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Recensione – Avatar: La Via dell’Acqua, il ritorno in grande stile di James Cameron

Dopo ben dodici anni torna sul grande schermo un film diretto dal maestro James Cameron. Un  sequel tanto atteso di un’opera capace nel 2010, quando è arrivato nelle sale italiane, di ridisegnare e riscrivere il cinema e l’industria legata alla settima arte. “Avatar” è ancora oggi il miglior incasso al botteghino di sempre in tutto il mondo (salvo la parentesi legata ad “Avengers: Endgame” dei Fratelli Russo), un film che rivisto ancora oggi dopo l’ennesima re-realese in sala resta un prodotto unico nel suo genere. Da tempo è risaputo che in cantiere ci sono ben più di un sequel, la Disney ha ufficializzato che i prossimi capitoli arriveranno al cinema a distanza di due anni l’uno dall’altro. Non prima, però, di aver preso parte alla grandissima e meravigliosa esperienza cinematografica che James Cameron, con il suo ritorno alla regia dopo tanti anni, ha deciso di regalare al pubblico con “Avatar – La Via dell’Acqua”. Di seguito la trama, la recensione ed una breve analisi del film. 

La storia di Avatar – La Via dell’Acqua

Sono passati dieci anni dagli avvenimenti narrati nel precedente capitolo. Ora Jake Sully (Sam Worthington) e Neytiri (Zoe Saldana) hanno messo su famiglia: il primogenito Neteyam, poi Lo’ak, la piccola Tuk ed, infine, hanno adottato Kiri, una giovane Na’vi nata dall’avatar della dottoressa Grace Augustine (Sigourney Weaver), deceduta durante il conflitto che chiude il film del 2009. Tutto sembra essere oramai in armonia, la maggior parte dei soldati e dei membri della RDA sono stati rispediti sulla Terra e gli Omaticaya, come tanti altri clan di Pandora, sono tornati a vivere in pace. Tuttavia, gli umani non si sono arresi e decidono di intraprendere una nuova invasione guidati da un gruppo di marine che prende possesso di alcuni avatar, così da potersi confondere tra i Na’vi e la fauna locale. L’obiettivo è catturare e vendicarsi di Jake, considerato un traditore della sua specie, motivo per il quale lui e la sua famiglia sono costretti a scappare al di fuori della foresta. 

“Noi Sully restiamo sempre insieme, questa è la nostra debolezza, ma anche la nostra forza.”

La recensione del nuovo film di James Cameron 

Avatar – La Via dell’Acqua” arriva finalmente in sala dopo tanto tempo, ma una lunga attesa ripagata da un risultato ben oltre le grandissime aspettative. Il regista canadese, oramai legato profondamente al suo franchise, è parte integrante di un’opera che abbaglia visivamente e narrativamente. La storia è ancora una volta molto semplice, ma questa volta si sviluppa in maniera meno lineare del titolo del 2009. Sono presenti più trame che, lungo le più che scorrevoli tre ore e un quarto di durata, finiscono per intersecarsi tra di loro regalando al pubblico una storia completa nonostante i tantissimi ed innumerevoli spunti per i prossimi tre capitoli. Quella principale è legata al proseguo della vicenda che racconta le gesta dell’eroe per eccellenza del primo film ovvero Jake Sully. Sam Worthington torna a rivestire i panni di colui che, studiando i Na’vi, finisce per legarsi a loro fino ad essere eletto come leader del clan. Il conflitto finale con la vittoria dei nativi di Pandora sembrava aver messo la parola fine, ma gli umani ancora una volta decidono di tornare sul pianeta, questa volta con un obiettivo ben più preciso. Nasce quindi una vera e propria missione alla ricerca dell’ex marine e della sua famiglia. 

 

Quest’ultima rappresenta ora la sua più grande forza, ma allo stesso tempo anche una debolezza perché sono proprio i suoi figli che finiscono per essere il bersaglio dei nemici, costringendo i Sully a scappare e cercare rifugio altrove, al di fuori della foresta. Questo è il momento in cui il film subisce una svolta ed una grande evoluzione, da qui si diramano le varie linee narrative per poi ricongiungersi tutte in un finale commovente quanto iconico. I personaggi ed i luoghi aumentano portando molta più carne al fuoco da dover lavorare e strutturare in modo tale da risultare allo stesso tempo interessante ed originale. A dar vita a tutto questo ci sono una buona sceneggiatura, una regia spettacolare, una fotografia incredibile, ma soprattutto una cgi che, nonostante venga usata in larga scala, non risulta mai eccessiva e alza, proprio come nel 2009, il livello di una produzione iniziata proprio dopo la realese cinematografica del primo film. Un lavoro sopraffino che si riflette poi sulle ambientazioni, sul design e l’aspetto dei personaggi, sulle nuove creature e le dinamiche che spesso riguardano le battaglie e gli scontri visivamente spettacolari propri come tutta l’opera nella sua interezza. 

“Chiudiamola ora!”

Cosa si trova al di fuori della foresta? 

Tra i vari aspetti che colpiscono di più lungo la visione dell’opera c’è senz’ombra di dubbio quello visivo. A catturare lo sguardo dello spettatore, oltre alla storia, ci sono anche le ambientazioni, la flora e la fauna di Pandora. In questo sequel vengono inizialmente mostrati lo spazio attorno al pianeta fittizio e la natura della foresta dove si svolge il primo capitolo. In “Avatar – La Via dell’AcquaCameron ha deciso di andare oltre, superare i confini e mostrare cosa si trova al di fuori, tra gli oceani. L’acqua, come ricorda il titolo, è un elemento fondamentale del film e, infatti, il nuovo clan da esplorare scelto dal regista è quello dei Metkayina, gli abitati delle isole. 

