Articolo pubblicato il 28 Marzo 2023 da Bruno Santini
La Grande Mela, una giungla d’asfalto che non dorme mai, teatro di centinaia di storie tutte diverse tra loro.
Ecco la classifica dei migliori film ambientati a New York, collocati in ordine cronologico.
I Guerrieri della Notte (Walter Hill, 1979)
Il primo tra i migliori film ambientati a New York è I Guerrieri della Notte, di Walter Hill. Il 13 luglio 1979 viene indetta una tregua pacifica durante un raduno con le delegazioni di tutte le più importanti gang della città. Durante questo incontro il carismatico leader Cyrus, nel tentativo di coalizzare tutte le bande di quartiere contro la polizia, viene assassinato e la colpa ricade ingiustamente sui Guerrieri. Braccati dalle forze dell’ordine e dalle gang rivali, il gruppo dovrà tornare di corsa a Coney Island percorrendo le 50 miglia necessarie per arrivare a casa.
Il regista Walter Hill firma uno dei suoi capolavori in un action thriller in salsa western, con lo sfondo della Grande Mela notturna, sporca e marcia fino al midollo. The Warriors (il titolo in originale) è una pellicola che fa del cardiopalma il suo marchio di fabbrica, una corsa contro il tempo condita da una spettacolare colonna sonora per uno dei cult assoluti di fine anni 70.
1997: Fuga da New York (John Carpenter, 1981)
Con l’aumento esponenziale del crimine, il governo degli Stati Uniti decide di trasformare l’intera isola di Manhattan in un carcere a cielo aperto. Anni dopo l’Air Force One viene dirottato e precipita proprio a Manhattan: il presidente degli Stati Uniti, tuttavia, riesce a salvarsi eiettandosi fuori prima dell’impatto ma viene rapito nel momento stesso in cui atterra al suolo. Per salvare il capo dello stato viene inviato Jena Plissken, un ex eroe di guerra pluridecorato datosi alla macchia.
John Carpenter con Escape from New York confeziona uno degli action hero più iconici degli anni 80, Jena “Snake” Plissken è il prototipo dell’antieroe moderno. Cazzuto, egoista, di poche parole ma di tanti fatti: il personaggio portato in vita da Kurt Russell (attore feticcio di Carpenter) si muove sinuoso in una Manhattan devastata dalla criminalità, in una pellicola cupa e nichilista che sarà d’ispirazione a parecchie opere moderne: una su tutte, il capolavoro videoludico di Hideo Kojima, Metal Gear (1987).
C’era una volta in America (Sergio Leone, 1984)
Tra i film migliori ambientati a New York non si poteva non citare C’era una volta in America di Sergio Leone. Un’epopea lunga 40 anni, il sogno americano distrutto dall’incubo della malavita organizzata: si potrebbe riassumere così il viaggio di Noodles, un giovane ebreo costretto insieme ai suoi amici a darsi al crimine per poter sopravvivere in una New York fredda e spietata. Tra amori perduti, anni di carcere minorile e il proibizionismo che incombeva su un’America sempre più bigotta, Noodles arriverà all’anzianità con i fantasmi del suo passato pronti a dargli di nuovo la caccia.
Snobbato all’epoca dell’uscita, C’era una volta in America è tutt’ora riconosciuto come uno dei film più belli di tutti i tempi. Sergio Leone consegna ai posteri il terzo capitolo della sua fantomatica “trilogia del tempo” (con C’era una volta il West e Giù la testa come predecessori), lasciando in eredità un film mastodontico nella messa in scena ed importantissimo per l’economia di tutta la cinematografia mondiale, l’ultimo grande lavoro di uno dei Maestri indiscussi della Settima Arte.
Ghostbusters (Ivan Reitman, 1984)
Tre ricercatori universitari esperti in parapsicologia decidono, inizialmente con scarsi risultati, di avviare un’impresa di cattura e stoccaggio di spiriti maligni. Gli acchiappafantasmi, dopo aver fatto vedere i muscoli agli spettri della città, dovranno vedersela con un antico Dio suméro, pronto a devastare la città portando l’apocalisse sul pianeta. Le sirene della Ecto-1 rieccheggiano ancora tra le strade della Grande Mela, con la vecchia ambulanza dei Ghostbusters che sfreccia tra i vicoli cittadini a caccia di fantasmi.
