Cerca
Close this search box.

La maschera di Guy Fawkes: dallo schermo alla piazza

Remember, remember the Fifth of November,
Gunpowder Treason and Plot,
I see no reason
Why Gunpowder Treason
Should ever be forgot.
[…]

 

Questo è l’incipit di una celeberrima filastrocca britannica, che viene ripetuta come mantra dagli abitanti del Regno Unito soprattutto in occasione dell’appuntamento annuale del 5 novembre con la Guy Fawkes Night (altrimenti nota come “Bonfire Night”). La ricorrenza di un evento storico, quello della “congiura delle polveri”, pericolosamente vicino a cambiare radicalmente le sorti della Gran Bretagna e non solo, tramandato nei secoli attraverso la rituale maschera di Guy Fawkes. Di seguito si approfondiranno le origini di un’icona che ha contribuito – soprattutto negli ultimi anni – ad influenzare in maniera non indifferente le masse, la cultura pop e diversi movimenti politici, attraverso le sue apparizioni sul grande e piccolo schermo, tra cui spicca quella di V per Vendetta.

La maschera di Guy Fawkes: le origini di un simbolo

Tutto ebbe inizio il 20 maggio 1604, quando un gruppo cospiratore inglese guidato dal politico britannico Robert Catesby ideò la cosiddetta “Congiura delle polveri”: un piano terroristico con il principale obiettivo di distruggere il Parlamento d’Inghilterra. Sul trono di Londra si era infatti insediato da poco Giacomo I, il primo monarca di tutte le isole britanniche (unificando le corone d’Inghilterra, Scozia e Irlanda), dalla forte istruzione protestante che amplificò con il suo regno i conflitti socio-religiosi già molto accesi nel Paese. Catesby fu infatti un forte esponente cattolico che, sostenendo di aver ultimato tutte le strade pacifiche percorribili per ottenere una politica di tolleranza verso i cattolici, ideò questo piano terroristico per sovvertire l’ordine politico britannico, distruggendo il simbolo prìncipe del potere ed uccidendo il Re ed il suo governo. La “congiura delle polveri” avrebbe dovuto compiersi l’anno seguente in occasione della cerimonia di apertura del Parlamento inglese – lo State Opening – che si sarebbe dovuta tenere il 5 novembre 1605, e per poter portare a termine la criminosa impresa, Catesby si circondò di una compagnia numerosa, nella quale risalta il nome del militante Guy Fawkes. Fortunatamente però, il piano venne sventato da una misteriosa lettera – ora conservata nel Public Record Office – presentata al Re Giacomo I il 1 novembre 1605, con Guy Fawkes che 3 notti dopo venne trovato in possesso di trentasei barili di polvere da sparo, arrestato ed infine ferocemente giustiziato insieme agli altri membri della congiura.

 

Ancora oggi il popolo britannico celebra annualmente il 5 novembre la Guy Fawkes Night come festività pubblica che celebra e ringrazia Dio del fallimento del complotto contro il sovrano. Nonostante i malcontenti dei protestanti verso la celebrazione e la Rivoluzione Americana – che ha stroncato le influenze colonialiste inglesi – la festa e l’evento storico da cui deriva ha non solo retto il peso dei secoli, ma risulta direttamente ed indirettamente molto attuale. L’atto rivoluzionario della “congiura delle polveri” contro l’ordine costituito riesce ancora oggi ad influenzare le masse e l’immaginario collettivo, grazie soprattutto ai mezzi audio-visivi sul grande e piccolo schermo che hanno lanciato il suo principale simbolo: la maschera di Guy Fawkes.

V per vendetta, recensione del film tratto dalla graphic novel di Alan Moore, con Natalie Portman

La maschera di Guy Fawkes: la potenza del cinema smuove le masse

Quando si fa riferimento all’importanza e all’influenza che la celebre maschera – ideata sulle fattezze di Guy Fawkes – ha saputo ricavarsi nella cultura popolare di massa, non si può certo non citare un evento in particolare: l’uscita al cinema nel 2005 (400 anni dopo la “congiura delle polveri”) del film “V per Vendetta”. L’opera prima diretta dal regista australiano James McTeigue, sceneggiata dagli allora fratelli Wachowski e tratta dall’omonima graphic novel di Alan Moore e David Lloyd, è entrata immediatamente nell’immaginario collettivo grazie soprattutto al suo carismatico personaggio protagonista. Con la Guy Fawkes Night che stava iniziando a perdere ormai la sua popolarità – a vantaggio della ben più commerciale festività di Halloween – la visione della prorompete ed indimenticabile maschera di Guy Fawkes, indossata sul grande schermo da Hugo Weaving per il personaggio di V, ha saputo risvegliare quel fuoco rivoluzionario sopito.

 

Fu così che il pallido sorriso simboleggiante la protesta contro il potere autoritario, il risveglio delle masse e la protezione della libertà individuale iniziò prepotentemente ad insediarsi nella cultura popolare. La maschera apparsa sul grande schermo in “V per Vendetta” influenzò infatti anche diversi prodotti televisivi, uno su tutti la serie tv di grande successo “Mr. Robot”. Ideata da Sam Esmail e prodotta dalla NBC, la serie thriller-drammatica andata in onda dal 2015 al 2019 vede il suo protagonista (interpretato da Rami Malek) – un giovane ingegnere informatico sociofobico – venire avvicinato da Mr. Robot, un misterioso anarchico/insurrezionalista, che intende introdurlo in un gruppo di hacktivisti conosciuti con il nome di fsociety. La peculiarità della serie sta anche e soprattutto nel fatto che questo gruppo terroristico, tanto nella sua ideologia quanto nella sua teatralità, si ispira fortemente alla “congiura delle polveri” del 1605, come più volte dichiarato anche da Esmail nelle sue interviste. Inoltre, la stessa maschera del Monopoly Man indossata in Mr. Robot nei vari messaggi propagandistici è inevitabilmente ispirata a quella di Guy Fawkes.

