La recensione di The Substance, il secondo lungometraggio della regista francese Coralie Fargeat (Revenge) con protagoniste Demi Moore e Margaret Qualley. Presentato in anteprima all’interno del concorso ufficiale del 77esimo Festival di Cannes, l’opera è stata premiata con il Prix du Scénario per la miglior sceneggiatura. A seguire, trama e recensione del film.
La trama di The Substance, presentato in anteprima al Festival di Cannes 2024
Prima di passare alla consueta analisi e recensione del film, segue la sinossi ufficiale rilasciata dal Festival di Cannes di The Substance, il nuovo lungometraggio diretto da Carolie Fargeat con protagoniste Demi Moore e Margaret Qualley, vincitore del Prix du Scénario per la migliore sceneggiatura:
“hai mai sognato di avere una versione migliore di te? Tu, ma migliore in ogni modo. Dovresti provare questo prodotto, si chiama The Substance. Mi ha cambiato la vita. Grazie a The Substance che agisce sul DNA duplicandolo, è possibile creare una nuova versione di noi stessi: più giovani, più belli, perfetti. L’unica cosa da fare è dividersi il tempo: una settimana per te, una settimana per la nuova versione. Un equilibrio perfetto. Facile giusto? Se rispetti l’equilibrio… cosa mai potrebbe andar storto?”.
La recensione di The Substance, diretto da Coralie Fargeat
Nonostante esista dall’alba dei tempi, l’horror è sempre stato considerato un genere di serie B, una forma di passatempo per le masse piuttosto che un mezzo per veicolare messaggi sociali e politici. A maggior ragione, il Body Horror è parso fin da subito respingente per le tematiche trattate e solo negli anni gli si è concessa l’attenzione che meritava, grazie ad autori come David Cronenberg che, attraverso i suoi lungometraggi ha nobilitato questo sottogenere riuscendo a mediare alla perfezione tra intrattenimento e filosofia, alto e basso, per quanto si tratti di paletti che non hanno motivo di esistere e che vigevano più che altro per l’ignoranza collettiva nei riguardi di un qualcosa di osceno, scabroso e di difficile lettura.
Il Festival di Cannes si è da sempre dimostrato al passo con i tempi e capace di interpretare i veri bisogni degli spettatori e, oltre ad aver selezionato più volte quelli del regista canadese, ha portato all’interno del proprio concorso molteplici opere Body Horror, anche in tempi non sospetti, come Titane di Julia Ducournau, Palma d’oro nel 2021. Il 2024 è stato invece l’anno di The Substance, con l’autrice Coralie Fargeat che si è portata a casa il Prix du Scénario per la miglior sceneggiatura. Due donne che stanno attuando una vera e propria rivoluzione, artistica come sociale, attraverso pellicole crude dai messaggi profondi portati alla perfezione su schermo dalle loro protagoniste femminili.
The Substance è la rivincita del Body Horror, la rivalsa di un genere e di genere, con Demi Moore e Margaret Qualley meravigliose interpreti di quello che, senza troppi dubbi, è l’horror dell’anno. Una storia che parla di donne, del loro ruolo all’interno di una società incontrovertibilmente patriarcale e del loro rapporto con il proprio corpo, costantemente sotto i riflettori di un sistema interessato solamente alla loro carne. Il concetto di carne, mai così attuale e centrale nella discussione pubblica, torna preponderante, con una storia di caduta, rinascita e nuovamente caduta che trova in Carolie Fargeat una portavoce perfetta.
The Substance è un Body Horror in salsa pop che riesce a mettere insieme i pochi ed i tanti, una nicchia cinefila con un mare di spettatori casual, trovando una quadra tra i propri bisogni e quelli di un pubblico che trova così, nella pellicola, non solo quello che si aspettava ma anche un qualcosa che non avrebbe mai potuto immaginare e riguardo cui poter ragionare. The Substance è una rivoluzione culturale che cita sapientemente il passato – da Cronenberg a Lynch, da Kubrick a Yuzna – comprende il presente e guarda al futuro, con un sorprendente finale in pieno stile Troma. La rivoluzione è donna, il cinema in buone mani.