - Pesci piccoli, la serie dei The Jackal su Prime Video

Articolo pubblicato il 18 Giugno 2023 da Bruno Santini

Distribuita sulla piattaforma di streaming di Amazon Prime Video a partire dall’8 giugno 2023, Pesci Piccoli è la nuova serie dei The Jackal; in una dimensione sicuramente più ridotta rispetto all’esperienza cinematografica di AFMV (Addio Fottuti Musi Verdi), il gruppo di youtuber si lancia in una serie TV molto vicina al concept del proprio lavoro, con la regia di Francesco Ebbasta e la presenza di alcune guest star all’interno del prodotto. Ma ne sarà valsa la pena? Di seguito, la trama e la recensione di Pesci Piccoli: Un’agenzia, molte idee, poco budget. 

La trama di Pesci Piccoli, la serie TV dei The Jackal su Prime Video

Di seguito, la sinossi ufficiale e la trama di Pesci Piccoli, la serie TV dei The Jackal su Prime Video: Con l’arrivo di un nuovo capo Greta, trasferito dalla sede centrale milanese dopo un incidente, l’equilibrio all’interno di questo ufficio cambierà drasticamente. Questa nuova figura, desiderosa di dimostrare il suo valore, apporterà una ventata di novità. Gli altri membri del team la aiuteranno a capire che una vita ordinaria, senza il glamour dei milioni di follower, può nascondere qualcosa di prezioso, se si è circondati dagli amici giusti.

Recensione di Pesci Piccoli dei The Jackal: poche idee, molto male

Herbert Ballerina ha dimenticato come si scivola; Giovanni Muciaccia porta da anni sempre la stessa piadina a Ciro, che però non la mangia; Fru parla con un bambino suo hater, annuncia in voice over ciò che succede all’interno dell’ufficio ed è giudice del Pesce di Marzo, un contest dove si organizzano scherzi; Ciro vuole girare la carta igienica al contrario, ride per parole che hanno una sonorità strana; Aurora è innamorata del suo collega, vive una competizione con il suo nuovo capo e organizza gruppi Whatsapp per organizzare regali per tutti i suoi amici. L’agenzia di Pesci Piccoli copia la campagna pubblicitaria di un’altra agenzia, che a sua volta ha copiato quella di un’agenzia turca.

 

 

Quella presentata precedentemente non solo è la possibile sintesi degli episodi di Pesci Piccoli dei The Jackal, ma anche il tratto comune per cui, indipendentemente da quanto questi elementi siano riusciti in termini di ilarità, si fa fatica a definire la serie TV tale. I The Jackal sono sempre stati youtuber eccellenti e, nel loro periodo d’oro, anche in grado di ottenere un potere contrattuale sicuramente indiscusso, data la possibilità di realizzare video in collaborazione con personaggi dello spettacolo e guest star importanti, presenti nei loro prodotti (è il caso, ad esempio, di Rocco Siffredi o di Malika Ayane) anche per pochi secondi. Sempre ben contestualizzata e perfettamente resa, l’ironia e la scrittura del gruppo degli youtuber ha permesso ai The Jackal di elevarsi nel contesto generale di una piattaforma in cui il senso del fai-da-te è ancora molto pressante, limitando spesso anche la bontà del contenuto. 

 

Ottimi youtuber, con regia tale da far sognare il salto, i The Jackal falliscono per l’ennesima volta l’approdo in un qualcosa di “più grande”, mostrando l’incapacità di rapportarsi ad un contesto in cui, inevitabilmente, l’approccio dello spettatore cambia: non basta condensare gli episodi in formato video (per minutaggio e intimità della situazione), dal momento in cui è la consapevolezza di non trovarsi su YouTube il reale limite di una serie che, per com’è posta, appare molto più simile al formato video che non a quello episodico. 

Insomma, il limite principale di Pesci Piccoli è che non si tratta realmente di una serie TV: inevitabilmente, nel dover inserire elementi che ruotino intorno al main topic della puntata, i tempi comici si dilatano e l’ironia si annacqua, soprattutto nei (seppur brevi) momenti in cui c’è bisogno di vertere sul drammatico o sulle situazioni che non provochino una facile risata nello spettatore. Inutile sottolineare, inoltre, che consapevoli del problema i The Jackal tentino a tutti i costi di strappare una smorfia in chi guarda, spesso con sketch e situazioni (un petardo che viene fatto scoppiare, una canzone bruscamente interrotta, il soldatino che viene gettato nell’immondizia, per poi essere ripescato e rigettato ancora una volta) che appaiono piuttosto vetuste nella loro concezione. 


C’è da aggiungere, per chi scrive, anche una certa incapacità di sfaccettare i personaggi oltre quella grossolana rappresentazione che – ancora una volta – sa vivere nella situazione episodica, ma che risulta essere sfiancante pur in circa 30 minuti di puntata: si salva soltanto il taglio pungente dell’ironia di Fabio Balsamo, che regala qualche risata e sembra ricordare un personaggio qualsiasi di The Office, serie TV che viene anche citata all’interno di uno degli episodi. Poche idee, molto male per una serie non serie che passa in sordina e restituisce, ancora una volta, l’impressione che i The Jackal siano troppo bravi e preparati per essere soltanto youtuber, ma non troppo per poter ambire a qualcosa di altro. 

Voto:
2/5
Gabriele Maccauro
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Data di rilascio:
Regia:
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