 

Di gran meno successo, ma comunque significativa soprattutto per il popolo inglese, è anche la miniserie Tv “Gunpowder”, con i suoi 3 episodi che sono andati in onda nel 2017. La miniserie ideata da Ronan Bennett e prodotta da BBC One ha come protagonista Kit Harington (“Il trono di spade”, “Eternals”) e mette in scena – come suggerisce il titolo – proprio la “congiura delle polveri” del 1605, con Harington nelle vesti di un suo diretto antenato, ovvero lo stesso ideatore della cospirazione Robert Catesby. Guy Fawkes continua ad influenzare l’immaginario collettivo anche con molti altri prodotti audiovisivi di successo, come per esempio la celebre serie spagnola “La casa di carta”, ideata da Alex Pina ed andata in onda su Netflix dal 2017 al 2022. Ancora un gruppo di terroristi – quello messo insieme da Il Professore, interpretato da Álvaro Morte – intento a rivoluzionare il mondo, a sovvertire l’ordine costituito e ad andare anarchicamente contro il potere. Ancora una volta una maschera dai lunghi baffi neri dipinti su un pallido viso. Sebbene infatti la maschera di Salvador Dalì nella serie possa alludere ad un “cambio di testimone” con quella di Guy Fawkes, è ovviamente vero che anche la moda gioca il suo ruolo in tutta questa storia. L’icona/simbolo di V supera ancora la prova degli anni e continua ad essere influente anche e soprattutto fuori dallo schermo.

La maschera di Guy Fawkes: da V per Vendetta ad Anonymous

La potenza immaginifica del cinema nel voler veicolare i più disparati messaggi, rimane tale anche nella sua capacità di uscire dallo schermo per poi diffondersi nelle strade, tra i vicoli e soprattutto nelle piazze. Esempio lampante di come la maschera di “V per Vendetta” abbia bypassato la quarta parete si ha soprattutto con il fenomeno legato ad Anonymous. Questo è un movimento decentralizzato nato nel 2003, che coordina attività di hackeraggio via web ed attacchi informatici contro varie società ed istituzioni governative; recentemente, ha anche dichiarato guerra “telematica” anche alla Russia, a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Senza la figura di un leader unificante, con un collettivo di membri uniti da un’identità condivisa, l’unico modo in cui Anonymous si mostra pubblicamente è proprio attraverso la maschera di “V per Vendetta”. Contro le ingiustizie socio-politiche ed economiche, i suoi membri incarnano di fatto ancora una volta lo spirito rivoluzionario di V, indossando la maschera di Guy Fawkes sia nei loro video pubblicati in rete, sia invitando i partecipanti delle proteste ad indossare pubblicamente la stessa maschera, così come avvenne la prima volta nella manifestazione del 10 febbraio 2008 per denunciare gli abusi della Chiesa di Scientology.

 

Ma l’iconica maschera di V non si limita alle azioni di Anonymous. Due anni più tardi nello stesso mese, si inscenarono anche diverse mobilitazioni di protesta contro l’approvazione dell’Accordo commerciale anticontraffazione (ACTA), soprattutto ad opera dell’organizzazione chiamata “La Quadrature du Net”. Questo fu un accordo commerciale plurilaterale volto a dettare norme più efficaci per contrastare la contraffazione e la pirateria informatica, al fine di tutelare copyright, brevetti e altre forme di privativa su beni, servizi e attività legati alla rete. Questo fu però oggetto di negoziati riservati fra gli Stati e ritenuto lesivo dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini europei e non europei, tanto che l’associazione francese iniziò a difendere le libertà fondamentali nell’ambiente digitale, lottando contro la censura e la sorveglianza, con la peculiarità che i suoi manifestanti furono soliti indossare la maschera di Guy Fawkes. Ancora una volta V esce dallo schermo per infondere i popoli del suo ardore rivoluzionario. Sono davvero innumerevoli le comparse dell’iconica maschera fuori dallo schermo, sollecitando di fatto le masse in occasione delle cosiddette “primavere arabe”, del movimento “Occupy Wall Street” del 2011, influenzando lo stesso anno anche il movimento spagnolo degli “Indignados” e tante altre manifestazioni di protesta.

 

David Lloyd, co-autore e illustratore dellla graphic novel di “V per Vendetta”, a differenza di Alan Moore è sempre stato soddisfatto del risultato della trasposizione cinematografica del 2005 anche e soprattutto per la sua capacità di veicolare in maniera più penetrante il messaggio scritto su carta. Lo schermo ha conferito maggior vigore ad uno spirito rivoluzionario e di sopravvivenza sociale che è riuscito nella sua iconografia ad influenzare le masse, a lasciare nella cultura popolare una forte impronta ed aver raggiunto sostanzialmente il risultato bramato dal protagonista del suo racconto. Durante un intervista rilasciata alla BBC, David Lloyd dichiara: “La maschera di Guy Fawkes è ormai diventata un marchio, un oggetto comune nelle proteste di tutto il mondo e sono felice che la gente la usi, mi sembra un caso unico di un’icona della cultura pop usata in questo modo.”

 

Remember, remember the Fifth of November,
The Gunpowder Treason and Plot,
I see of no reason
Why Gunpowder Treason
Should ever be forgot.

 

Di seguito le immagini del flash mob del 5 novembre 2019, organizzato dal popolo di Hong Kong per protestare contro le continue interferenze cinesi negli affari interni. Gli abitanti di Hong Kong sono scesi in piazza indossando la maschera di Guy Fawkes dal film “V per Vendetta“.