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Recensione – Air, La Storia Del Grande Salto: un urlo di protesta a Hollywood

Air la storia del grande salto: recensione

Viviamo nell’epoca in cui i biopic sono diventati tra i film drammatici e le commedie più vendibili sul grande schermo, nonostante la fatica che facciano i film diversi dai grandi blockbuster dopo la pandemia. Questo concetto lo ricorda Ben Affleck che torna dietro la macchina da presa attraverso “Air – La Storia Del Grande Salto“, primo film prodotto dalla sua stessa casa chiamata “Artists Equity“, cogestita con il collega ed amico Matt Damon. Il film è basato sulla storia vera di Sonny Vaccaro che, insieme al suo team, tenta in tutti i modi di convincere la famiglia di Michael Jordan affinché quest’ultimo faccia testimone alle scarpe della Nike attraverso la nascita delle Air Jordan.

Recensione di Air – La Storia Del Grande Salto

Dal punto di vista registico, Ben Affleck dimostra ancora una volta di essere un amante dell’esperienza immersiva attraverso una perfetta coerenza del contesto: le riprese esterne dei quartieri americani sono ricreate attraverso un’impostazione documentaristica che in certe scene fa sembrare il film direttamente preso da un documentario girato negli anni 70, attraverso una fotografia volutamente sgranata che richiama all’essenza della pellicola. Estremamente intensi sono i primi piani dei personaggi, attraverso cui l’autore vuole trasmettere tutta la più possibile intensità. Il cast è eccellente: spiccano tra tutti un Matt Damon, che esprime una grandissima forza di determinazione che viene alternata con degli splendidi tempi comici nei momenti più divertenti, e Viola Davis che riesce a trovare un equilibrio perfetto tra la delicatezza della maternità e la sicurezza creata dalla sua determinazione a proteggere.

L’autore contro Hollywood

L’ambizione del progetto è molto forte, dal momento che il personaggio di Sonny Vaccaro è rappresentato come un sognatore dai grandi obiettivi estremamente intelligente e con in programma delle idee profondamente rivoluzionarie per l’epoca in cui, grazie al suo talento, l’intero mercato della vendita del merchandising cambiò totalmente. Tuttavia, il processo con cui si arrivò a tale soluzione fu molto faticoso, con degli elementi a rischio che erano visti dai produttori come qualcosa di completamente folle. La lotta di Sonny è estremamente sentita, con un concetto che più volte percorre tutto il film: se lui, in quanto creativo e dirigente di talento, non ottiene un finanziamento, gli è impossibile fare in modo che le sue azioni possano andare a buon fine senza il giusto sostegno.

Recensione di Air, La Storia Del Grande Salto

La figura di Sonny Vaccaro è la rappresentazione di tutti quegli autori che al cinema creano progetti completamente diversi dalle modesicure” (oggi i grandi blockbuster) e, non ricevendo investimenti perché i produttori non vogliono rischiare e preferiscono adagiarsi sempre sugli allori perché squadra che vince non si cambia, i cineasti sono condannati ad essere soffocati. Solo con la grande determinazione di Sonny e quando effettivamente uno dei produttori si accorge del grande potenziale, con la frase “Fanculo le regole” ripetuta diverse volte, allora si comincia a sentire il brivido della sfida. Proprio per questo il protagonista è reso carismatico al massimo, per far avvertire al pubblico la grandezza della sua ingegnosità e furbizia in quanto creativo.

Tuttavia, nonostante l’inno agli autori, il film mostra bene l’altra faccia della medaglia: l’autore, in quanto assoluto nelle sue decisioni, viene anche presentato come una sorta di egomaniaco, dal quale i rischi continuamente presi da parte sua possono comunque far perdere lavoro a lui e ad altri. Più è alto il rischio e più grande può essere il rumore della caduta, perché l’autore non è infallibile ma l’opera ricorda anche che dagli autori non ci si può sempre aspettare la perfezione economica nonostante le loro mosse discutibili, perché gli umani sbagliano. Il bagno nell’umiltà c’è, ma anche l’inno al sogno ed alla determinazione creata anche dal gioco di squadra. Non è un caso infatti che, con i finanziamenti del film, Ben Affleck e Matt Damon vogliano dimostrare ad Hollywood che si possono ancora creare profitti da questa tipologia di opere cinematografiche, proprio come Sonny è diventato immortale nell’abbigliamento sportivo. Il rischio quindi lo assumono anche i due produttori in questa importante operazione metacinematografica che ha gli stessi obiettivi di rilancio di “Top Gun: Maverick“.

Recensione film: Air

La simbologia di Michael Jordan

Oltre a ciò, il film è diverso nella struttura da biopic, perché nonostante Michael Jordan sia la persona da cui dipenda il successo dei protagonisti, l’opera non mostra mai il volto del giocatore se non attraverso materiali di repertorio. Straordinariamente riesce ad immergere nella grandezza di un’icona, raccontando dell’importanza del punto di riferimento e dell’incredibile ideologia dietro alla crescita di un giocatore che è una fonte d’ispirazione, lasciando quell’importantissima aura che ha caratterizzato milioni di spettatori in tutto il mondo. Da qui la creazione degli autori dimostra la grandezza delle fondamenta del punto di riferimento, in cui sono i personaggi ad essere ricordati e non per forza i loro creativi.

Ma anche lì, l’opera ricorda come il successo di Michael Jordan abbia creato una reazione a catena in cui è nata la figura dello star system che, negli anni 80, è arrivata ad un livello in cui ormai non si capisce se siano più importanti gli autori o i brand che dipendono dai protagonisti. Ma questo non è per forza visto come un male o un fattore demonizzante: anche le star sono persone che lottano per la loro dignità, che non dimenticano per forza da dove provengono, quindi non sorprende che la stessa perseveranza che Sonny scatena da tutti i lati fuoriesca anche dal sudore della famiglia di Michael Jordan. Che sia da dietro ad una scrivania o dalle azioni del campo, la perseveranza è ciò che crea nuove regole, ciò che rivoluziona, ciò che manda avanti il mercato e crea nuovi immaginari collettivi.

“Air – La Storia Del Grande Salto” è un racconto appassionante dove gli autori ed i produttori hanno messo totalmente loro stessi per ricordare ad Hollywood dove nascono le grandi idee, senza avere l’arroganza di dimenticare il loro pubblico utilizzando un linguaggio narrativo che li faccia tenere incollati alle poltrone e li faccia divertire, sperando per loro che possa sbancare ai botteghini con una precisa identità. Perché la forza di un protagonista può essere ricordata a tutti anche in modo diverso, come il volto di Michael Jordan che può essere raccontato anche senza essere visto, come il cinema che vive e vivrà sempre in numerosi altri strati finché la perseveranza va avanti.

Voto:
4/5
Christian D'Avanzo
4/5
Sarah D'Amora
3.5/5
Giovanni Urgnani
4/5
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