Il cult di Ivan Reitman, farcito di comici del Saturday Night Live, diverte ed intrattiene tutt’oggi a distanza di quasi quarant’anni. Sapientemente scritto da Dan Aykroyd e dal compianto Harold Ramis, Ghostbusters è un film intelligente che riesce a mixare sapientemente gli elementi fantahorror con la gigioneria dei protagonisti, capitanati da un Bill Murray in splendida forma.
Bronx (Robert De Niro, 1993)
Del 1993 è Bronx, film di Robert De Niro e tra i migliori film ambientati a New York. Durante l’estate del 1960 il piccolo Calogero, figlio di immigrati italiani, assiste suo malgrado ad un omicidio: interrogato dalla polizia, il bimbo afferma di non aver visto nulla. Il suo silenzio convince il boss del quartiere Sonny a prendere il ragazzino sotto la sua ala protettrice, nonostante i malumori del padre di Calogero, l’autista di autobus Lorenzo. Crescendo Calogero (detto anche “C”) si ritroverà in mezzo a due fuochi: il rispetto verso Sonny contro la preoccupazione di Lorenzo nei suoi riguardi.
Primo film da regista per il grande Robert De Niro, che qui interpreta anche il ruolo di Lorenzo, Bronx è un film intimo che racconta una New York che fu, fatta di malavita di quartiere, di primi amori, di amicizia e soprattutto di tanto rispetto verso le proprie radici. Il racconto di Calogero, in due ore scarse di film, è un atto d’amore verso due figure paterne così distanti tra loro ma dannatamente simili, in una delle opere più malinconiche della variegata carriera di De Niro. Da segnalare, inoltre, l’ottima interpretazione di Chazz Palminteri (che firma anche la sceneggiatura) nei panni del boss Sonny: una delle migliori prove d’attore del grande caratterista newyorkese.
Die Hard – Duri a morire (John McTiernan, 1995)
Un pazzo dinamitardo fa esplodere un grande magazzino nel centro di New York e mentre la polizia sta cercando di capirci qualcosa riceve una telefonata da un uomo che si fa chiamare Simon. Simon ordina: se il tenente John McClane non risolverà gli indovinelli sparsi per la città altre bombe esploderanno, quest’ultimo suo malgrado dovrà letteralmente correre per tutta la Grande Mela onde evitare altri disastri. Ad aiutare McClane nell’impresa ci sarà un riluttante elettricista di colore, reo di aver salvato il tenente da un linciaggio architettato dallo stesso Simon.
John McTiernan torna alla sua creatura originale dopo il primo, meraviglioso film (Trappola di cristallo) che ha lanciato la carriera del sempre bravo Bruce Willis come star di film d’azione nel ruolo del tenente McClane. Die Hard – Duri a morire è un concentrato di adrenalina senza precedenti, un film che parte subito in quarta e che non ha un attimo di respiro. Sparatorie, inseguimenti, esplosioni: il tenente McClane, come suo solito, è l’uomo sbagliato nel posto sbagliato e dovrà ancora una volta salvare la situazione in uno dei film d’azione più belli del ventesimo secolo. Ad impreziosire la pellicola, dandogli un tono da buddy movie, c’è Samuel L. Jackson nel ruolo di Zeus Carver. La chimica tra Willis e Jackson aiuta l’opera ad essere scorrevole, mai banale e assolutamente divertente.
Spider-Man (Sam Raimi, 2002)
Non soltanto parte dei migliori cinecomic di sempre ma, inevitabilmente, anche dei migliori film ambientati a New York è Spider-Man, il primo film della trilogia diretta da Sam Raimi. A causa dell’accidentale morso di un ragno radioattivo, il timido Peter Parker acquisisce poteri fuori dal comune: agilità, capacità di arrampicarsi sui muri, ragnatele che escono dai polsi e forza sovrumana. Preso dai sensi di colpa per non aver impedito la morte di suo zio Ben, Peter assume l’identità di Spider-Man per mettere in atto l’insegnamento del suo amato zio sfruttando le sue nuove capacità: da un grande potere, derivano grandi responsabilità.
Mentre Spider-Man agisce contro il crimine newyorkese, l’industriale Norman Osborn impazzisce diventando il temibile Green Goblin. Sam Raimi, il regista de La Casa, si è sempre dichiarato un fan della prima ora dell’Uomo Ragno e questa prima pellicola del franchise (dopo il tentativo fallito da parte di James Cameron di farne un primo adattamento) è un grande e grosso tributo al lavoro di Stan Lee e Steve Ditko, creatori del personaggio nel 1962. Raimi, grazie soprattutto alle prove attoriali dei protagonisti, porta a casa un cinecomic solido e perfettamente confezionato: vedere volteggiare Spidey tra i grattacieli della Grande Mela è una gioia per gli occhi. Spider-Man sarà un successo planetario che consentirà a Raimi di girare altri due film sul personaggio lanciando una vera e propria Spider-Mania che dura tutt’oggi.
