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Recensione: Bad Hair – i capelli che uccidono

Bad Hair recensione commedia horror di Justin Siemen

“Bad Hair” è un film del 2020, diretto da Justin Siemen, approdato in America su “Hulu“, ma inedito in Italia. A seguito dell’osservazione in anteprima al “Fi.Pi.Li. Horror Festival“, si offre una recensione del film Bad Hair, a metà tra una commedia horror e un horror senza capo né coda. 

La recensione di “Bad Hair”, il film horror di Justin Siemen

Al fine di procedere con la recensione di Bad Hair, si inizia parlando della sua trama.  Anna è una ragazza afroamericana che lavora per un’emittente televisiva nell’America degli anni ’80. Tra conflitti e tensioni con i vertici dell’azienda, il sogno della protagonista sarebbe quello di sfondare nel mondo della musica, con un programma tutto suo.

 

Dopo essere stata dalla parrucchiera, si renderà conto che quello strano tipo di extension che si è fatta mettere – attaccate direttamente al cuoio capelluto – comincerà a prendere il controllo mentale e fisico sulla persona, uccidendo tutti coloro impediranno a lei stessa di raggiungere i propri scopi.

Un pretesto di base così semplice – quasi da B-movies – si legherà poi a un antico manoscritto degli avi afroamericani del Paese che, con anni di anticipo, rivelarono che forse, quei capelli, fossero appartenuti a streghe uccise e che, attaccati poi alle teste di nuove persone, sarebbero stati in grado di farle rinascere. 

Recensione di “Bad Hair”: i capelli assassini spaventano?

Nel film “Bad Hair“, di Justin Siemen, non si riesce a regalare allo spettatore spaventi, ma nemmeno angoscia o inquietudine. Il difetto più grande della pellicola lo si potrebbe associare alla volontà di prendersi troppo sul serio, rendendo quindi vana la necessità del pubblico di divertirsi con frammenti in cui i capelli uccidono nei modi più disparati, per quanto scialbi e con effetti visivi scadenti.

 

Solamente nell’epilogo si cerca di scaturire il riso in sala, quando però ormai è troppo tardi, e anzi, ne si depotenzia l’effetto. Sembra di assistere ad un qualcosa di mal fatto e raffazzonato per i cestoni dell’home video negli autogrill. Non convincono le interpretazioni degli attori, né tantomeno una regia piatta, anonima, e dallo stile prettamente televisivo, nell’accezione più negativa del termine.

“Bad Hair” di Justin Siemen è un film da vedere?

Tra sequenze al limite del grottesco più mal fatto, momenti involontariamente comici e con una cgi pessima – la foto che abbiamo scelto sopra non è casuale – non si salva niente di “Bad Hair”. Forse l’intento del regista era rifarsi alle atmosfere terrificanti degli horror orientali, ma il risultato è sconcertante, quasi privo di mordente o efficacia. Il cast non aiuta, anzi, la mediocrità recitativa rende la pellicola ancora più sconclusionata, priva di idee, e forzatamente citazionista.

Tutto da rifare!

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