Cerca
Close this search box.

Recensione – Il Gatto Con Gli Stivali 2, L’Ultimo Desiderio: Il Sorprendente Contrattacco Della Dreamworks

il gatto con gli stivali 2 recensione

Sono passati 11 anni dall’ultima volta che è stato osservato il mondo di Shrek e quella volta fu proprio con lo spin-off “Il Gatto Con Gli Stivali“, di cui lo sviluppo del sequel, intitolato “Il Gatto Con Gli Stivali 2 – L’Ultimo Desiderio” è stato rimandato tantissime volte fino a quando non è finalmente arrivato (e noi siamo privilegiati dal momento che uscirà il 21 Dicembre in America). Ma il ritorno del gatto doppiato (anche in italiano) da Antonio Banderas avrà portato degli elementi che potessero lasciare qualcosa in una Dreamworks che ultimamente è diventata sempre di più l’ombra di sé stessa? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a proposito della recensione del film.

La sinossi di Il Gatto Con Gli stivali 2

Di seguito, viene riportata la sinossi di Il Gatto Con Gli Stivali 2:


Il Gatto Con Gli Stivali, dopo numerose avventure molto avvincenti ma anche tanto pericolose, ha perso otto vite e solamente una è rimasta. Dopo aver visto anche che un pericolosissimo cacciatore di taglie gli sta alle calcagna, il Gatto decide di partire, insieme a Kitty Zampe Di Velluto ed al suo nuovo amico che è un cane senza nome, per ritrovare la Stella Dei Desideri e riottenere le sue nove vite… ma non sarà l’unico a partire e gli altri contendenti non sono raccomandabili.

Il Gatto Con Gli Stivali 2 – L’Ultimo Desiderio: la recensione di un importante rilancio

Dal punto di vista estetico, questo film, diretto dall’esordiente Joel Crawford è una delle prime dimostrazioni di quanto “Spider-Man: Un Nuovo Universo” abbia cambiato la percezione che abbiamo di animazione rivolta al grande pubblico: l’opera infatti si ispira enormemente al campo visivo del film Sony e fa tesoro di un enorme utilizzo del cel-shading, ottenendo delle sequenze che possono anche ricordare il linguaggio degli anime. Fatta eccezione per alcuni momenti in cui i frame sono volutamente rallentati, cosa che stona abbastanza con diverse altre scene estremamente fluide, i colori sgargianti con sfumature accesissime che si intrecciano tra loro e l’agilità dei personaggi durante le parti action offrono uno spettacolo visivo eccellente. Sorprendono dei momenti in cui si vedono delle persone morire che, per quanto siano edulcorati con estrema creatività, possono anche essere impressionati per un’opera rivolta alle famiglie.

il gatto con gli stivali 2 l'ultimo desiderio recensione

La leggenda contro la morte

La cosa più inaspettata per questo film è la destrutturazione del mito dell’eroe: nel primo capitolo infatti il Gatto con gli Stivali era sì un personaggio afflitto da un passato doloroso, ma non ha mai smesso di essere un cavaliere senza macchia e senza paura, il quale non commetteva mai errori e continuava ad essere un punto di riferimento che gli altri personaggi dovevano seguire. Il secondo capitolo tuttavia ribalta completamente questa figura, dal momento che la grandezza del Gatto viene mostrata come un elemento negativo e non più come dimostrazione di eterna virtù. Nonostante i suoi buoni propositi, il protagonista viene infatti dipinto come un personaggio arrogante che non ha paura di nessun pericolo, innamorato continuamente della propria immagine e di come gli altri lo vedono, trattando le sue vite che lui stesso mette in pericolo con superficialità ed estrema leggerenza.