Gangs of New York (Martin Scorsese, 2002)
Anno 1846. Nel degradato quartiere dei Five Points due bande rivale si scontrano per il dominio del territorio: da una parte i Conigli Morti, irlandesi e cattolici guidati dal Prete Vallon, dall’altra i Nativi, anglosassoni e protestanti capitanati dal violento William Cutting, detto anche “Bill il macellaio”. I Conigli Morti vengono sconfitti con il Prete che rimane ucciso, spinto dal rispetto verso il suo avversario, Bill spedisce il figlioletto di quest’ultimo al riformatorio. Diciotto anni dopo, Amsterdam (il figlio del Prete), torna nei Five Points desideroso di vendetta nei confronti dell’assassino di suo padre.
Una ricostruzione storica ineccepibile per uno dei (tanti) capolavori del grande Martin Scorsese, il regista di Taxi Driver porta in scena il lerciume di una New York ancora in fasce e completamente deflagrata dal pugno di ferro di Bill il Macellaio, interpretato da un Daniel Day Lewis sugli scudi. Nonostante la sua lunghezza (di quasi 3 ore), Gangs of New York è un film scorrevole e assolutamente godibile, Scorsese nella sua infinità saggezza regala allo spettatore l’ennesima perla della sua bellissima collana, impreziosita da un cast di assoluto livello di cui fanno parte Leonardo DiCaprio, Cameron Diaz, Liam Neeson e il già citato Lewis.
La 25ª ora (Spike Lee, 2002)
Prima di scontare sette anni di reclusione, lo spacciatore newyorkese Monty decide di passare un’ultima notte di bagordi con gli amici e la fidanzata prima di finire in galera. Tuttavia, durante quest’ultima notte, Monty si fa prendere dai dubbi e dalle paure: che vita farà in carcere? Di chi è la colpa del suo arresto? Chi ha fatto la soffiata? Dubbi esistenziali che marceranno nella mente di Monty fino al destino inevitabile, in una lunga giornata di venticinque ore.
Spike Lee, newyorkese doc, ha sempre raccontato le vicende della Grande Mela dal punto di vista dell’uomo della strada e ne La 25ª ora non fa eccezione. Primo film ambientato nel post-11 settembre, la pellicola vede Edward Norton muoversi elegantemente tra gli anfratti della Città che non dorme mai, preso dai sensi di colpa che esplodono nel famoso monologo allo specchio, vera e propria icona di una pellicola dal sapore onirico. Coadiuvato da un cast di tutto rispetto, Spike Lee ne La 25ª ora racconta il dramma del sogno americano spezzato da una prospettiva carceraria per niente allettante ma funzionale per delineare il carattere del protagonista.
Cloverfield (Matt Reeves, 2008)
Ultimo tra i migliori film ambientati a New York è Cloverfield, di Matt Reeves. Una festa di compleanno come tante, persone che si divertono in compagnia e festeggiano la partenza di Rob (il festeggiato) verso il Giappone per una nuova vita lavorativa. La tranquillità e il clima goliardico della festa, tuttavia, viene interrotta da un boato e da una serie di esplosioni: quello che sembrava un “semplice” terremoto in realtà si rivela un enorme kaiju pronto a devastare Manhattan. Rob e i suoi amici dovranno fuggire verso Brooklyn per scappare dal mostro, il tutto mentre il fidato Hud sta riprendendo gli avvenimenti con la sua telecamera a mano.
Prodotto da J.J. Abrams e secondo film di Matt Reeves (The Batman), Cloverfield è un monster-movie girato con la tecnica del falso documentario, genere che all’epoca del film suscitava grande interesse mediatico. The Blair Witch Project che sposa Godzilla, la pellicola si potrebbe riassumere così: di grande impatto scenico, in 80 minuti la pellicola ci porta dentro all’azione adrenalinica di una bestia gigante (kaiju in giapponese) che butta giù grattacieli come se fossero fatti di carta, con il punto di vista dei protagonisti intenti a fuggire. Un film al cardiopalma e sicuramente innovativo ma non particolarmente adatto a chi soffre di mal di mare.