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Recensione – RRR: un’esplosione adrenalinica che grida per la libertà

recensione RRR

RRR è il film indiano con il maggior successo internazionale mai avuto almeno negli ultimi dieci anni, diventando un grandissimo fenomeno sia in sala che nelle visualizzazioni su Netflix (piattaforma attraverso cui è uscito in Italia). Anche la critica internazionale ha acclamato l’opera, la quale si è inserita prepotentemente nella stagione dei premi (tra cui le importanti nomination ai Golden Globe 2023) ed ha convinto gli studios di Bollywood a finanziare anche un sequel senza pensarci due volte.

Le vicende del film sono ambientate nel 1920, quando l’India è ancora sotto il controllo del regno colonialista inglese. In quel periodo, l’amministratore Scott Buxton decide di rapire una bambina di nome Malli per un capriccio di sua moglie Catherine, la quale adora la sua voce e le sue doti artistiche. La tribù Gond, di cui Malli fa parte, non tollera questo affronto ed il suo guardiano Komaram Bheem decide di imbarcarsi a Delhi per trovare la bambina e salvarla. Tuttavia il governo Inglese è consapevole del tentativo della tribù e, pur non conoscendo l’identità di Komaran, incaricano le loro truppe di catturarlo, delle quali fa parte anche il misterioso e determinato ufficiale di origini indiane A. Rama Raju. Le cose si complicano però quando A. Rama Raju e Komaram Bheem diventano amici, senza che nessuno dei due sappia i veri scopi dell’altro.

RRR: la recensione di un action ambizioso

La regia di S.S. Rajamouli è estremamente dinamica, attraverso rallenty che enfatizzano le espressioni e soprattutto i contatti fisici, per farci notare la potenza dei colpi nonostante l’utilizzo di acrobazie folli che sembrano quasi irreali ma di cui violenza è comunque percepita, senza che si perda mai la straordinaria spettacolarizzazione. Per Rajamouli, gli eroi del film devono essere individui dotati di abilità straordinarie, ma allo stesso tempo il pubblico deve sentire ogni singola fatica espressa dai personaggi per arrivare al loro obiettivo. Tali sensazioni vengono riprodotte in continui espedienti, come il voluto scavalcamento di campo per sottolineare la confusione di un personaggio per la prima volta all’interno di un palazzo a lui sconosciuto. Proprio per questo la fotografia di KK Senthil Kumar deve essere accesa, quasi patinata, per mostrare la luce di questo mondo epico ed avventuroso (al di là della storia vera da cui è liberamente ispirato). L’utilizzo delle comparse ed il grande dispendio di scenografie è imponente e notevole, mentre la cgi scricchiola in diversi punti, ma la messinscena di Rajamouli riesce comunque a contenere tale finzione grazie ad i suoi movimenti di macchina che si integrano benissimo con gli effetti visivi mischiati agli attori.

Ed a proposito di attori: Ram Charan, interprete dell’ufficiale, è incredibile nella sua freddezza e determinazione che traspaiono attraverso i suoi occhi, le quali lo fanno quasi sembrare una macchina da guerra per come ci viene presentato… e l’attore riesce senza problemi ad equilibrare questa grande ferocia con i suoi momenti più intensi e dolorosi, facendoci percepire la sua umanità che man mano emerge sempre di più (ed è permesso dire che la sua performance sarebbe dovuta essere considerata tra le opzioni dei premi di cui il film è stato al momento rivestito). Dall’altra parte non si sminuisce l’innocenza del volto di NT Rama Rao Jr., che interpreta il guardiano, il quale appare sempre dolce e misericordioso anche nei momenti in cui la rabbia ribolle dentro le sue vene. Tra tutte le performance femminili, quella che rapisce è sicuramente Alia Bhatt, la cui voce non smette di evidenziare la sua grande speranza. Da apprezzare molto anche un divertito Ray Stevenson che esprime tutta la sua cattiveria in modo naturalissimo.