 

Loro non sono come i Na’vi, o meglio si assomigliano, ma hanno una colorazione più tendente al verde-acqua, lasciandosi alle spalle l’iconico blu, arti superiori ed inferiori più la coda differenti e adatti anche alla vita subacquea. La storia mostra al pubblico nuovi orizzonti approdando tra i mari di Pandora. Inoltre viene anche portata alla luce una nuova flora e fauna di un ambiente ancora più ricco e particolare. Abituato alle Montagne Fluttuanti o ai Leonopteryx e Thanator del primo film, questa volta lo spettatore si trova di fronte a nuovi incredibili luoghi e creature: su tutti gli arcipelaghi che emergono dall’oceano ed i Tulkun, una specie senziente e molto intelligente che si ritaglia uno spazio importante all’interno della narrazione. Tra le tante nuove creature ci sono anche gli Ilu e gli Skimwing, che prendono il posto delle creature di terra. Insomma diverse novità che lasciano a bocca aperta il pubblico, tanto da pensare a volte di trovarsi di fronte ad un realistico documentario, ma con protagonisti luoghi e animali fantascientifici. 

“Come a dei fratelli e sorelle insegnategli… la nostra via.”

Vecchi e nuovi personaggi 

Spesso uno degli elementi più importanti e vincenti per un buon sequel è l’inserimento di nuovi ed originali personaggi. Altri protagonisti con un determinato background pronti a confrontarsi con quelli già noti al pubblico. Un mix che amalgami novità e già visto così da poter dar vita ad una nuova ed interessante storia. Questo avviene in maniera perfettamente studiata anche in “Avatar 2”: ai personaggi già presenti e protagonisti del primo capitolo del 2009 come Jake, Neytiri, gli scienziati Norm Spellman e Max Patel (rispettivamente Joel David Moore e Dileep Rao), Mo’at (CCH Pounder), la leader spirituale e madre di Neytiri, e Sigourney Weaver, che presta il volto per la creazione del personaggio di Kiri, si aggiungono tanti altri nuovi volti. Fondamentali sono, infatti, i figli di Sully ovvero Neteyam, Lo’ak e Tuk (interpretati da Jamie Flatters, Britain Dalton e Trinity Bliss), a cui si aggiunge Spider (Jack Champion), un’essere umano rimasto su Pandora ed anch’esso adottato dalla famiglia. 


Ruoli importanti vengono ricoperti anche da Kate Winslet e Cliff Curtis che interpretano Ronal e Tonowari, la Tsahìk ed il leader dei Metkayina, il clan che popola il reef. Un gran numero di personaggi che in questo sequel funzionano e dimostrano la potenza dell’opera e del franchise nato dalla mente di James Cameron. Innumerevoli altri popoli e clan fanno parte di Pandora e non resta che attendere i prossimi capitoli per scoprirli e vedere il percorso che i “vecchi” protagonisti affronteranno lungo questa epopea che teoricamente avrà fine nel lontano 2028. Quei personaggi che hanno colpito lo sguardo e il cuori dello spettatore già nel 2009, pronti ancora una volta a stupire ed evolversi. Tra tutti spicca quello di Neytiri, un personaggio disegnato e descritto a tutto tondo dalle mille sfaccettature. Una delle protagoniste che ha vissuto in prima linea il duro conflitto del precedente film e che ora si ritrova, come se non bastasse, a dover affrontare l’ennesimo nuovo pericolo. Lei è una madre, una guerriera, una leader, una figura femminile di grandissimo spessore e tutto questo viene riproposto lungo la narrazione soprattutto in questo sequel, dove acquista ancora più importanza, proprio come tanti altri nuovi personaggi. 

“Perché vieni da noi?” - “Perché voglio che la mia famiglia sia al sicuro.”

Un sequel superiore al primo capitolo? 

Insomma “Avatar – La via dell’Acqua” è un grandioso sequel che ha dalla sua tutte quelle caratteristiche che portano il film ad elevarsi, anche un gradino sopra il meraviglioso primo capitolo di oramai dodici anni fa. Se l’opera del 2009 si prendeva all’epoca il suo tempo per raccontare Pandora, illustrare flora e fauna, i vari protagonisti umani e Na’vi, realizzare una storia semplice quanto efficace con eroi ed antagonisti, il sequel che approda oggi nelle sale italiane fa un gran passo in avanti. James Cameron torna dietro la macchina da presa e realizza l’ennesimo grande tassello di una carriera fenomenale e di una filmografia invidiabile da chiunque lavori nel settore cinematografico. Proprio come nel 2009 non realizza un classico film d’intrattenimento, ma una vera e propria esperienza. Un viaggio solo in parte legato ai confini della cinematografia perché anche questa volta il cineasta canadese si spinge oltre e porta alla luce un’opera che definire capolavoro probabilmente è un po’ prematuro, ma che col tempo sarà ricordata, studiata e riproposta ancora e ancora. Il secondo capitolo di una grande storia che trasuda avventura, sentimenti, conflitti, paure, gioie e dolori da tutti i pori e da ogni singolo frame. Il pubblico, di conseguenza, non può far altro che vivere ed assaporare ogni istante e momento di questo nuovo grande spettacolo visivo e narrativo, ancora una volta grazie ad un maestro come James Cameron. 

Voto:
5/5
Andrea Barone
5/5
Christian D'Avanzo
5/5
Gabriele Maccauro
4/5
Alessio Minorenti
5/5
Paola Perri
4.5/5
Vittorio Pigini
4/5
Bruno Santini
5/5
Giovanni Urgnani
4.5/5
0,0
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