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Ti Mangio Il Cuore: La Recensione Del Primo Film Con Elodie

recensione Ti Mangio Il Cuore

Tra i vari titoli presentati al Festival di Venezia 2022, abbiamo potuto visionare anche “Ti Mangio Il Cuore“, nuovo film di Pippo Mezzapesa che è stato proiettato in concorso nella sezione Orizzonti e che uscirà nelle sale italiane il 22 Settembre 2022. Il film ha attirato molto la curiosità per essere la prima opera che vede come protagonista la cantante Elodie, ma che cosa offre l’opera oltre questo? Scopriamolo.


La trama vede i Malatesta e i Camporeale, due famiglie pugliesi della malavita, che sono pericolosi rivali da moltissimi anni. Tuttavia questo non impedisce a Francesco Malatesta di innamorarsi di Marilena, moglie del boss Santo Camporeale. Quando la famiglia di Marilena lo scopre, la tregua tra le famiglie durata per molto tempo rischia di spezzarsi nonostante Francesco e Marilena vogliano soltanto stare insieme.


Dal punto di vista registico il lungometraggio sa offrire numerose inquadrature eleganti che ci mostrano le terre deserte della Puglia, catturando il vuoto delle case malavitose che sono tutte accompagnate dall’ottimo bianco e nero di Michele D’Attanasio. Molto interessanti anche diversi simboli che si alternano alle sequenze dialogate, i quali devono essere interpretati dallo spettatore come i maiali condotti al macello che rappresentano la condizione di ogni persona che cresca in una famiglia mafiosa. Colpisce anche la rappresentazione della violenza, attraverso cui si sente la sporcizia ed il dolore di ogni colpo.
Di profondo impatto sono le musiche di Teho Teardo con cori che riescono a dare la sensazione di tragedia sempre più imminente.


Ultimamente siamo abituati a vedere opere che prendono cantanti o influencer senza una scelta quadrata dei loro ruoli e fatte solo per sfruttare la popolarità di tali personaggi pubblici, ma non è il caso di Elodie: nonostante il ruolo difficile, la cantante riesce a reggere l’equilibrio di forza, sensualità e fragilità continuamente alternato nel personaggio di Marilena attraverso una buona espressività ed un’ottima impostazione vocale che la fanno sembrare realmente una paesana che potremmo incontrare nelle zone campagnole della puglia. Eccellente l’interpretazione di Francesco Patanè, il quale riesce a trasformare benissimo il personaggio di Francesco tanto che in alcuni momenti sembra una persona diversa persino nel fisico grazie alla sua mimica facciale. Inoltre Francesco Di Leva dimostra sempre di più di essere una delle future promesse attoriali del cinema italiano, senza dimenticare gli splendidi occhi di giaccio espressi da Lidia Vitale che interpreta Teresa Malatesta.



La parte più interessante del film è l’intrigante idea di mischiare il genere gangster italiano, che ricorda per l’appunto opere come la celebre serie “Gomorra”, con le creazioni di Shakespeare: non solo l’intero soggetto dell’amore tra i due protagonisti richiama a “Romeo e Giulietta“, ma ci sono diversi riferimenti concettuali anche a “Macbeth” e a “Riccardo III“. I disagi familiari e l’onore fortemente ferito spingono infatti il protagonista a compiere una trasformazione dell’anima che lo costringe ad insidiarsi sempre di più nell’oscurità della malavita che lo porta a dover costantemente decidere tra la sua umanità e le tentazioni non solo del potere, ma anche della violenza nascosta nell’essere umano che rischia di cambiarci per sempre, facendoci dimenticare persino ciò per cui stiamo combattendo.


In questo film infatti non si hanno peli sulla lingua: ogni volta che si vuole provare a rappresentare la ricchezza e quel poco di rispetto che può crescere in famiglie del genere, l’opera ci ricorda subito che il contesto non può farci fuggire dal male, perché ogni impero fondato sul sangue è destinato a crollare, dal momento tutta la ricchezza che va avanti è semplicemente una continua lotta tra cani che rincorrono l’osso sbranandosi a vicenda…. e quando compi il primo passo del male, rischi di non fermarti più. Per questo l’opera è in bianco e nero: non ci sono colori in questo lato distruttivo della nostra terra e della nostra anima.

Tra tutta questa violenza è il personaggio di Marilena a spiccare di più, perché è il suo continuo tentativo di portare alla ragione e la sua forza nella sofferenza di fronte al male a simboleggiare l’importanza della donna che combatte, nonostante proprio lei, in quanto donna innocente, venga spesso incolpata delle disgrazie altrui anche se sono sempre gli altri a colpire per primi senza che Maddalena c’entri nulla… esattamente come gli uomini che accusano la bellezza delle donne di ogni male, la quale accade solo per trovare una giustificazione dei loro impulsi violenti…. e da tale tentativo di espiazione non si salva nemmeno Teresa Malatesta che guarda sempre la sua nuova figlia con disprezzo per l’onore delle tradizioni infranto, nonostante questo onore in realtà non porti a nulla.


Molti di questi messaggi sono raccontati attraverso i dialoghi dei personaggi che esprimono la loro rabbia e il loro dolore, utilizzando quindi un’impostazione didascalica che però viene spesso accompagnata dalla simbologia con immagini menzionata prima. Tutti questi elementi rendono non solo “Ti Mangio Il Cuore” una tragedia gangster più che riuscita, ma anche un intelligente strategia per coinvolgere lo spettatore con una storia che può conquistare tutti attirando il grande pubblico sì con una star popolare (che però ripetiamo: è bravissima)… ma portandolo anche ad un linguaggio cinematografico diverso dal solito e rendendo l’operazione molto meno scontata di quello che poteva sembrare alla base.

Voto:
3.5/5
Andrea Boggione:
0/5
Christian D'Avanzo:
0/5
Carlo Iarossi:
0/5
Paolo Innocenti:
4/5
Carmine Marzano:
0/5
Alessio Minorenti:
0/5
Paola Perri:
0/5
Vittorio Pigini:
0/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
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Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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