RRR recensione netflix

Il disprezzo della dittatura in RRR

Oltre all’incredibile spettacolo visivo, il film è estremamente crudele nell’esprimere la cattiveria dell’oppressione, rappresentata con forte intensità e amarezza nella scena iniziale in cui si vede il rapimento di Malli. Le figure degli antagonisti inglesi sono bidimensionali, ma se lo scopo dell’opera è quello di denunciare la cattiveria della dittatura, allora la cosa riesce senza problemi, perché tale figura dell’impero inglese può rappresentare qualsiasi governo dittatoriale presente in ogni libro di storia, senza alcuno stereotipo esistente che ne distrugga la simbologia. Anzi, proprio la relazione tra la nipote inglese Jenny ed il protagonista Komaram dimostra che lo scopo ha alla base la distruzione di un contesto monarchico e dittatoriale, ma tale base si può evolvere in un’ unione di popoli che risorge dalle ceneri di un passato estremamente difficile. Delizioso è il dettaglio di unire animali nei combattimenti, sottolineando quanto la ribellione dell’India sia un concetto naturale contro quello macchinoso e forzato dell’impero colonialista.

Se gli antagonisti inglesi appaiono bidimensionali, l’ambiguità è invece inserita proprio nei due protagonisti, i quali sono continuamente messi alle strette in contesti che costringono loro ad agire nel modo più estremo e deciso possibile, la cui missione dice loro di non fermarsi davanti a nulla. In tutto questo si ricerca la sensibilità ed il vero obiettivo di una rivolta che non sempre è ciò che ci si aspetta, specialmente quando nel cammino si incontrano dei volti che esprimono un nuovo lato del mondo che solitamente si tende ad ignorare e non è così scontato come appare. Il rapporto tra Komaram e A. Rama Raju crea moltissima tensione, poiché lo spettatore vede subito il contesto spiegato, ma i personaggi non sanno assolutamente nulla e quindi il proseguimento dell’azione è un continuo sperare che l’impulsività non crei dentro di loro qualcosa di irreparabile…. perché incredibilmente, in un solo lunghissimo splendido numero musicale, il film riesce subito a fare amare il loro rapporto senza che lo spettatore abbia ancora approfondito le vere intenzioni di Raju.

RRR nomination oscar

L’espressione del corpo in RRR

Ed a proposito di pezzi musicali: come da tradizione a Bollywood, il film non manca di (pochi) momenti musical che esprimono le sensazioni dei personaggi. Tali momenti vengono inseriti con un’ottima fluidità, senza alcuna forzatura ed uno di questi è delizioso nel mostrare la distruzione del razzismo contro la spensieratezza della spontaneità culturale, la quale può apparire affascinante anche se lontana dal contesto occidentale. Da qui colpisce anche un elemento su cui l’opera punta continuamente, ovvero l’utilizzo del corpo. Infatti è attraverso il tatto che i due protagonisti si confrontano per la prima volta ed iniziano il loro rapporto, è attraverso uno scontro fisico involontario che il piano di una trappola installata da Komaran cambia totalmente obiettivo. Ad un certo punto persino un’intera scena d’azione è basata solo sull’unione dei due corpi nei quali è intrecciato lo spirito di un’intera crescita umana. Anche il rapporto tra Komaran e Jenny si basa più sulla ricerca di sguardi e sulle azioni piuttosto che sulla lingua (il primo non parla inglese e la seconda non parla l’hindi), segno che i dialoghi nei personaggi sono sempre l’ultima cosa da seguire per l’espressione, nonostante la paradossale presenza di questi ultimi che sono sempre scritti con ottima cura.

“RRR” è un’opera caotica e potente, dove le azioni degli uomini, accompagnate da una splendida colonna sonora, colpiscono dritte al cuore per fare immergere il pubblico in combattimenti divertentissimi, senza mai rinunciare alla tensione e soprattutto all’umanità dei personaggi contro il dominio dell’avidità, ottenendo uno dei blockbuster più creativi ed intensi che siano usciti negli ultimi anni.

Voto:
4/5
Christian D'Avanzo
3.5/5
Gabriele Maccauro
3/5
0,0
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Voto del redattore:
Data di rilascio:
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