Le cose però cambiano quando il Gatto, avendo ormai solo una vita a disposizione, incontra un cacciatore di taglie che stavolta si dimostra essere molto più forte di quanto immaginasse, rivelandosi essere la prima persona a mettere in estrema difficoltà il protagonista. E a tal proposito, il modo in cui ci viene presentato questo cacciatore è impressionante: i suoi occhi rosso sangue lo fanno sembrare un demone uscito dall’inferno (nonostante il semplice aspetto di un lupo) ed il fatto che la sua presenza significhi pericolo assoluto, con inserti musicali che cambiano ogni volta l’atmosfera facendo scendere totale tristezza e paura nel cuore del Gatto, lo rendono uno dei villain più inquietanti e temibili che il cinema d’animazione occidentale abbia mai partorito da tanto tempo. 

E tale paura, per la prima volta percepita nel protagonista, rendono quest’ultimo interessantissimo, dal momento che non solo vediamo un eroe che finalmente percepisce una sua profonda umanità, attraverso la consapevolezza di non essere invincibile che sconvolge completamente il suo animo, ma colpisce anche vedere come il suo ego smisurato gli impedisca di avere rapporti con gli altri personaggi, in particolare la sua compagna Kitty Zampe di Velluto. Non c’è posto per un cuore solitario come il Gatto, che risolve i problemi senza l’aiuto di nessuno, così come nessuno può comprendere la grandezza della leggenda, leggenda che, per la prima volta, viene soffocata dalla paura della morte, percezione che, prima o poi, arriva a tutti ed è capace di cambiare totalmente tutta la prospettiva della nostra esistenza. E qui viene poi esaltato il personaggio del Cane che, diversamente dagli altri, si accontenta di poco e vede l’importanza della semplicità della vita, vita tanto spesso messa a rischio da pericoli di grande peso, quando in realtà spesso sarebbe molto più importante fermarci a godere delle cose più piccole dando valore a quello che abbiamo attorno.

recensione il gatto con gli stivali 2

La rinascita della Dreamworks in una favola di umiltà

Da qui si ritorna sul ribaltamento della favola, diverso però dalla satira della saga di “Shrek” (fatta eccezione per una geniale apparizione di un personaggio del libro di “Pinocchio”): il desiderio della stella, vista come unica salvezza per il gatto e per tutti gli altri personaggi, rappresenta il confronto con un passaggio importante durante la crescita dell’esistenza umana, in cui tutti dovrebbero riflettere un momento e pensare a ciò che realmente vorrebbero per la loro vita rispetto alle apparenze più scontate, cosa che ricorda moltissimo la poetica del capolavoro “Il Mago Di Oz“, qui anche citato in una divertentissima gag. E da questo concetto sorprende l’utilizzo di Riccioli d’Oro e la famiglia Dei Tre Orsi, personaggi che esprimono l’importanza dell’adozione in un contesto sociale che mostra degli individui tanto diversi tra di loro ma estremamente uniti, a differenza del divertente e scorretto personaggio di Big Jack Horner, unico cercatore della stella che vuole solo dominare le persone e tratta ogni suo dipendente come uno scarto perché l’unica cosa che conta nella sua vita è sé stesso.

“Il Gatto Con Gli Stivali – L’Ultimo Desiderio” è una straordinaria rappresentazione di quanto i limiti e la verità possano sconvolgere gli animi degli uomini e quanto questi ultimi siano disposti a reagire per decidere se fuggire ancora dalle proprie scelte o se restare in un ultimo grande confronto con la propria vita e con quelle degli altri, il tutto travolto in un’animazione spettacolare con dei momenti sia molto divertenti che di forte intensità. Si spera che questo film, estremamente superiore al primo capitolo, non sia l’eccezione di un periodo buio, ma dimostri finalmente la rinascita della Dreamworks che non era così matura da tanto tempo… ed osserviamo bene gli Oscar 2023, perché quest’anno forse non sarà la Disney che il Pinocchio di Del Toro dovrà temere. 

Voto:
4/5
Andrea Boggione
3.5/5
Christian D'Avanzo:
4/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

PRO